Sinossi: Marina Abramović, la performer più conosciuta degli ultimi tempi, ha fatto parte di una coppia creativa con un collega. Lei e Ulay, nome d’arte di Frank Uwe Laysiepen, si incontrano per la prima volta ad Amsterdam, negli anni Settanta. Marina è una performer in ascesa, Ulay un artista di tendenza: quando si presenta a Marina ha una parte del viso coperta dalla barba, l’altra completamente glabra. È passione a prima vista, ma non solo: la loro è una relazione basata sulla provocazione. Sperimentano e si esibiscono in una serie di performance abbastanza originali, come quella in cui a Bologna accolgono il pubblico all’ingresso di una galleria, completamente nudi e in silenzio per oltre otto ore. Ulay, dall’incontro con Marina, amplifica e migliora la sua dimensione di artista e performer; la Abramović, dal canto suo, capisce di essere in grado di poter giocare anche in assolo, da battitrice libera, sperimentando il legame tra potenza della mente e limiti del corpo. Dopo dodici anni di esibizioni l’amore finisce, accompagnato da un’ultima, memorabile performance: corrono lungo la Muraglia cinese partendo uno da un capo e l’altra da quello opposto, per poi dirsi addio nel momento dell’incontro. Non è l’ultima volta: nel 2010, dopo anni di separazione, Ulay e Abramovic si ritrovano, durante una delle più iconiche performance della donna, The Artist is present.
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