La Gentilezza in Azione

14 de feb. de 2022 · 47m 43s
La Gentilezza in Azione
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Io sono gentile perché intendo condividere qualcosa con gli altri Inizia così il webinar "La gentilezza in azione" del dott. Ernesto Insardi. La gentilezza è una qualità che è insita...

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Io sono gentile perché intendo condividere qualcosa con gli altri

Inizia così il webinar "La gentilezza in azione" del dott. Ernesto Insardi. La gentilezza è una qualità che è insita in tutti noi ma è assopita perché non la alleniamo.

Presi dalla fretta e dalla frenesia della vita non ci facciamo più caso; la gentilezza è come un muscolo... più si utilizza e più si fortifica.

Come la mettiamo in azione?

Partiamo da due concetti contrapposti e cioè dal cosa non è la gentilezza e da cos'è la gentilezza.

La gentilezza non è una tecnica che si può studiare sui libri.

La gentilezza è un comportamento, un atteggiamento e un attitudine. E' vista come prendersi cura dell'altro. Insomma è un atteggiamento e non una sommatoria di buone maniere.

Durante la pandemia si è dato peso a questa tematica. Indagini ISTAT indicano come il volontariato in Italia sia di 7 milioni di persone e che l'Italia è al primo posto in Europa. Però abbiamo qualche bias che non ci fa molto onore.

"Gli immigratori alimentano la criminalità" ad esempio. Essere gentili vuol dire anche vedere con occhi diversi cose che non fanno onore a chi recita questa tipologia di affermazione.

Chi è nel settore della previdenza, della consulenza sa che l'Italia non può far a meno di un immigrazione controllata perché è un Paese con bassa natalità.

Anche durante il COVID all'inizio eravamo tutti bravi (ricordate le frasi "andrà tutto bene"?) ma nel frattempo sono morte 145.000 persone e siamo passati dai baci sui balconi ai "vaffa" dalle scale.

Questo perché abbiamo avuto paura e la paura genera avversità.

L'uomo è un animale che fa branco e proprio per questa sua natura lo ha fatto per sconfiggere il Covid. Questo non è accaduto e siamo tornati alla paura. Gli uomini sono fatti di relazioni altrimenti sarebbero condannati alla solitudine.

Marco Aurelio definiva la gioia dell'umanità la gentilezza. Eraclito affermava il mondo essere "un mondo liquido dove tutto deve correre velocemente", un vortice di attività che genera insicurezza ed incertezza "il fiume è un fiume perché le acque scorrono altrimenti non sarebbe un fiume".

Ma come impariamo a gestirlo?

La gentilezza dipende dal dna, dal daimon (come dicevano i greci), dipende dalla propensione individuale. Non dimentichiamoci che noi siamo gli artefici del nostro destino.

Cosa succede nel mondo delle relazioni commerciali

C'è stato il record di contatti a km 0 per i consulenti, per il web speaking, per l'uso delle tecnologie che ci ha permesso di arrivare a tutto più velocemente. Ma siamo diventati più bravi? NON CREDO.

Per citare Platone che affermava "Non esiste lo Stato perfetto" la giustizia è importante ma molto più lo è la gentilezza. Un uomo giusto non può non essere gentile. La gentilezza contribuisce al benessere psico fisico (pensate a chi soffre di gastrite e problemi simili). Dovrebbe essere praticata a tutti i livelli.

Il capo gentile ottiene risultati per più tempo e crea fiducia con i membri dell'organizzazione.

Come si impara ad essere gentile?
Conversazione gentile: dobbiamo riscoprire la capacità e il piacere di conversare con gli altri senza un doppio fine che sia di persona, a distanza o in smart working.
Osservare il comportamento di persone gentili: prendere esempio da loro potrebbe aiutarci.

ALLENAMENTO DEL GIORNO
Parafrasando i X Comandamenti possiamo affermare che per allenare la gentilezza dobbiamo:

- esercitare l'ascolto attivo (se Dio ci ha dato due orecchie ed una bocca ci sarà un motivo): non parlare sopra e dare tempo agli altri. Siamo noi che andiamo verso gli altri e non viceversa.
- Quando parliamo cerchiamo di essere positivi e sinceri.
- Cercare ciò che ci unisce anche nelle piccole cose.
- La cordialità e la buona educazione ci aiutano a rompere il ghiaccio: grazie ad essere avremo la capacità di parlare con gli altri.
- No cellulari.
- Evitare l'impeto (troppo entusiasmo): con calma ascoltiamo e diamo la possibilità all'altro di dire la propria.
- Cerchiamo di alleggerire gli argomenti.
- Allenarsi a trovare qualcosa di positivo nel mio interlocutore: se non ne trovo uno ve lo dico io "Respira".
- Ringraziare sempre e darsi un arrivederci piuttosto che un addio.

Fate come le giovani marmotte: un atto di gentilezza al giorno, leva l'angoscia del vivere di torno".
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Autor Fabbrica delle Professioni
Organización Fabbrica delle Professioni
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