#65 Liuto arabo e chitarra flamenca a confronto- - Flamenco Chiavi in Mano

14 de nov. de 2022 · 17m 4s
#65 Liuto arabo e chitarra flamenca a confronto- - Flamenco Chiavi in Mano
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Il liuto arabo si chiama oud, che significa letteralmente "pezzo di legno". Da questo nome Oud, Al Oud, sono venuti i termini europei che definiscono il liuto, ad esempio lo...

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Il liuto arabo si chiama oud, che significa letteralmente "pezzo di legno".

Da questo nome Oud, Al Oud, sono venuti i termini europei che definiscono il liuto, ad esempio lo spagnolo laud, o lo stesso nome liuto.

È uno strumento a corde che viene dalla famiglia dei liuti. È proprio il progenitore della famiglia. Ha un manico stretto e corto ed una grande pancia molto bombata. Visto di profilo ha la forma di una mezza pera. La cassa è decorata con tanti spicchi di legni diversi, ed è molto bella.

Il oud ha il manico sottile, come quello di un mandolino, privo di tasti come quello di un violino. Non essendo suddiviso in tasti, permette assolutamente al musicista di produrre qualsiasi intervallo di note. Al contrario, sul manico della chitarra ci sono tasti che suddividono il suono in semitoni precisi, tutti uguali tra di loro. Sul manico di una chitarra non è possibile produrre i micro intervalli che siano invece tipici della musica araba.

Il liuto è lo strumento principale della musica araba, soprattutto di quella di origine colta, ma anche in molti casi della musica popolare. Per molto tempo ha rappresentato il sistema musicale arabo stesso, tanto che gli arabi lo chiamano "Amir et-Tarab": anche senza sapere l'arabo, sappiamo che amir vuol dire principe. Tarab significa fascino, coinvolgimento, ed è un fenomeno molto importante nella musica araba, che trova nel flamenco forse il concetto più simile nella parola duende, che significa che significa "essere completamente concentrati all'interno di un fenomeno in particolare all'interno del fenomeno musicale ed essere in contatto con un aspetto sovrumano quasi Divino.

Nella musica araba il liuto si presenta sia come strumento solista che come strumento di accompagnamento al canto. Ed è esattamente ciò che capita con la chitarra nel flamenco.

Quando esisteva Al Andalus, cioè l'andalusia araba, il liuto era molto diffuso, però si diffuse solo nella musica colta spagnola e non in quella popolare.

Quando gli arabi divennero cacciati dalla Spagna, l’inquisizione spagnola mise da parte tutto ciò che ricordava la cultura araba, per cui lo strumento oud venne dissimulato, e nacque un altro strumento, diverso, che è una specie di evoluzione del liuto: la vihuela (in italiano viella), è definito anche "viola a mano". Hanno la stessa accordatura e sono strumenti molto simili.

Liuto e vihuela sono stato usato dai truccatori e quindi si sono diffusi tanto in Europa.

Il liuto arabo so diffuse tanto nella Andalusia musulmana e bene potato nelle corti. Venne diffuso tanto da Ziryab, musicista di origine irakena, vissuto nel IX secolo alla corte di Cordova. Suonatore di liuto e cantante, Ziryab fu una pietra militare della musica ed ebbe sulla società dell'epoca una grande influenza: ogni cosa che faceva diventava una moda. Un vero influencer ante litteram!

Paco de Lucía gli dedicò un cd, dimostrandoci quanto anche il flamenco lo consideri importante come padre di un'eredità musicale.

Fino a Ziryab il liuto aveva solo 4 corde, identificate con "i 4 umori del corpo": bile, flemma, sangue e bile nera (questo ci dimostra quanto la musica araba sia nata dalla emozionalità stessa... esattamente come nel flamenco).
Ziryab aggiunse una quinta corda.

Anche la chitarra in Spagna ebbe una origine simile: nasce da una sorta di congiunzione fra il liuto e la vihuela. Originariamente aveva 4 corde, poi nel 1600 viene aggiunta la quinta, un po' sul imitazione di quello che fece Ziryab.

Nel 1700 venne aggiunta alla chitarra la nota più grave, che si chiama ancora oggi bordón.

Nel 1800 la chitarra veniva identificata con la musica gitana, con situazioni di osterie, malavita e non di gente rispettabile, quindi rischiava di cadere in disuso, a favore di strumenti "più nobili" come il piano o il violino.

Non avevo i tasti l'oud si presta molto bene per accompagnare il canto arabo che è pieno di nell'anno e di vibrati. Il cantante emette suoni non razionali, non prevedibili e non scrivibili con grande precisione su un pentagramma.

La musica araba resta essenzialmente di tradizione orale, anche quando si tratta di musica colta! Oggi esistono i conservatori, quindi tutto si può scrivere, ma nella tradizione no. Il musicista deve poter mantenere la sua libertà interpretativa.

Il flamenco ad un certo punto fa una cosa molto particolare: il cante è irrazionale e non divisibile con precisione in tono e semitoni, ma viene accompagnato dalla chitarra che invece produce solo suoni temperati, suddivisi in semitoni identici ed invariabili.

Questa apparente contraddizione rende quasi più facile al cantaor spaziare liberamente intorno alla nota. Esiste la cadenza andalusa, e le ultime due note della cadenza distano fra loro solo di un semitono. Quando il chitarrista insiste su queste due note, l'equivalente di un mi è un fa, il cantaor si sente libero di spaziare fra i due suoni, senza dover aderire a nessuno dei due.

Se ascoltiamo qualche brano di musica araba colta nel quale il cantante sta improvvisando e il liutista lo sta accompagnando possiamo verificare quanto il liuto sostenga la voce del cantante e gli lasci libero tutto lo spazio espressivo. Esattamente come si comporta la chitarra flamenca con il canto soprattutto quando il cante è più antico e più profondo. Pensiamo ad un Fandango grande, ad una malagueña, una granaina, alle tarantas... il liuto e la chitarra sono completamente liberi dal ritmo e lasciano quindi tutto lo spazio al cantante per esprimere la propria creatività.

Quanto più ascoltiamo la musica araba e tanto più capiamo il flamenco. E viceversa. Sono genero dovrai ma rispetto, attenzione, cura, lasciare il silenzio per aiutare l'altro ad esprimere la propria creatività senza coprirlo sono elemento essenziale di entrambi i generi.

Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e di musiche danze del mondo arabo dal 1985.
Dal 1990 insegno baile flamenco e un lavoro molto interessante sull'espressione delle emozioni attraverso le danze e musiche del mondo arabo che ho chiamato lyrical Arab Dance.

Non ricordo la mia vita prima del flamenco e della musica araba perché sono passati talmente tanti anni che mi sembra che ci siano sempre state nel mio universo sonoro.

Sono due generi musicali molto radicati nelle espressività emozionale del momento ed è quindi impossibile cercare di quadrare il cerchio e di capire tutto con la ragione perché ci sarà sempre qualcosa che scappa da una logica razionale.

La conoscenza della musica araba mi aiuta a capire il flamenco da un punto di vista emozionale e non razionale ma in effetti il flamenco non è una musica razionale.

Spesso dico ai miei allievi che nel flamenco È vero tutto, il contrario di tutto e anche altre cose e quindi è chiaro che anche quando penso di avere capito tutto in realtà scopro che sono ancora moltissime le cose che escono dai miei calcoli razionali.

La musica araba è talmente irrazionale che ti porta davvero in un'altra dimensione, nella quale esisti soltanto tu e le tue emozioni e non esiste più né il tempo né lo spazio.
Mi sono abituata a non aspettarmi che ad una nota nel segua un'altra, semplicemente mi godo le note che arrivano senza prevedere!

Lo dico sempre ai miei allievi quanto la musica araba abbia prodotto nel flamenco, ed è importante ascoltare queste relazioni. Ne parlerò ancora in altri podcast!
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Autor Sabina Todaro
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