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Links e Studi consultati:

https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1812856?query=featured_home
https://www.bbc.com/news/health-50220925
https://www.bbc.com/news/uk-wales-48473190

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Ci sono possibili terapie o cure contro l’allergia dovuta alle arachidi? Oggi volevo affrontare questo argomento. I rischi di questa allergia, ed i possibili metodi per curarla o per limitarla, se questi esistono. Il problema delle allergie è molto ma molto sentito. Se però una volta tutte le strade erano completamente chiuse a possibili soluzioni, ci sono effettivamente alcuni passi avanti, fatti in tempi recentissimi. Oggi volevo portare l’attenzione sulle arachidi
L
e arachidi sono legumi, anche se erroneamente considerati fra le noci per la sua composizione, che hanno ad alto contenuto di proteine e di grassi di buona qualità, non che’ per l’alto contenuto di Niacina, la cosiddetta Vitamina B3. L’allergia è prevalentemente provocata da 3 proteine che sono presenti nel seme. La ARA H1, la ARA H2 e la ARA H3. Purtroppo, queste proteine non sono degradate dal calore e per cui, neanche dopo la tostatura, vengono eliminate. Restano una forte fonte allergica, per chiunque non riesca a metabolizzare queste proteine.

Seppure si stia cercando di creare una arachide OGM che sia priva delle proteine che inducono la risposta allergica, fino ad oggi, l’unico modo per evitare le allergie, sembra semplicemente essere quello evitarle come la peste. Non mangiarle e non avvicinarsi. Si tratta di una allergia abbastanza pericolosa, che può provocare shock anafilattico, che se non adeguatamente e tempestivamente tamponata con i farmaci, può portare alla morte. Questo è il motivo per il quale molte compagnie aeree, le hanno rimosse e non le servono più ed anche perché’ quando compri un alimento, che con le arachidi non c’entra niente, puoi trovare in etichetta la dicitura che il prodotto è stato lavorato o impacchettato su una linea produttiva che le usava. Bastano veramente dosi minime per scatenare una reazione allergica, in molto casi fatale.
Ma allora non esiste nessuna cura? In realtà ci sono studi in corso, che hanno fornito degli ottimi risultati per evitare gli shock anafilattici. Lo studio che ti presento è stato riportato sul NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE, che ha preso in studio un campione di 551 pazienti compresi fra i 4 ed i 55 anni, gravemente allergici alle arachidi. La modalità di studio è stata quella di fornire dosi di un particolare medicinale chiamato AR101, anzi dovrei dire il principio attivo del medicinale, che è in pratica un derivato chimico che serve ad investigare le reazioni allergiche alle arachidi.

I soggetti erano tutti allergici a dosi bassissime di arachidi, circa un terzo di un singolo seme, che corrispondono a circa 100 mg di proteine che sviluppavano la reazione allergica, per cui puoi capire che la risposta allergica partiva da una dose bassissima di principio attivo. Per un periodo di 24 settimane è stata incrementata la dose di AR101, in maniera esponenziale e controllata, e dopo le 24 settimane, quasi il 70% dei soggetti era in grado di ingerire circa 600 mg di fattore allergico. Per cui due interi semi circa. Che è un risultato eccezionale. Ovviamente lo scopo non è principalmente quello di avere arachidi per tutti, ma ovviamente di evitare delle situazioni in cui una risposta allergica particolarmente estrema, possa causare la morte di un soggetto, che per la maggior parte dei casi, risulta essere un bambino. Il reale obiettivo, almeno momentaneamente, è di evitare l’esposizione accidentale dei bambini, ma anche degli adulti, a delle fonti che possono scatenare reazioni allergiche, che ti ricordo essere possibili, non solo per ingestione, ma anche per inalazione.

Addirittura, una ragazzina di 6 anni è riuscita a creare nel suo organismo una tolleranza totalmente inaspettata. Potrebbe addirittura ingerire 7 arachidi, senza per questo sentirsi male. E soprattutto senza vivere nel terrore di poter entrare a contatto con degli allergeni potenzialmente fatali. Un altro studio su circa 100 pazienti e’ ancora in corso presso il Kings and Evelina Children Hospital di Londra. Qui stanno seguendo invece un altro percorso.

Si sta facendo assumere dosi giornaliere dei fattori che scatenano la riposta allergica per vedere se il corpo e l’organismo, reagiscono in qualche modo. Fino ad ora si sta notando che l’organismo riesce a produrre degli anticorpi che fanno sì che si tolleri meglio la presenza dei fattori che causano allergia. Un poco come se ci fosse una memoria intrinseca del corpo, come avviene per le malattie. La limitazione in questo caso sembra essere che l’assunzione deve essere giornaliera e che non si possono saltare dosi. Che è una situazione alquanto complessa, soprattutto per quanto riguarda bambini ed adolescenti, che sono meno inclini al rispetto della terapia. Ma si può affermare senza ombra di dubbio che i passi che si sono fatti sono giganti e che nel lungo periodo si potrebbe arrivare a risolvere questo problema una vota per tutte.