“
Guardie e ladri”. Adesso mettetevi nei panni di
Totò che scappa e
Aldo Fabrizi che faticosamente insegue. E dunque
l’Inter è
Totò il ladro e la
Juventus,
Aldo Fabrizi la guardia. Figuriamoci cosa possa scatenare, un paragone cinematografico del genere, nell’eterno scontro tra
Inter e
Juve. Per alcuni la realtà è questa e per altri è il mondo sottosopra. Chi è la guardia e chi è il ladro?
Massimiliano Allegri ha messo il sale sulla coda dell’
Inter, citando l’epopea del grande cinema italiano (il film è di Mario Monicelli e risale al 1951), rispondendo furbamente a
Marotta che aveva parlato di
“lepre e cacciatore”, un paragone più asettico, il livornese invece ci ha messo un surplus velenoso di suo, e soprattutto contando, Allegri, di arrivare al prossimo
Inter-Juventus di domenica 4 febbraio (23a giornata) guardando i rivali dall’alto in basso, sia pure solo virtualmente, a causa del rinvio del prossimo turno dell’
Inter contro
l’Atalanta e del suo impegno in
Supercoppa. L’idea è quella di mandare
l’Inter nel pallone, e spargere qualche seme di psicodramma in stile campionato di due anni fa. Insomma il gioco comincia a farsi duro e il duello dal campo si sta rovesciando, secondo copione, nell’arena mediatica.
Allegri e
Marotta, ex sodali bianconeri, i protagonisti del braccio di ferro verbale. La
Juventus ha avuto il grande pregio di essere rimasta attaccata all’
Inter, gestendo in silenzio e con grande efficacia tutti i problemi di una squadra non sempre cresciuta in maniera armonica e ora rinforzata con un bell’innesto di giovani speranze. Agli improvvisi e ritrovati gol di
Vlahovic, che evidentemente comincia a sentire i pungoli della panchina e dello scalpitare di
Yildiz, adesso si sta unendo il necessario apparato di supporto. Quando il gioco si fa duro servono i gol, ma non solo. Anche le parole allora vanno affilate e allenate.
Inter e
Juventus è solo all’inizio, preparatevi al mega scontro dei rispettivi
Minculpop. Chi è la guardia e chi è il ladro?
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