Il territorio del Comune di Ponte nelle Alpi si adagia alla confluenza delle vallate che segnano il distretto più orientale della Val Belluna. La Valle del Piave che scende dall’area di Longarone, infatti, si biparte lasciando proseguire il corso del fiume trasversalmente verso Belluno e il Feltrino, mentre, direttamente più a sud, si apre la vallata dominata dal Lago di Santa Croce, nella quale fanno capolino i monti e i paesi della conca alpagota. Ponte nelle Alpi sorge qui in posizione baricentrica rispetto ai flussi del traffico e delle comunicazioni che interessano la pianura veneta, la parte alta della provincia di Belluno e il medio corso del Piave. Il territorio pontalpino presenta delle caratteristiche composite in ragione delle varie connotazioni morfologiche, paesaggistiche e ambientali presenti: dal greto del Piave ai monti che incombono in tutte le direzioni, dall’ambiente della campagna tipica bellunese a quello urbano affermatosi con lo sviluppo dei centri maggiori. Tra le montagne, quelle altimetricamente più significative sono il Monte Serva, estremamente verdeggiante fino alla cima, che raggiunge i 2133 m, e il Monte Dolada che si erge a 1938 m sulla sinistra orografica del Piave dominando anche tutto l’Alpago. A sud si segnalano i contrafforti che salgono verso il Nevegal e il Col Visentin. Anche la residenzialità è molto articolata tanto che alla zona di Ponte nelle Alpi vero e proprio, di Polpet e del capoluogo comunale Cadola, si aggiungono un buon numero di frazioni, di borgate e di località che determinano un sistema insediativo diffuso. Nel 1967, nei pressi di Polpet, iniziò la realizzazione di un quartiere destinato a ospitare una parte delle famiglie colpite dall’immane tragedia del Vajont: fu chiamato Nuova Erto dal nome del piccolo comune a ridosso della diga duramente provato dalla forza distruttiva delle acque in quella notte del 9 ottobre 1963. Ponte nelle Alpi presenta una storia molto antica che pone le sue radici in epoca preistorica, così come testimoniano i rinvenimenti archeologici di alcuni insediamenti, ma anche di monili e oggetti risalenti all’età della pietra, provenienti dall’area di Col di Pera e del Sass de Pescamon. A Polpet si trova invece un tratto di un'antica via Romana e diversi sono i reperti recuperati come tombe, contenitori ceramici e in metallo e iscrizioni. Particolare rilevanza assume poi il ponte di collegamento sul Piave, costruito nel 1181 e poi distrutto, incendiato e ricostruito moltissime volte nel corso dei secoli. Numerose sono le rovine che testimoniano antiche torri e castelli posti a guardia di questo luogo: il Castello feudale di S. Giorgio a Soccher, la Fortezza di Casamatta, che dà sul Lago di Santa Croce in Alpago e il Forte Castellet sul Frusseda nei pressi di Polpet. Non mancano infine piccoli tesori d’arte come l’attuale chiesa arcipretale della parrocchia di Cadola, dedicata alla Madonna del Rosario che conserva, tra le altre, opere pittoriche di Cesare Vecellio, Francesco Frigimelica Il Giovane, Luigi Vardanega e un’opera lignea dello zoldano Valentino Pancera Besarèl. Appartiene all’arte di Guido Cadorin la serie di affreschi realizzati dall’artista veneziano nell’immediato dopoguerra sui temi del Trionfo dell’Assunta, dell’Annunciazione, della Nascita di Gesù, della Crocifissione e della Deposizione dalla Croce. Nell’ambito comunale si contano alcune ville che recano un interesse storico-architettonico di rilievo. A Fontanelle c’è villa Cesa-Cappellari del XVII secolo, mentre Polpet presenta due residenze signorili rispettivamente del XVII e del XVIII secolo
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