“Intrusi troppo prolifici”, il grimaldello elettorale antimusulmano di Modi
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Una forma di apartheid nazihindu già economicamente attivo https://www.china-files.com/elefanti-a-parte-una-campagna-elettorale-sulla-pelle-dei-musulmani/ A partire da questo articolo di Matteo Miavaldi affrontiamo con lui l'analisi di questo momento dela politica indiana. Come dovunque in...
mostra máshttps://www.china-files.com/elefanti-a-parte-una-campagna-elettorale-sulla-pelle-dei-musulmani/
A partire da questo articolo di Matteo Miavaldi affrontiamo con lui l'analisi di questo momento dela politica indiana.
Come dovunque in questo snodo epocale che vede trionfare destre populiste e, una volta conseguito il potere, dedite a riscrivere la storia per mantenerlo, squadriste, anche in India uno dei passaggi principali è il controllo totale dei media; l'Ispi descrive il ranking democratico di Mumbai così: «Nei dieci anni di governo Modi, le libertà civili dei cittadini indiani siano state minacciate, che le proteste (anche pacifiche) siano state spesso represse con la forza e che la stampa indiana, ancorché ancora molto vivace, abbia subito pressioni e minacce dagli organi governativi. In questo contesto le violenze contro la minoranza musulmana sono in aumento e il sistema giudiziario del paese appare sempre più allineato con il potere esecutivo».
E poi la riscrittura della Costituzione, laica per Nehru, ma che potrebbe venire piegata in funzione della predominanza induista, se il Bjp di Modi ottenesse quota 400 alle elezioni in corso; le operazioni di voto, alquanto complesse considerando la demografia e le distanze, sono iniziate il 19 aprile per il rinnovo della Lok Sabha (Camera del popolo), la camera bassa del parlamento indiano che, insieme alla camera alta, il Rajya Sabha, compone l’organo legislativo indiano. Modi durante il suo governo ha implementato una politica di comunitarizzazione del paese emarginando la minoranza islamica (il 15% della popolazione quasi 200 milioni di persone) e rinfocolando il nazionalismo hindu con atteggiamenti e dichiarazioni anche in campagna elettorali estremamente divisive e discriminatorie verso i musulmani definiti “gli intrusi “. La modifica della legge sulla cittadinanza, l’abrogazione dell’articolo della costituzione che riconosceva l’autonomia del Kashmir con la conseguente repressione delle proteste hanno confermato la volontà di Modi di affermare come unica identità indiana quella hindu.
Sempre l'Ispi: «L’India è oggi la grande economia che cresce più velocemente e lo scorso anno, il Pil indiano ha superato quello del Regno Unito, la vecchia potenza coloniale. Si prevede che entro il 2030 supererà anche quello della Germania e del Giappone». Nonostante la crescita del Pil indiano permangono disuguaglianze enormi tra la minoranza del 1% della popolazione che possiede il 40% della ricchezza e la gran parte dei lavoratori indiani impiegata nel settore informale senza diritti e con bassi salari, le riforme in agricoltura hanno colpito i piccoli produttori sempre più impoveriti. Questi temi non hanno alcun riflesso sulla campagna elettorale del BJP che alimenta solo le pulsioni identitarie antimusulmane che evidentemente pagano di più dal punto di vista elettorale.
Sullo scacchiere internazionale l'India è in lizza per la leadership all'interno del Sud globale, posizionandosi non solo come critico ma come collegamento cruciale con il Nord globale nel quadro della strategia indopacifica, ma forse ancora non ha sfilato alla Cina il ruolo di fabbrica mondiale e l’innovazione non ha ritmi così rapidi da coinvolgere sufficienti strati di popolazione da lanciare un vero e proprio boom economico diffuso.
Come può Nuova Delhi sfruttare la sua posizione centrale nella dinamica che vede al centro l’Indopacifico?
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Autor | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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