Non bastardi, ma zecche

29 de jun. de 2023 · 3m 14s
Non bastardi, ma zecche
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È ben strano, ma il termine più appropriato sarebbe vergognoso, quel che sta accadendo. Il Senato della Repubblica ha dichiarato insindacabili le parole che Matteo Salvini pronunciò all’indirizzo di Carola...

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È ben strano, ma il termine più appropriato sarebbe vergognoso, quel che sta accadendo.
Il Senato della Repubblica ha dichiarato insindacabili le parole che Matteo Salvini pronunciò all’indirizzo di Carola Rackete.
Rackete, ammesso che qualcuno non se lo ricordi, è la comandante della Sea Watch 3 che, il 12 giugno del 2019, aveva salvato 53 migranti nel Mediterraneo e, dopo aver urtato, per accedere alle banchine del porto, un’imbarcazione della Guardia di Finanza, li aveva fatti sbarcare a Lampedusa.
Salvini aveva “elegantemente” apostrofato la comandante con queste testuali parole: «zecca tedesca», «complice di scafisti e trafficanti», «sbruffoncella».
Per questo, giustamente, è stato querelato per diffamazione da Carola Rackete, ma, la Giunta per le immunità di Palazzo Madama, ha stabilito che il senatur Matteo Salvini non è giudicabile dai tribunali italiani.
E già questa è una vergogna, come lo è ogni volta nella quale qualcuno risulti più uguale degli altri italiani di fronte alla legge.
Vergogna che, però, diventa doppia in questo momento nel quale un altro processo per diffamazione è in corso, ed è quello della premier Giorgia Meloni contro lo scrittore Roberto Saviano.
A lui, all’autore di Gomorra, viene contestato di aver, nel dicembre 2020, dato dei “bastardi” a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini per le parole da loro usate nelle campagne di propaganda anti migranti.
Ora sappiamo, grazie al voto della maggioranza dei senatori italiani, che, per garantirsi l’impunibiltà, sarebbe stato meglio se Saviano avesse detto che Meloni e Salvini erano, anziché “bastardi”, “zecche italiane”, “complici di scafisti e trafficanti” e, per finire, “sbruffoncelli”.
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Autor William Beccaro
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