La triste fine del liberalismo: tutti possono fare quel che gli pare... ma se non sei d'accordo sarai punito

9 de feb. de 2021 · 5m 25s
La triste fine del liberalismo: tutti possono fare quel che gli pare... ma se non sei d'accordo sarai punito
Descripción

TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6463 LA TRISTE FINE DEL LIBERALISMO: TUTTI POSSONO FARE QUEL CHE GLI PARE... MA SE NON SEI D'ACCORDO SARAI PUNITO La prima crepa nel principio di libertà di...

mostra más
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6463

LA TRISTE FINE DEL LIBERALISMO: TUTTI POSSONO FARE QUEL CHE GLI PARE... MA SE NON SEI D'ACCORDO SARAI PUNITO
La prima crepa nel principio di libertà di espressione furono i divieti di ricostruzione del fascismo, la seconda arrivò con il negazionismo e la Legge Mancino, poi con il reato di omofobia ecco a noi il carcere per tutti
di Rino Cammilleri
Tutto cominciò con i divieti di «ricostituzione» inseriti nelle Costituzioni italiana e tedesca, che ovviamente comprendevano quelli di apologia di fascismo e nazismo in senso molto lato, tant'è che ancora oggi anche il saluto c.d. romano è perseguibile penalmente. A quel tempo sembrò una misura coerente e plausibile, ma era solo la prima crepa nel principio di libertà di espressione.
Ci volle qualche decennio prima che si arrivasse alla seconda crepa: il «negazionismo» come reato, che mise con le spalle al muro specialmente i tedeschi (che infatti furono i primi a scortare in galera i trasgressori). Gli italiani, avendo minori complessi di colpa sull'argomento, furono più riluttanti, perciò si ricorse al collaudato sistema di far fare il lavoro a un democristiano. E fu la Legge Mancino, ancora imperante contro chi si azzarda a sbagliare a parlare.
Come sempre accade alle dighe crepate, ecco la valanga a tempo debito: vietato usare le parole (in sé neutre e da sempre utilizzate) «negro» e «zingaro», cui si aggiunse un intero vocabolario di antichissime e fin lì pacifiche espressioni. Crollata la diga, l'alluvione. Che, come ogni marxismo culturale, parte dagli Usa: l'oligopolio dei massimi social si coalizza e può permettersi di tappare la bocca persino al Presidente. Per questo la Sinistra gramsciana (pochi lo sanno, ma Gramsci è uno dei filosofi più letti al mondo) ha sempre privilegiato l'occupazione dei media e dello spettacolo: nella democrazia di massa l'opinione pubblica è tutto.
Le parole, come ben spiegato da Orwell, esprimono concetti e i concetti si può addomesticarli modificando le parole. Così, si finisce col disprezzare quel che i giacobini hanno decretato disprezzabile e perfino col farsi piacere quel che prima ci faceva schifo. Chiamatela Finestra di Overton o come volete, ma il finale, coerente, è che il liberalismo muore strangolato dai suoi stessi princìpi.
Nell'Ottocento la Chiesa, col Syllabo, aveva avvertito, ma ormai a che serve poter dire «io te l'avevo detto»? Nel 1974 il democristiano Fanfani ammoniva: «Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l'aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!». Profeta? No, logico. E anche allora ci vollero dei democristiani, presidente e ministri, per far ingoiare a un popolo di sentimenti ancora cattolici la legge abortista. Nella solita America siamo al «nono mese» o addirittura alla «nascita parziale», col medico che, degno erede dei giacobini, letteralmente ghigliottina l'indesiderato.
Di fronte, poi, a chi elimina un figlio non voluto c'è chi fai i salti mortali quintupli per averne uno a tutti i costi, e ne ha «diritto», anche se omo, anche se deve farselo fabbricare su misura da terze gestatrici. Ed è, mi si permetta, quasi patetico aggrapparsi a statistiche che dimostrano quanto faccia male la pillola del giorno dopo, quanto l'utero in affitto sia periglioso per le donne indiane, quanto la cannabis frigga il cervello e lamentele del genere. Certo, portare anche una sola persona a ragionare è lodevole e va fatto, ci mancherebbe.
Ma quel che ormai ci si è spalancato di fronte è un mondo in cui il liberalismo è arrivato alle sue estreme, e coerenti, conseguenze: ognuno ha il «diritto» di fare quel che gli pare e che il portafogli gli consente. E chi ha qualcosa da obiettare è meglio per lui se tace, sennò c'è prima la gogna, poi, se insiste, il linciaggio con annessa morte civile, e infine la galera (per ora). Sì, perché i padri del liberalismo erano i giacobini, padri anche dell'«antifa» e del «cancel culture», con tanto di abbattimento di statue, sostituzione di calendario e di vocabolario. E in fondo alla discesa liberale c'è il Terrore.

Titolo originale: Dai divieti al terrore: la triste fine del liberalismo
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-01-2021
Pubblicato su BastaBugie n. 703
mostra menos
Información
Autor BastaBugie
Página web -
Etiquetas

Parece que no tienes ningún episodio activo

Echa un ojo al catálogo de Spreaker para descubrir nuevos contenidos.

Actual

Portada del podcast

Parece que no tienes ningún episodio en cola

Echa un ojo al catálogo de Spreaker para descubrir nuevos contenidos.

Siguiente

Portada del episodio Portada del episodio

Cuánto silencio hay aquí...

¡Es hora de descubrir nuevos episodios!

Descubre
Tu librería
Busca