Ep. 12 - (Pen)ultime notizie sul risveglio

31 de dic. de 2023 · 48m 46s
Ep. 12 - (Pen)ultime notizie sul risveglio
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I tentativi di riattivare la Democrazia cristiana, anche dopo i verdetti negativi dei giudici del 2013-2015, si moltiplicano: il più interessante trova una possibile via nel codice civile (art. 20),...

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I tentativi di riattivare la Democrazia cristiana, anche dopo i verdetti negativi dei giudici del 2013-2015, si moltiplicano: il più interessante trova una possibile via nel codice civile (art. 20), che consente a un decimo degli associati di ottenere la convocazione dell’assemblea di un’associazione, rivolgendosi al presidente del tribunale. Un gruppo di persone (tra cui Nino Luciani e Alberto Alessi) a metà del 2016 interpella ancora il Tribunale di Roma, presentando circa 200 firme di persone che nel 2012 – in vista del secondo XIX congresso, poi invalidato – avevano confermato la loro iscrizione alla Dc. Il percorso è lungo, ma stavolta il tribunale convoca l’assemblea degli iscritti, fissandola per il 26 febbraio 2017 all’Ergife: la riunione si svolge, parecchio movimentata, sceglie come guida temporanea Gianni Fontana, fino al 14 ottobre 2018, quando - al terzo XIX congresso - diventa segretario Renato Grassi.
La pace, però, non torna tra i “democristiani non pentiti”. Mentre l’Udc continua a esistere e operare (sia pure in formato ridotto rispetto al passato) e Gianfranco Rotondi centra di continuo la rielezione in Parlamento (grazie a sigle diverse), la Dc di Fontana e di Grassi non riesce a partecipare con lo scudo crociato alle elezioni politiche del 2018; soprattutto, da più parti si ritiene viziato il congresso del 2018 e c'è chi è convinto di averlo revocato. In vista delle elezioni anticipate del 2022, le Democrazie cristiane che presentano il simbolo sono ben quattro, ma l’unico ammesso è quello della Dc di Grassi, che sostituisce lo scudo con un drappo crociato: nel 2023 la segreteria passa da Grassi a Totò Cuffaro, fresco di riabilitazione e le liti su nome e simbolo ripartono. Offrendo nuove (pen)ultime notizie a una storia che sembra infinita.
La registrazione dell'assemblea del 26 febbraio 2017 è personale; l'intervento di Grassi al congresso del 2018 è stato tratto dal canale YouTube di Luigi abbate; la dichiarazione di antonio Cirillo è stata raccolta dall'emittente TvCity. L'intervento di angelo Sandri è tratto da un filmato della pagina Facebook della sua Democrazia cristiana; la dichiarazione di Totò Cuffaro viene da Tv Europa. Sono tratte invece dall'archivio di Radio Radicale le interviste a Gianfranco Rotondi e Cuffaro, realizzate da Lanfranco Palazzolo.
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Comentarios
Luigi Mazzarino

Luigi Mazzarino

hace 5 meses

La Democrazia Cristiana, nonostante le amenità raccontate dai vari "ricostituenti" nel corso degli anni, non si è mai sciolta: ha solo cambiato nome da DC a PPI. Il fatto che un Tribunale abbia, correttamente, ritenuto che il Consiglio e la Direzione Nazionale non avessero il potere di cambiarle nome, non comporta che qualcuno possa tentare di appropriarsi della sua eredità. Ciò premesso, è appena il caso di ricordare che la DC non ha più neanche un iscritto dal 1994 (anno del "cambio del nome"); di conseguenza non si comprende bene di cosa stiamo parlando: del 10% di cosa ? Quand'anche, poi, si volesse far riferimento al 10% degli iscritti del 1993 (cosa non ammissibile, visto che l'iscrizione, per essere valida doveva essere rinnovata annualmente...), vorrei far umilmente notare che gli iscritti alla Democrazia Cristiana nel 1993 erano 813.753. I "ricostituenti" dovrebbero, quindi, per prima cosa recuperare i tabulati degli iscritti al Partito (forse custoditi dall'Istituto Sturzo), integrandoli con le eventuali iscrizioni tardive, e poi raccogliere la sottoscrizione di 81.376 (ex) soci dellaDC. I "Congressi nazionali" convocati da poche decine di presunti ex iscritti, autodichiaratisi tali, farebbero solo ridere, se non offendessero la memoria della DC e dei milioni di militanti ed elettori che hanno creduto in essa....
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Autor Gabriele Maestri
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