Il ministro della Pubblica Istruzione ricorda il male del comunismo
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In occasione del Giorno della Libertà, istituito dal Parlamento, per il 9 novembre, data in cui nel 1989 fu abbattuto il Muro di Berlino, il ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, tramite i dirigenti scolastici, ha inviato a tutti gli studenti italiani una lettera in cui invita i ragazzi a riflettere sull'anniversario di questo evento che «gli storici hanno molto studiato e continueranno a studiare», ma che merita di essere giudicato anche da chi frequenta le aule scolastiche. La lettera del Ministro non è lunga ed ecco il suo testo integrale.
TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL MINISTRO
"Care ragazze e cari ragazzi, la sera del 9 novembre del 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est attraversano i valichi del Muro e si riversano nella parte occidentale della città: è l'evento simbolo del collasso del blocco sovietico, della fine della Guerra Fredda e della riunificazione della Germania e dell'Europa. La caduta del Muro, se pure non segna la fine del comunismo - al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese - ne dimostra tuttavia l'esito drammaticamente fallimentare e ne determina l'espulsione dal Vecchio Continente.
Il comunismo è stato uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, nei diversi tempi e luoghi ha assunto forme anche profondamente differenti, e minimizzarne o banalizzarne l'immenso impatto storico sarebbe un grave errore intellettuale. Nasce come una grande utopia: il sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l'umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette. Che la proietti, insomma, verso il paradiso in terra. Ma là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte. Perché infatti l'utopia si realizzi occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto - umanità, giustizia, libertà, verità - sia subordinato all'obiettivo rivoluzionario. Prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare. La via verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri. E si rivela drammaticamente vera l'intuizione che Blaise Pascal aveva avuto due secoli e mezzo prima della Rivoluzione russa: «L'uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l'angelo fa la bestia».
Gli storici hanno molto studiato il comunismo e continueranno a studiarlo, cercando di restituire con sempre maggiore precisione tutta la straordinaria complessità delle sue vicende. Ma da un punto di vista civile e culturale il 9 novembre resterà una ricorrenza di primaria importanza per l'Europa: il momento in cui finisce un tragico equivoco nel cui nome, per decenni, il continente è stato diviso e la sua metà orientale soffocata dal dispotismo. Questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al risorgere di aggressive nostalgie dell'impero sovietico e alle nuove minacce per la pace in Europa.
Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell'utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com'è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l'unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile."
LE REAZIONI
Con questa lettera Valditara assolve a un compito educativo che è proprio del Ministero di cui ha la responsabilità: istruire e formare le giovani generazioni. Le parole del Ministro si limitano a ricordare ciò che è avvenuto nei Paesi governati dai comunisti, ma la sinistra italiana ha inscenato una pretestuosa polemica contro la sua lettera. Il Partito Democratico ha accusato il ministro di "fare propaganda politica", mentre il segretario di Sinistra Italiana Fratoianni ha affermato che "oggi tocca al titolare dell'Istruzione ergersi sulle macerie del Muro di Berlino, per dare una lezione quanto mai stantia sul comunismo".
Però in questo mese di ottobre, in occasione del centenario della Marcia su Roma sono usciti una caterva di libri e di articoli rievocando e condannando, giustamente il fascismo, senza che negli ultimi trent'anni, si sia mai sentita qualsiasi condanna del comunismo. Del comunismo possono parlare solo i comunisti, i post-comunisti, i neo-comunisti, ma agli anticomunisti è interdetta la parola. Il vizio ideologico della sinistra è ancora quello che il filosofo Augusto Del Noce denunciava negli anni Ottanta del Novecento: considerare non il comunismo, ma il fascismo, il male assoluto del secolo, e su questo principio costruire una strategia di demonizzazione dei propri avversari politici. Ma mentre il fascismo è storicamente tramontato, il comunismo è ufficialmente professato dalla Cina, ed è ancora esaltato in Russia. Chi, come la sinistra italiana e internazionale, celebra l'antifascismo, ma nega il diritto di condannare pubblicamente il comunismo, dimostra con questo atteggiamento che il comunismo non è morto. Il che conferma quanto sia stata opportuna la lettera del ministro Valditara.
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Autor | BastaBugie |
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