Li conosco i fascisti che mi hanno fucilato da «Il mondo dei vinti» di Nuto Revelli
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Descripción
Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941. Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro...
mostra másTestimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Pianura: Testimonianze di vita contadina
Bartolomeo Garro, nato a San Benigno di Cuneo, classe 1921, contadino e commerciante.
Il 2 febbraio 1945, era un venerdì mattina, era il giorno della Candelora, alle dieci aveva inizio la funzione della parrocchia di San Benigno.
Mentre fuori della chiesa stavo parlando con alcuni uomini, vedo che arriva una moto-sidecar con sopra una mitragliatrice Breda puntata in avanti.
Tiriamo a scappare, io tento di infilare la porta della chiesa parrocchiale, ma la moto si para dinanzi e uno dei fascisti grida: «Non muovetevi, altrimenti spariamo».
Arriva un camion con una ventina di fascisti armati, indossano i giacconi di pelle, sono della questura, della polizia di Cuneo.
Li comanda un tenente, Frezza, uno piccolo e tozzo, un talpone alto così.
I fascisti radunano tutti noi che siamo sulla piazza della chiesa; poi entrano in chiesa, catturano altri giovani e li portano fuori.
Obbligano i vecchi, le donne, i bambini, a rimanere in chiesa. Il tenente Frezza ordina di fare fuoco, sento cinque raffiche, non vedo più nessuno vicino a me, resto in piedi.
«Sono rimasto solo», penso.
Il tenente Frezza ordina di nuovo di fare fuoco, uno sten spara contro di me.
Cado in avanti, una pallottola mi ha colpito nel torace.
Sento i gemiti, sento dei colpi singoli di mitra, sono i colpi di grazia.
Infine un gran silenzio.
Un fascista grida: «Signor tenente, questo vive ancora».
Cadendo in avanti ho battuto il mento, ho del sangue in bocca.
Tento di alzarmi per riprendere un po' di fiato, ma come butto le mani in avanti per sollevarmi vedo che il tenente Frezza mi è vicino con il mitra.
Sento un colpo, paf, e ricado giù. Perdo i sensi.
Il tenente voleva colpirmi alla tempia, proprio nel momento in cui mi stavo muovendo, così la pallottola è entrata sotto l'orecchio destro ed è uscita sotto l'orecchio sinistro.
Sento che mi toccano, sento delle voci amiche.
Sento che dicono: «Fai portare l'olio santo».
Adesso che i fascisti hanno aperto la porta della chiesa e sono scappati, anche mia mamma è corsa a vedere la tragedia.
A poco a poco riprendo coscienza, vedo mia madre che mi bacia, che sta piangendo.
C’è chi suggerisce di portarmi via, di soccorrermi.
Ma restano tutti lì, immobili.
Hanno paura che i fascisti ritornino, sono sotto l'impressione del massacro.
Resto lì due ore, con accanto i due o tre più coraggiosi.
Sento la gente che prega, sento il parroco che dice: «muore da un momento all'altro, muore, muore».
Sento che mormorano, che dicono: «Se arrivano i fascisti ci bruciano la casa».
Hanno tutti tanta paura.
Io non posso parlare, ho le mandibole spaccate, ho la lingua bruciata.
E faccio segno con dito, con un dito dico: «no no, non muoio». Mi sento vivo.
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
Información
Autor | Giuseppe Cocco |
Organización | Giuseppe Cocco |
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