#91 Lo sguardo nel flamenco prima parte - Flamenco Chiavi in Mano

#91 Lo sguardo nel flamenco prima parte - Flamenco Chiavi in Mano
12 de may. de 2023 · 18m 19s

Una prima parte di consideraizoni sullo sguardo nel flamenco. Lo sguardo ha una funzione biologica, quella di metterci in relazione con la realtà circostante. Viglio parlarti della funzione attiva dello...

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Una prima parte di consideraizoni sullo sguardo nel flamenco.

Lo sguardo ha una funzione biologica, quella di metterci in relazione con la realtà circostante. Viglio parlarti della funzione attiva dello sguardo, della sua capacità di esprimere e comunicare. Il nostro cervello sa leggere i segnali dello sguardo. Spesso gli occhi dicono la verità più delle parole.

C'è da fare la distinzione fra vedere, azione passiva, che non prevede volontarietà, e guardare che invece prevede una scelta ed una azione. Posso anche guardare immagini che ho dentro di me e le proietto fuori.

Chi canta e chi balla flamenco ha lo sguardo rivolto verso l'esterno, come se guardasse sempre qualcosa al di fuori di sé.
I chitarristi sono invece a volte più introversi e guardano verso la propria chitarra.
Cantaor e bailaor si rivolgono molto allo spazio e si relazionano tanto con l'ambiente presente. La relazione con il pubblico è molto attiva, quindi lo sguardo ci aiuta ad entrare in relazione con lo spazio e il momento presente.

Quando stiamo conversando, vediamo dallo sguardo dei nostri interlocutori se quello che stiamo dicendo viene ascoltato con attenzione o meno, e a seconda della loro reazione continueremo ad approfondire il discorso o invece lo taglieremo.
Se l'interlocutore non è interessato, ce lo farà capire e noi intavoleremo un discorso sempre più frammentario e poco profondo. Non avremmo più voglia di proseguire e magari vorremmo andarcene.

Nel flamenco c'è sempre un dialogo molto forte, a livello istintuale, e lo sguardo è sempre coinvolto.

Si può fare una interessante osservazione sull'essere guardati: ogni volta che qualcuno ci dedica energia ed attenzione visiva, sentiamo che abbiamo il diritto di essere al mondo. Per un bambino "essere visto" gli dà l'autorizzazione ad essere al mondo e narrare il proprio punto di vista. Un educatore o un genitore dovrebbe sempre volere che il bambino esprima il suo messaggio nel mondo.

Il flamenco parla moltissimo di simboli, ma la parte più superficiale di questa arte sembra una serie di segni. Il segno ha un significato preciso (ad esempio il concetto di bianco), mentre il simbolo richiama dei significati ma non in maniera quadrata ed inequivocabile. Ad esempio i sogni sono un linguaggio simbolico, che si presta a tante interpretazioni.

Se l'adulto non rivolge attenzione al bambino "non lo guarda", il bambino non sentirà di avere diritto ad esprimersi con i simboli e quindi cercherà di ripetere con precisione qualcosa che altri hanno già fatto o detto, senza esprimere ciò che sente.
Il flamenco è incentrato sull'espressione del simbolo, per quanto a noi che lo studiamo sembri assolutamente fondamentale ripetere con estrema precisione delle forme, ovvero dei segni.

In questo momento storico si parla molto dei diritti delle minoranze, del linguaggio inclusivo. Mi domando perché abbiamo bisogno di definire tutto. Il flamenco non lo fa e accetta tutti nella loro unicità. Se me la godo di più sono più presente e tutto funziona!

Nella società occidentale è frequente il caso in cui le persone si adattino tantissimo a ciò che la massa fa, e per paura delle critiche o del giudizio, molti non lasciano uscire la propria unicità.
Se sono sana esprimo simboli miei, ed il flamenco lo fa. Lo stesso linguaggio poetico usato nelle strofe cantate, nelle letras, è sempre un linguaggio poetico, simbolico. che tocca emozioni umane condivisibili. Tutti ci possiamo riconoscere nelle emozioni narrate dal flamenco.

L'intenzionalità dello sguardo ci fa sentire la presenza dell'altro per sottolineare e godere della sua presenza: il flamenco questo lo sa fare benissimo!


Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e muische del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.

Quando insegno propongo spessissimo un lavoro sullo sguardo. Lo sguardo ci permette di essere presenti nel corpo e nello spazio. Neurologicamente lo sgaurdo "panoramico" aiuta a mantenere l'attenzione sul corpo. Con questo sguardo possiamo continuare ad ascoltare il copro che danza, mentre manteniamo l'attenzione allo spazio.

Alcune persone non hanno la vista come canale preferenziale, e non guardano. Ma se sto ballando devo anche avere uno sguardo vivo e sensibile.
Diventare consapevoli di ciò che guardiamo e di come lo guardiamo è importante.

Se studiamo flamenco dobbiamo sapere che senza attenzione consapevole allo sguardo, dovremmo calcare il palcoscenico molte volte prima di essere comunicativi sulla scena.
Se qualcuno è stato tante volte sul palco per altre occasioni, forse glli sarà più facile comunicare ma ho visto nella mia esperienza persone che salivano su un palco per la prima volta sentirsi molto a proprio agio, ed altre, magari non alle prime armi, essere in crisi.

Il flamenco ci porta uno stato di serenità, come quando facciamo una corsa e ci sentiamo stanchi ma felici di aver sfogato la nostra voglia di correre.
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Autor Sabina Todaro
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