Tratto da DOPPI PER ESSERE UNICI di Caterina Civallero e Maria Luisa Rossi:
“Il macrocosmo è il luogo da cui giunge e a cui ritorna ogni cosa di cui siamo fatti; il macrocosmo adopera l’essere per essere trasformato, e trasforma l’essere che lo adopera. Il corpo è strumento anch’esso, ma strumento e orchestra contemporaneamente. Uno scambio continuo fra macrocosmo e micro- reazioni microcosmiche, il tutto coordinato in una danza perpetua, in cui energia e forza sono ballerini in figura. Il nostro corpo (come tutti gli esseri viventi d’altronde) è in un certo senso lo specchio microscopico di ciò che avviene nell’universo. La forza gravitazionale tra laTerra e la Luna, a esempio, si manifesta anche tra esseri umani, anche se con intensità decisamente minore e matematicamente trascurabile. Il Sole inonda la Terra di particelle, noi ce le scambiamo senza accorgercene.
Se spingiamo una persona, le trasferiamo energia, ma non è detto che le uniche forze in gioco siano quelle tangibili. Inconsapevolmente, noi possiamo trasferire agli altri un’energia invisibile, un’energia che ne arricchisce il campo elettromagnetico. E se questo campo sia la combinazione di vari piccoli campi presenti già in noi dalla nascita e arricchiti in seguito da coloro che ci circondano?
Il grande Albert Einstein ci ha donato la formula che rende scientifiche le nostre considerazioni:
E=, che dimostra che l’energia può cambiare, trasformarsi in materia e viceversa. La materia si struttura ed esiste solo attraverso il lavoro di quattro grandi forze: forza nucleare forte, forza nucleare debole, forza elettromagnetica, forza di gravità, ognuna con il proprio rispettivo messaggero, gluoni, particelle z, fotoni e gravitoni. Egli dimostrò che materia ed energia sono i due aspetti della stessa sostanza universale, tale sostanza è un’energia primaria.
Forze e particelle governano la nostra vita tanto quanto quella di stelle e pianeti, queste generano campi energetici che si interfacciano con sistemi fisico-cellulari, questa rete è organizzata e alimentata da questa energia primaria che possiamo anche chiamare Forza Vitale.
Grazie a questo sinergismo l’unità vivente è molto più della somma delle sue parti, la forza vitale crea ordine nei sistemi viventi e rinnova continuamente la struttura cellulare attraverso il quale essa si manifesta, in accordo con i meccanismi intrinseci alla natura e all’universo. Il principio olografico[1] dice che ogni parte contiene l’informazione del tutto; questo principio è manifesto nel fatto che ogni cellula contiene il DNA con le informazioni sulla costruzione e il funzionamento dell’intero essere vivente. Lo stesso universo è visto come un’enorme struttura di interferenze energetiche con le stesse caratteristiche di un ologramma, decodificando un piccolo pezzo dell’ologramma universale è possibile ottenere informazioni sull’intero universo.
Ma la Forza ha due lati: uno è la luce elettromagnetica riflessa da una minuscola porzione della massa esistente appena il 5% o forse ancora meno, secondo i calcoli degli stessi astrofisici, l’altro è il lato luminoso che illumina il tutto, cioè quasi il 100%, colui che dirige la fusione nucleare nel cuore delle stelle, necessaria per sviluppare anche la biologia terrestre, quella parte che, secondo la scienza stessa, è una forza “sovrannaturale” nel senso che non sottostà alle forze che la fisica chiama “naturali” gravità, elettromagnetica e nucleare. E se la modalità gemellare ci permettesse di tornare all’essenza della Vita, se la modalità gemellare fosse proprio quella forza bilaterale che così poco conosciamo?”.

[1] Da ologramma s. m. [comp. di olo– e –gramma] (pl. –i). – Il risultato della registrazione fotografica di un’immagine (ottica, elettromagnetica, acustica) ottenuta con una delle tecniche dell’olografia.

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