Nils-Udo, Olivo Barbieri e Pietro Gilardi

29 de abr. de 2018 · 1m 35s
Nils-Udo, Olivo Barbieri e Pietro Gilardi
Descripción

Didi Bozzini racconta Nils Udo, Olivo Barbieri e Pietro Gilardi. Le sue opere sono al Piano 1, in Sala 8 (Palazzo del Governatore). La mostra Il Terzo Giorno è a...

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Didi Bozzini racconta Nils Udo, Olivo Barbieri e Pietro Gilardi.

Le sue opere sono al Piano 1, in Sala 8 (Palazzo del Governatore).

La mostra Il Terzo Giorno è a Parma fino al 1° luglio.

Guarda questa e altre 116 opere di 40 grandi artisti a Parma, Palazzo del Governatore, fino al 1° luglio.

http://www.ilterzogiorno.it


Note Biografiche (1)
Nils-Udo, nato nel 1937, ha creato arte ambientale fin dagli anni '60. É considerato uno dei più importanti esponenti dell’Art in Nature. Nils-Udo compone, organizza e fotografa i più diversi materiali reperibili in natura. Nel 1994 in Francia crea una spirale vivente comprendente varie specie di mais per celebrare il 500°anniversario dell'introduzione del grano in Europa. Tra le opere più note di Udo troviamo “Clemens Clay-Nest”, una grande scultura che riproduce un nido di uccello su ampia scala. "Mentre ero accovacciato sul bordo alto del nido, ho pensato: sto costruendo la mia casa, e sarà una casa tanto silen- ziosa da sentire suonare la foresta e sarà a cielo aperto".


Note Biografiche (2)
Olivo Barbieri nasce a Carpi nel 1954 e negli anni ‘70 frequenta la facoltà di Pedagogia e il DAMS di Bologna. A partire dal 1971 si dedica alla fotografia concentrando le sue ricerche iniziali sull’illuminazione artificiale delle città. “Flippers 1977-1978” è la prima serie del fotografo, realizzata in una fabbrica abbandonata di pinball machines. Il lavoro viene esposto in una mostra personale alla Galleria Civica di Modena nel 1978. Barbieri è noto per un uso particolare della tecnica del tilt-shift, fotografia di panorami che appaiono come miniature. Nel 1999 un gran tour dal sud al nord d’Italia lo porta a fotografare stadi, costruzioni vecchie e recenti rappresentate come giganteschi videogiochi, mentre è del 2000 un altro viaggio italiano, quello all’interno dei tribunali: atrii, scale, aule bunker dei palazzi di giustizia rappresentano un nuovo soggetto oltre modo mediatizzato. Sempre nel 2000 realizza opere che nascono in Oriente, in Tibet, con immagini di templi dagli sfondamenti sottilmente allucinatori e dai contrasti di colori che sottendono una stratificazione di campi visivi. Nel 2013 pubblica con la casa editrice americana Aperture il volume “Site Specific” che raccoglie il lavoro pluridecennale dell’artista.


Note Biografiche (2)
Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942, dove vive e lavora. Dagli Anni Sessanta ha imposta- to la sua ricerca incentrandola sulla relazione fra arte e natura. Nel 1963 inaugura la sua prima mostra personale “Macchine per il futuro” e due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso, i “Tappeti-natura”, che espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam e New York. A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione teorica delle nuove tendenze artistiche della fine degli anni ’60: Arte Povera, Land Art, Antiform Art, e collabora alla realizzazione delle prime rassegne internazionali allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalle di Berna. Dal 1969 conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane in varie parti del mondo: Nicaragua, Riserve Indiane negli USA e Africa. Nel 1981 riprende l’attivi- tà espositiva creando installazioni e promuovendo workshops con il pubblico.
Dal 1985 si dedica all’elaborazione del Progetto IXIANA che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico può speri- mentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli anni ’90 sviluppa una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, costituisce l’associazione internazionale Ars Technica. E promuove a Torino le mostre internazionali Arslab: Metodi ed Emozioni (1992); I Sensi del Virtuale (1995) e I labirinti del corpo in gioco (1999). Ha promosso il progetto del PAV, il Parco d’Arte Vivente, aperto a Torino nel 2008, centro sperimentale d’arte contemporanea, luogo d’incontro fra artisti e pubblico e centro di ri- cerca attento al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia.
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Autor Arkage
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