L’anestesia è fondamentale per eseguire in modo sicuro e umano la maggior parte delle procedure chirurgiche e molte procedure terapeutiche o diagnostiche. L'anestesia generale è uno stato neurofisiologico farmacoindotto in cui il paziente è reso incosciente, insensibile al dolore, amnestico e immobile, tutto questo prestando particolare cura al mantenimento entro limiti fisiologici dei suoi parametri vitali ventilatori, emodinamici e termici. Ma la componente più affascinante e misteriosa dell’anestesia generale è sicuramente la prima, quella comportamentale: lo stato di incoscienza. la coscienza richiede sia l’arousal che la cognizione L'arousal è responsabile della nostra vigilanza e attenzione verso l'ambiente circostante, mentre la cognizione permette la nostra capacità di elaborare e interpretare le informazioni provenienti dall'ambiente e di creare una rappresentazione mentale del mondo esterno e interno. Dal punto di vista neurologico l'anestesia generale è un alterazione dell’arousal e della cognizione assimilabile al coma. Il paziente in coma non mantiene lo stato di veglia o di arousal ne spontaneamente ne utilizzando stimoli sonori, tattili o dolorifici. Quando bisogna stabilire che un paziente è in coma devono essere soddisfatti tutta una serie di criteri: 1. Assenza di obbedienza ai comandi, il paziente non esegue ordini nuppure semplici 2. Assenza di un eloquio comprensibile o di gesti riconoscibili, 3. Assenza di movimenti volontari (nel coma possono verificarsi movimenti riflessi come quelli delle posture decerebrate o il decorticate, la tripla flessione e altri… 4. Assenza di inseguimento visivo, di saccadi e fissazione visiva, di apertura o chiusura degli occhi a comando Il coma ha connotati fortemente negativi, e per rassicurare i pazienti non è infrequente paragonare l’anestesia generale al sonno. In termini comportamentali, il sonno è associato a immobilità e quiescenza comportamentale, alla chiusura degli occhi, all'aumento delle soglie sensoriali, alla diminuzione del tono muscolare. Ma l’anestesia non è il sonno. L'anestesia funziona in gran parte modulando la delicata biochimica di diverse regioni del cervello in modo da interrompere il modo in cui normalmente queste comunicano tra loro, consentendo agli anestesisti di abbassare efficacemente, o addirittura di silenziare, il volume dei segnali cerebrali in entrata o in uscita. Più di un decennio è stato dedicato alla caratterizzazione del modo in cui i diversi tipi di anestetici, tra cui propofol, sevoflurano, ketamina, dexmedetomidina e oppioidi agiscono sulle diverse aree del cervello. E molto di questo sforzo di ricerca è stato guidato da un’anestesista chiamato Emery Brown.
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