In questi giorni, La Nave di Teseo ha ripubblicato, a distanza di dieci anni dalla prima uscita per i tipi di Bompiani, L’utilità dell’inutile, il volume con cui Nuccio Ordine conquistò l’affetto e la stima dei lettori di tutta Europa. Un titolo eloquente e un libro necessario, che George Steiner definì «un piccolo capolavoro», esattamente quel tipo di saggio che va «incontro al bisogno di dare senso alla nostra cultura».Ordinario di Letteratura italiana, tra i maggiori studiosi - forse il maggiore - di Giordano Bruno, a giugno di quest’anno purtroppo Ordine se n’è andato, a 64 anni, per un improvviso malore. Ma il suo libro sull’indispensabilità dell’inutile ovviamente resta, e con esso rimane intatto il messaggio che l’intellettuale calabrese ha lanciato con il suo «manifesto sulla bellezza del sapere e sulla bellezza della vita».«Considero utile tutto ciò che ci aiuta a diventare migliori», diceva Ordine. E leggere è una delle attività irrinunciabili in questo senso. D’altronde, se non in un podcast che parla di libri, dove si dovrebbe difendere e sostenere la lettura, quella vera, quella che non si limita a pochi istanti sul telefonino, ma si sofferma a lungo sulle parole?«Non è facile - scriveva Nuccio Ordine - capire, nel nostro mondo dominato dall’homo oeconomicus, l’utilità dell’inutile e, soprattutto, l’inutilità dell’utile», vale a dire «quanti beni di consumo non necessari ci vengono venduti come indispensabili».Ecco allora germogliare «La feconda inutilità della letteratura». Troppo spesso, sottolineava Ordine, «Non abbiamo coscienza» del fatto che «la letteratura e i saperi umanistici, […] la cultura e l’istruzione costituiscono il liquido amniotico ideale in cui le idee di democrazia, di libertà, di giustizia, di laicità, di uguaglianza, di diritto alla critica, di tolleranza, di solidarietà, di bene comune, possono trovare un vigoroso sviluppo».Buon ascolto!
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