Nel centro storico di Melfi e sul Monte Vulture, in provincia di Potenza, a Pentecoste si svolge la manifestazione che rievoca la "Pasqua di sangue" del 1528, quando le truppe francesi del maresciallo Lautrec, al servizio di Re Francesco I di Valois, misero a ferro e fuoco la cittadina, saccheggiandola.
Gli abitanti trovarono rifugio nella selva dello Spirito Santo sul Monte Vulture, dove rimasero nascosti per 50 giorni fino a Pentecoste, quando gli spagnoli dell'imperatore Carlo V liberarono Melfi.
La festa inizia il sabato sera con una processione notturna, nella quale donne nubili e ragazze trasportano l'effigie dello Spirito Santo - una statua raffigurante un uomo barbuto, sovrastato da una colomba e dal simbolo della trinità - fino alla cripta dello spirito Santo sul Monte Vulture.
La domenica mattina la statua viene riportata in paese: inizialmente è trasportata sulle spalle di alabardieri e solo successivamente viene issata su di un carro trionfale trainato da buoi, accompagnato dalla folla che assiste numerosa.
Si forma così una processione particolarmente spettacolare, con un corteo di personaggi in costume cinquecentesco.
La sfilata è aperta da due paggi che recano le pergamene con le quali Carlo V conferì alla città il titolo di fedelissima e concesse per 12 anni l'esenzione dai tributi.
Seguono i tamburini e gli alfieri con le bandiere delle sei porte cittadine: Bagno, Calcinaia, Sant'Agostino, Sant'Antonio e Troiana.
Chiudono il corteo i cavalieri e il capitano spagnolo, detto "il Generalissimo", seguiti dalla statua della Santissima Trinità.
In occasione della festa vengono suonate delle trombe di terracotta di fattura locale che ricordano i corni giubilari e che incuriosiscono ogni anno i visitatori.

Melfi: https://maps.app.goo.gl/Ftnj7zUj4nvKjVH56