Luigi Bisceglia, Vis | Lo sciopero del Santo Sepolcro | 26-02-2018
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Con una decisione quasi senza precedenti, la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme è stata chiusa domenica dalle autorità cristiane della città per protestare contro le misure fiscali che la...
mostra másIl patriarca greco-ortodosso Theophilos III, il Custode di Terra Santa Francesco Patton e il patriarca armeno Nourhan Manougian hanno deciso di chiudere la chiesa del Santo Sepolcro per evidenziare la dimensione discriminatoria del provvedimento municipale, l’imposizione dell’arnona sui beni di proprietà cristiana non strettamente legati alle attività di culto. È un tema di cui si parla da diversi anni, mai applicato dalla municipalità di Gerusalemme, che riguarda esclusivamente le chiese cristiane. In un comunicato congiunto pubblicato dai leader religiosi delle comunità cristiane di Terra Santa si parla di una «sistematica e offensiva campagna» che «ha raggiunto un livello senza precedenti». Secondo i vertici cristiani, l’idea di tassare i beni di proprietà delle chiese cristiane è «contrario alla posizione storica delle Chiese nella città santa di Gerusalemme e la loro relazione con le autorità civili».
Luigi Bisceglia, rappresentante Paese del Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, in Palestina e Israele, racconta che «le chiese cristiane in Terra Santa sono una sparuta minoranza. Penso che a Gerusalemme ormai non ci siano più di diecimila cristiani, sommando tutti i fedeli delle varie Chiese».
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