Verona, proteggeva la figlia dal fidanzato violento: aggredito dal padre dell'uomo con 13 forbiciateFeroce agguato, in cella per tentato omicidio il papà dell’ex partner. Nei guai anche la moglieFaccia a faccia con la morte per proteggere la figlia. «Ha un forbice!» è riuscito a chiedere aiuto la vittima prima di essere colpito tredici volte con le lame appuntite. Trafitto con un affilato attrezzo da elettricista al petto, alle ascelle, al collo, al braccio, allo zigomo, alla tempia.Il perché dell'aggressioneUna feroce aggressione che poteva costare la vita al ferito, colpito con tanta e tale veemenza per essere intervenuto a difesa della propria figlia contro il fidanzato violento. Quest’ultimo, ormai diventato l’ex partner della giovane, è il figlio dell’autore dell’agguato, mentre il malcapitato è il padre della ragazza. Una coppia di giovani che si divide per volontà di lei a causa delle (presunte) angherie di lui: i papà dei due ragazzi che supportano i rispettivi figli, quello di lei condividendone la decisione di lasciare il partner manesco, quello di lui invece arrabbiandosi e intervenendo per convincerla a riallacciare la relazione interrotta. «Non aveva accettato la decisione della ragazza - secondo i familiari del ferito, salvo per miracolo - pretendendo di riportarla con forza presso l’ex compagno», figlio dell’aggressore. Due famiglie, ambedue appartenenti alla galassia nomade, che entrano in conflitto: a farne le spese, rischiando addirittura di essere ucciso, si è ritrovato il padre della giovane, 49enne residente nel campo di Cerea.La ricostruzioneÈ qui che, l’11 gennaio 2023, è stato raggiunto e ferito a colpi di forbice - secondo la ricostruzione avvalorata dal pm Alberto Sergi della Procura di Verona - da Romeo Maier, 55enne nomade domiciliato a Sarcedo nel Vicentino, e ora detenuto in carcere per questa vicenda. Una tragedia sfiorata, un fatto di cronaca gravissimo, quello accaduto dieci mesi fa a Cerea, ma rimasto finora coperto dal segreto istruttorio: uno strettissimo riserbo interrotto soltanto ieri, all’udienza preliminare che si è tenuta davanti alla giudice scaligera Maria Cecilia Vitolla e sfociata nel rinvio a giudizio di entrambi i genitori dell’ex fidanzato violento. Oltre a Maier, pluripregiudicato per reati in gran parte di tipo predatorio (furti e rapine) e chiamato ora a rispondere di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione, nei guai è finita anche la moglie Anna Teresa Hudorovic di 52 anni: entrambi sono difesi dall’avvocato Nicola Canestrini del Foro di Trento, ma a differenza del marito la donna è in stato di libertà in quanto le viene contestata la più lieve accusa di violenza privata. Un mese dopo (per l’esattezza il 16 febbraio 2023) il sanguinoso agguato attuato dal consorte Maier ai danni del padre dell’ex ragazza di loro figlio, la 52enne nomade secondo gli inquirenti avrebbe costretto la vittima dell’aggressione, nel frattempo dimesso dall’ospedale, a ritirare la denuncia per tentato omicidio aggravato contro il coniuge, dandogli perfino un ultimatum («entro le 15 di oggi, ndr») e minacciando in caso contrario che «sarebbe andata a trovarlo e avrebbe ammazzato qualcuno.
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