Portici di Bologna. Santo Stefano
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Descripción
Piazza Santo Stefano. Si apre con una grande loggia, quella di Palazzo della Mercanzia, la passeggiata sotto i portici di via Santo Stefano, l’arteria antica più lunga della città che...
mostra másDominata dalla Basilica omonima che fu costruita su un tempio romano pagano alla dea Iside, la piazza è circondata dai palazzi nobiliari porticati medioevali e rinascimentali. I portici più antichi presentano un muretto di contenimento sul fronte strada tra le colonne, originariamente una barriera tra la strada ed il camminamento sottoportico.
La piazza è anche conosciuta come Piazza delle Sette Chiese perché il complesso basilicale è composto da più edifici sorti in epoche diverse e con origini controverse. La tradizione attribuisce a San Petronio, nel V secolo, quando era vescovo di Bologna il progetto ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme con anche una ricostruzione simbolica dei luoghi della Passione di Cristo. La piazza ha subito varie trasformazioni nei secoli, in particolare dovute all'andamento scosceso del terreno che converge verso la chiesa, situata nel punto più basso. L'ultimo progetto realizzato è quello del 1991 di Luigi Caccia Dominioni, che ha realizzato un arrivo a grande catino continuo.
Guardando la Basilica, sulla sinistra si vede il complesso dei palazzi patrizi acquistati e uniti in tempi diversi dalla famiglia Isolani. La facciata del '400 è impostata su due ordini separati da un marcapiano. Il portico con archi a tutto sesto sostenuto da capitelli corinzi in marmo, toscanismo all'epoca raro a Bologna, è sovrastato da una sequenza di monofore medievali decorate, nella loro parte superiore, da volti di sei diversi personaggi, inseriti in medaglioni circolari. Curiosamente i ritratti presentano un'acconciatura ottocentesca, chiaramente un ‘ritocco’ di un restauro di quell'epoca.
Da questo portico, è possibile raggiungere Strada Maggiore attraverso il passaggio di Corte Isolani. Guardando la Basilica, sulla destra si vede l’insieme delle Case Beccadelli-Tacconi, riconoscibili per l'affastellarsi delle diverse fasi costruttive sulla facciata principale. Segue Casa Bianchi-Pasquini, con un alto portico su colonne in arenaria dal fusto scanalato e ampie volte a crociera, e a seguire una schiera di case mercantili del XV secolo. Qui si si cammina sotto porticati diversi: uno rinascimentale a forma di arco trionfale con cornice in terracotta, seguito da un portico del primo '400 su colonne in cotto spiraliformi una diversa dall'altra e infine una splendida arcata con colonne ottagonali e capitelli a foglie d'acqua.
L'ultima delle case del complesso Tacconi e facente angolo con la piccola e stretta Via de Pepoli presenta avanzi romanici e forse ospitava una delle più antiche sinagoghe ebraiche di Bologna. Altra curiosità? al numero 2 di questa via, fondata nel 1914, vi era la prima officina di casa Maserati. Sul luogo è stata posta una targa commemorativa che reca il logo della casata.
Chiude piazza Santo Stefano Palazzo Bolognini Amorini Salina, omogeneo, imponente e molto scenografico. Nel 1525 Alfonso Lombardi e Nicolò da Volterra decorarono parte della facciata con teste in terracotta, poi finite nel '600 da Giulio Cesare Conventi. 26 teste sono posizionate ai piani superiori tra le finestre mentre 13 sono negli archi del portico ed osservano i passanti: sono teste tutte diverse e fra le quali spicca quella di un turco con il turbante e una di diavolo sghignazzante molto realistica.
Edifici e portici uno diverso dall’altro con sovrapposizioni di epoche e stili ma comunque sempre in armonia. È questa irregolarità degli elementi e la loro non serialità a renderli architettonicamente maestosi.
Testi e voce di Antonella Merletto.
Antonella è laureata in Architettura, specializzata in Architettura Greca e Romana e ha un Dottorato in Architettura Antica conseguito in Gran Bretagna. E' italo-inglese ed è bilingue. Insegna Storia dell'Arte, Storia dell'Architettura ed Archeologia in diverse Università americane a Roma ed è guida turistica abilitata.
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