Dadi vietati nella Piacenza medievale: la guerra (persa) contro gioco d’azzardo e ludopatia

20 de jul. de 2024 · 13m 5s
Dadi vietati nella Piacenza medievale: la guerra (persa) contro gioco d’azzardo e ludopatia
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Il Comune medievale di Piacenza lo vietò a suon di leggi fin dal XII secolo e i predicatori del tempo lo additavano come uno tra i peccati più gravi, eppure...

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Il Comune medievale di Piacenza lo vietò a suon di leggi fin dal XII secolo e i predicatori del tempo lo additavano come uno tra i peccati più gravi, eppure il pericolo dei “dadi” dilagava qui come altrove. Anche se la ludopatia non si chiamava ancora così, i poteri pubblici, laici ed ecclesiastici, temevano le conseguenze del gioco d’azzardo, che minava l’ordine pubblico e i patrimoni privati. Emblematico è il caso dell’amministratore di un ospedale pievano, Milo da Besenzone, condannato nel 1226 da un giudice delegato da papa Onorio III per avere sperperato nel gioco e nel vino i beni destinati all’accoglienza di poveri, malati e pellegrini. Ma i divieti, le multe e le minacce dell’inferno non sortirono l’effetto sperato e alla fine anche le autorità pubbliche piacentine dovettero accettare una soluzione di ripiego che almeno regolamentava la situazione e garantiva utili all’erario: il gioco d’azzardo fu consentito in case da gioco dette “baratterie”, una delle quali risulta aperta in città già nel 1323.

BIBLIOGRAFIADante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, VI, 1-3.Pietro Maria Campi, Dell’historia ecclesiastica di Piacenza, III, Piacenza, G. Bazachi, 1662, pp. 66 e 198.Lo statuto di Piacenza del 1323, ed. Emanuela Fugazza, Pavia, Pavia University Press, 2012 (Editoria scientifica), liber V, § 34, p. 114.Giacomo Nicelli, Alle origini di Castel San Giovanni: la pieve di Olubra, Piacenza, Tip.Le.Co, 2021, pp. 377-388.Arrigo Solmi, Le leggi più antiche del comune di Piacenza, in «Archivio Storico Italiano», LXXIII, 1915, p. 74 e nota 24.Ilaria Taddei, Gioco d’azzardo, ribaldi e baratteria nelle città della Toscana tardo-medievale, in «Quaderni storici», n.s., 31/2 (1996), pp. 335-362.MUSICASe fosse possibile, visto che lo cito, inserirei un brevissimo passo (anche solo le prime parole) del brano “In taberna quando sumus” musicato da Orff https://www.youtube.com/watch?v=YkgX8PUA3F8FOTOGiocatori a dadi in una miniatura di: Biblioteca Statale di Monaco di Baviera, Codex Latinus Monacensis 4660 (detto anche Codex Buranus), f. 91 (sec. XIII).


Puntata a cura del giornalista esperto di storia e  Medioevo Giacomo Nicelli. Editing e sound desgin Matteo Capra.
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