Il rischio è che la guerra di Gaza diventi regionale, con il coinvolgimento dell’Iran o delle sue emanazioni. A quel punto forse Netanyahu riuscirebbe a rimanere al potere - perché non si cambia governo in piena guerra - ma il presidente americano
Joe Biden faticherebbe ancora di più a evitare catastrofi.
Il 3 novembre ha parlato in diretta televisiva il leader di Hezbollah,
Hassan Nasrallah, con un discorso annunciato da giorni e atteso come quello di un protagonista della nuova geopolitica.
E già questo indica che i gruppi dell’islam radicale e terroristico hanno ottenuto il risultato più importante per loro, grazie alla strage del 7 ottobre: tutto il Medio Oriente, e anche il resto del mondo, è appeso alle mosse di Hamas a Gaza e di Hezbollah in Libano.
Un discorso molto attento a rispettare l’equilibrio tra esibizioni di potere e necessità di evitare di dimostrarlo.
Per capire meglio cosa sta succedendo e come interpretare il discorso di Nasrallah, ho chiesto aiuto a
Riccardo Cristiano, che ho conosciuto da poco ma che, grazie alla sua lunga esperienza in Medio Oriente e ai tanti rapport nell’area, soprattutto a Beirut, è la persona più adatta per fare un po’ di chiarezza.