Cortina

23 de may. de 2024 · 4m 46s
Cortina
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Immaginate di essere al centro della cerchia dentata di una grande corona di un re. Le Dolomiti si ergono tutto attorno a voi come gruppi di torri e guglie di...

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Immaginate di essere al centro della cerchia dentata di una grande corona di un re. Le Dolomiti si ergono tutto attorno a voi come gruppi di torri e guglie di roccia che si perdono nell’azzurro del cielo. Questo è il paesaggio di cui si può godere a Cortina, la Regina delle Dolomiti, collocata al centro della Conca Ampezzana, a 1224 m d’altezza. Passeggiando per le vie del centro è possibile ammirare alcune tra le più famose vette dolomitiche come le Tofane, il Cristallo, il Faloria, il Becco di Mezzodì, le Cinque Torri. La vera emozione, però, è scoprire queste montagne nella loro più intima essenza, grazie alla ricca offerta di escursioni e attività outdoor in ogni periodo dell’anno. Trekking slow, ferrate per alpinisti esperti, itinerari in mountain bike, escursioni sulla neve, lezioni di curling, noleggio fat bike, snowkiting: una scelta vastissima di attività adatte a tutti. Cortina è un vero e proprio paradiso per quanto riguarda gli sport invernali. Si possono praticate lo sci alpino, lo snowboard, lo sci di fondo, le escursioni con le ciaspole, ma anche le discese con le slitte, lo sci alpinismo, le arrampicate su cascate di ghiaccio e il pattinaggio su ghiaccio. Cortina, nel 1956, è stata la prima località italiana a ospitare i Giochi Olimpici Invernali. Settanta anni dopo, con Milano-Cortina 2026, sarà nuovamente sede delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali. Una delle particolarità di Cortina è l’essere, allo stesso tempo, una località con un panorama naturale unico e un luogo mondano. Dagli eventi, all’offerta gastronomica, che propone piatti della tradizione e alta cucina, al rinomato Corso Italia che con i suoi negozi, boutique, gioiellerie, profumerie, gallerie d’arte e locali è una delle vie dello shopping più famose d’Italia. In questo scenario unico non poteva mancare una storia che affonda le proprie radici nel lontano passato. La storia ampezzana si alimenta di notizie che diventano certe verso la fine del primo millennio d.C. Con le dominazioni barbariche e in particolare con quelle dei Longobardi e dei Franchi, l’Ampezzano divenne uno dei dieci centenari in cui fu diviso il Cadore, con il quale condivide tutte le principali tappe durate circa cinque secoli. Come per il resto del Cadore, all’inizio del XV secolo, anche per l’Ampezzano iniziò l’esperienza sotto la Repubblica di Venezia. Durò circa un secolo e fu interrotta quando, a seguito delle vicende della guerra tra le truppe imperiali e quelle venete, gli Ampezzani, nel 1511, optarono per essere sudditi di Massimiliano. Uscirono anche dalla Magnifica Comunità di Cadore e il confine meridionale con San Vito divenne confine di Stato. Non fu più tale nel corso del ‘800 quando l’Impero austro-ungarico ricomprese il Lombardo-Veneto, mentre la frontiera fu ripristinata con l’Unità d’Italia. Gli Ampezzani rimasero sudditi di Vienna fino al termine della Grande Guerra quando, nel 1918, l’esercito austro-ungarico fu sconfitto sulla linea del Grappa e del Piave e i soldati italiani giunsero a Cortina. A Cortina sopravvive ancora l’antico ordinamento delle Regole d’Ampezzo che disciplina l’uso collettivo del territorio. Le Regole possiedono un patrimonio molto vasto composto da circa 16.000 ettari di boschi e di pascoli. Una parte cospicua di questo patrimonio è compreso nel Parco delle Dolomiti d’Ampezzo gestito dalla Comunanza delle Regole d’Ampezzo, come stabilisce la legge regionale approvata nel 1990. La chiesa parrocchiale di Cortina è tra le più antiche della parte settentrionale della Provincia di Belluno. Ci sono indicazioni per una sua esistenza già nel X secolo, mentre l’attuale chiesa parrocchiale fu ricostruita con le fattezze di oggi nella seconda metà del ‘700. Possiede un notevole complesso di opere d’arte tra le quali primeggia l’altare ligneo realizzato dallo scultore e intagliatore zoldano Andrea Brustolon intorno al 1724. I dipinti sono invece opera del pennello di Giuseppe Zanchi e dei fratelli Luigi e Giuseppe Ghedina, artisti locali. Si deve infine ricordare il campanile, risalente alla metà del secolo scorso, che domina tutta la conca e sovrasta direttamente, con la sua mole, Corso Italia.
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