Voglio fare una cosa diversa per analizzare questo serial killer, voglio partire dalla sua immagine, dalla sua fotografia.
Sì perché qui siamo di fronte a un killer particolare, a un killer che non sembra un killer ma guardandolo in faccia si ha la sensazione di essere davanti all’immagine dell’uomo comune, di un uomo qualsiasi, di un dejavu.
Altezza nella media, volto da bravo ragazzo, baffi accennati prima e sempre più pronunciati con il passare degli anni, mi ricorda una qualsiasi comparsa in un qualsiasi film americano ambientato nelle sperdute terre dell’Oregon.

Gary Ridgway aggiunge alle mie ricerche un mattone importante e che spesso è sottovalutato negli studi di questi personaggi: la normalità che quasi sfiora la banalità nell’immagine del male.
Perché siamo al cospetto di uno dei serial killer più longevi della storia e che probabilmente ha il curriculum con più vittime, ben 49 accertate e 71 sospettate in 20 anni di caccia all’uomo per stanarlo.
L’attrazione verso questo tipo di killer è evidentemente legata a doppio filo alla sua povertà di espressione.
Gary non è un uomo affascinante, non ha un’espressione particolare, non ha tratti somatici peculiari…
Gary è semplicemente e banalmente un uomo comune…
Una persona dalle fattezze del padre di famiglia, del vicino che ti presta il sale e che la domenica falcia il prato…
E’ un caso simbolo… da studiare… e indovinate chi lo farà?

Voce: Rudy Bandiera
Co-Voce: Chiara Bernabei
Idea e sceneggiatura: Roberto Incagnoli
Montaggio e Produzione: PubMe Srl
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