II - I vecchi e i nuovi di Littoria da «TERRA NUOVA - Prima Cronaca dell’Agro Pontino» di Corrado Alvaro

8 de ene. de 2024 · 20m 13s
II - I vecchi e i nuovi di Littoria da «TERRA NUOVA - Prima Cronaca dell’Agro Pontino» di Corrado Alvaro
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Per tutti questi giorni di novembre, nella mia vita nell'Agro Pontino, sono stato ossessionato dall'acqua. Pioveva scrosci, interminabilmente, ed era questa una stagione adatta per vedere l'agro: erano gonfi i...

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Per tutti questi giorni di novembre, nella mia vita nell'Agro Pontino, sono stato ossessionato dall'acqua.
Pioveva scrosci, interminabilmente, ed era questa una stagione adatta per vedere l'agro: erano gonfi i canali, i rii, le cunette; nei luoghi ancora inesplorati si aprivano gli stagni; la vita si svolgeva sotto l'acqua ugualmente, tutti eravamo tuffati in un elemento fluido e corrente, tanto che era un piacere affondare gli stivali nelle pozze e nel terreno zuppo.
Percorrendo le strade lungo i grandi canali, si vedevano gli armenti di pecore nella prateria vicina raccolti come un mucchietto di sementi, i cavalli della tenuta Caetani branchi in fuga sotto il Nembo.
Ai limiti della bonifica sul canale Sisto, gente coi mantelli e gli ombrelli stava lungo la proda attenta al filo dell'amo: erano gli ultimi di quella vecchia umanità che cercava alla palude i pesci e la selvaggina.
Il ricordo di questa vecchia vita è ancora dappertutto come un cane sperso, e fa da curioso contrasto.
Portano mantelli che sono Cenci, così logori che le pieghe si direbbero fisse e rigide come in una creta; stanno sotto gli ombrelli grandi, sotto la tesa del cappello, e levano vecchi visivi su cui i secoli sono passati invano e il tipo s'è riprodotto con la sua prima forza; sono i vecchi avvitatori delle selve e degli stagni, forse generazioni rimaste dalla preistoria, che devono avere sempre portato il medesimo costume.
Alla stazione di Littoria, di prima mattina, avevo veduto due "macchiaroli", come li chiamano qui gli abitanti delle selve: erano uomo e donna, avevano portato a vendere sei agnelli che avevano trasportato appesi al braccio per le zampe legate, come borse.Il loro dialetto stretto e duro era fatto di parole antichissime coperte di terra: non capivano molte frasi che si dicevano intorno a loro.
Se qualcuno si fosse preoccupato di mettere a fronte il vecchio e il nuovo dell'Agro, non avrebbe potuto combinare una scena migliore: da una parte questi due antichissimi uomini, dall'altra il rosso autocarro che aspettava, quel giorno, un gruppo di coloni all'arrivo, la stazione di Littoria che è di stile razionale, la baracca del posto di ristoro che fumava in attesa della distribuzione del brodo, della carne, dell'arte agli arrivanti.
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Autor Giuseppe Cocco
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