Brics/G7: le sfide contrapposte nei summit di giugno
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https://ogzero.org/regione/tutto-il-mondo/ I Brics arrivano alla pulsione alla dedollarizzazione: nel loro dna c'è il tentativo di anticipare i tempi e di cominciare a lanciare il prossimo dibattito globale. Si tratta però...
mostra másI Brics arrivano alla pulsione alla dedollarizzazione: nel loro dna c'è il tentativo di anticipare i tempi e di cominciare a lanciare il prossimo dibattito globale.
Si tratta però di riuscire a creare un sistema univoco, laddove però ci sono molteplici pulsioni e contemporanee: il caso più eclatante è quello indiano che ha tentazioni centrifughe, facendo affari con Russia e Cina, approvvigionandosi con armi russe e partecipando al Quad americano in funzione anticinese, pur rimanendo saldamente all'interno dei Brics a guida cinese.
Ma soprattutto, come per tutto il mondo, centrale è la questione energetica e dunque a partire da uno scritto di Marco Dell'Aguzzo (https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:6947078239659950080/) analizziamo anche l'atteggiamento ondivago indiano (cercando di approfittare della situazione, approvvigionarsi di carbone e greggio russo scontato e rimanere agganciato all'Occidente contemporaneamente, acquisendo armi sia di fabbricazione russa che fornite dagli Usa) in questo scambio di opinioni tra lui e Sabrina Moles nei locali di Radio Blackout, per sfociare nella disamina della questione delle centrali nucleari di nuova generazione, nuovo paesaggio di rovine nello scontro tra Cina e Usa... Un tema gigantesco quello delle scorie radioattive, a confronto di quelle del fossile, che contrappongono tecnologie tra nucleare modulare statunitense presentato al G7 di giugno 2022 (small modular reactor, in particolare i Toshiba rilasciano 30 volte in più di scorie) e moduli convenzionali di matrice cinese con proposte strutturali diverse; per quanto riguarda le energie rinnovabili poi la dipendenza dalla Cina è imprescindibile e ci viene spiegato bene da Sabrina Moles come si sviluppi quel settore e come la Cina abbia ottenuto il know how per essere leader globale, e quanto sia stato centrale nell'incontro del G7 questa penetrazione cinese nelle tecnologie, l'approvvigionamento di materiali, terre rare, batterie, controllando l'intera catena del valore energetico, come già scriveva in un suo articolo pubblicato da "il manifesto" ad aprile (https://ilmanifesto.it/il-balzo-nucleare-di-pechino-arrivano-sei-nuovi-impianti). Infatti il vero dilemma riguarda quali nazioni in via di sviluppo adotteranno il nucleare come fonte energetica e saranno in grado di dotarsi di una rete sostenibile (soprattutto senza investimenti stranieri, ovvero cinesi).
Tutte queste comunque mai rubricabili come fonti di energia pulita.
Ed è interessante andare ad approfondire la vocazione al non-allineamento indiano che si può far risalire al Nehru di Bandung 1956, una posizione attualmente difficile da mantenere, anche e sopratutto nella sfida delle due cinture economiche contrapposte: la Build Back Better World bideniana (con scarse risorse stanziate: 600 miliardi di dollari) e la famigerata Belt Road Initiative (laddove Pechino invece ha investito cifre inarrivabili): ciò che è incomparabile è il target a cui riusciranno ad arrivare le due iniziative; spesso quella cinese si rivela una trappola creditizia che strangola gli aderenti attraverso riscatti delle opere infrastrutturali impagabili (Sri Lanka, per esempio).
Peraltro Marco Dell'Aguzzo aveva scritto in gennaio un articolo per "il manifesto" (https://ilmanifesto.it/sulle-centrali-di-nuova-generazione-e-scontro-tra-cina-e-usa) nel quale si prendeva in considerazione un'iniziativa in Wyoming: «TerraPower l’ha descritta come sinergica rispetto alle turbine eoliche che il Wyoming, grazie al suo potenziale ventoso, ha già iniziato a installare», turbine che richiedono meno personale rispetto a impianti carboniferi, petroliferi, o anche nucleari, producendo dunque disoccupazione.
In quell'articolo si alludeva al fatto che Bill Gates, che sta dietro al progetto, avrebbe impiantato le centrali in Cina, dunque ventilando una potenziale sinergia tra Cina e Usa; ipotesi stroncata sul nascere per non passare ai cinesi know how che già possiedono.
"Contropiano” ha proposto una sua interessante posizione (https://contropiano.org/news/politica-news/2022/06/28/cina-italia-brics-mondo-multipolare-0150659):
«Quello che stiamo vivendo in questo secolo è il processo di transizione da un mondo ad un altro. Gli Stati Uniti cercano disperatamente di arrestare questo processo puntando sulla superiorità militare, sulla guerra o sulla minaccia di guerra, fino alla minaccia di una terza guerra mondiale. Ma il potenziale di ritorsione (nucleare e non) delle potenze che essi vorrebbero subalterne (tra cui Russia, Cina, India, Pakistan, Iran…) è tale da scoraggiare avventure militari globali.
Naturalmente non si può escludere che, nonostante ciò, possa prevalere a Washington un gruppo dirigente alla Stranamore, di tipo hitleriano, che possa portare l’umanità vicina all’autodistruzione. Né si può escludere (non siamo deterministi) che l’Occidente capitalistico e imperialistico – che non è una tigre di carta – sia ancora in grado di produrre un salto scientifico e tecnologico (con relative applicazioni militari) capace di dotarlo, per una certa fase, di una superiorità strategica così grande e superiore all’attuale, tale da consentirgli di mettere in ginocchio o di ricattare pesantemente i suoi avversari, cercando pure di dividerli.
Anche per questo è fondamentale che il progresso scientifico e tecnologico dei paesi che aspirano a un mondo multipolare e di pace sia sempre in grado di tener testa e possibilmente superare quello dei fautori di guerra. Cina, Russia e India hanno fatto grandi progressi in questo campo, ma non ancora tali da considerare trascurabile il vantaggio che gli Stati Uniti conservano in alcuni campi, con le relative e inquietanti ricadute militari.
Ormai si è capito che l’asse russo cinese nonostante tutto è forte, gli Usa e l’Ue non ci stanno e attaccano sui due fronti, chi con sanzioni chi, al momento, con guerre commerciali. Come andrà a finire? Sarà un processo storico-politico lungo, con avanzamenti e arretramenti, come tutti i processi rivoluzionari.
E non sarà un pranzo di gala».
La chiosa maoista è un ottimo detour che consente di proporre ancora un'ennesima interpretazione dello stravolgimento epocale che i summit fotografano, eliminando dall'inquadratura gli aspetti più sensibili... quelli dobbiamo estrarli noi con il confronto come quello che proponiamo qui.
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Autor | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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