Puntata 16 - L'ira pugnace che dobbiamo riscoprire...
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Balilla, divino monello, tu balzi, foriero improvviso di un’ira pugnace; col braccio fermato nell’atto fugace per sempre t’inalzi. In gesto di prode si muta il trastullo dell’esile mano che il...
mostra másforiero improvviso di un’ira
pugnace; col braccio fermato
nell’atto fugace per sempre t’inalzi.
In gesto di prode si muta il trastullo
dell’esile mano che il ciottolo scaglia;
si muta in araldo di strana battaglia
l’inconscio fanciullo.
Balilla, io sono uno che passa e che vede
da presso tradotto nel vero, un lontano
suo sogno... Oh la scuola del borgo montano!
Che febbre, che fede
nel nome del fiero, del baldo fratello,
scoteva ai crescenti l’intrepido ingegno!
Che invidia pel sasso lanciato a buon segno
dal maschio monello!
Dovunque si spiega l’italica terra
tu parli ai fanciulli di audacie non dome.
C’è un inno in Italia che squilla il tuo nome
tra nomi di guerra.
Nell’alte vallate guardando i nevai,
marciando in pianura fra i grani ed i fieni,
lo cantano i cori dei figli sereni.
Balilla, lo sai?
Or fuso del bronzo nell’epiche tempre,
rivive qui l’atto che irruppe e che vinse.
Il motto che allora gridasti: «Che l’inse?»
qui parla per sempre.
Fu rapido il gesto, ma in subita gloria,
quel sasso lanciato da un piccolo scalzo
ferì la sua meta, die' un vivo rimbalzo,
passò nella storia.
A differenza di quanto qualcuno potrebbe, fraintendendo, credere, questa poesia non ha nulla a che fare con il fascismo, che tentò a più riprese di impossessarsene, cercando di corrompere l'animo dell'autore, che oppose sempre un fiero rifiuto a tali profferte.
Giovanni Bertacchi prese infatti pubblicamente posizione contro il fascismo nel 1936 lasciando anticipatamente la cattedra di Letteratura Italiana presso l'Università di Padova. Ma già nel 1924 aveva aderito alla lista di opposizione costituzionale al fascismo, e anche per questo motivo durante il ventennio molti editori evitarono di pubblicare le sue opere.
Nel link di seguito potete trovare maggiori dettagli in proposito: http://giovannibertacchi.blogspot.com/2015/02/guido-scaramellini-la-ribellione-mite.html
Ma allora, qualcuno si starà chiedendo, chi è tale Balilla di cui parla il poeta in questa poesia del 1906, quindi parecchi anni prima del concepimento del fascismo?
Balilla era un ragazzo Genovese, identificato poi con tale Giovan Battista Perasso, dalla cui azione ebbe inizio la rivolta popolare contro l'esercito Austriaco che in quel momento occupava Genova nel contesto della guerra di successione Austriaca.
Pare che al grido di “che l'inse?”, e cioè, pare, ma qualche Genovese mi corregga se sbaglio, “Che faccio, inizio?” sottintendendo “la rivolta”, Balilla abbia scagliato una pietra verso l'esercito Austro-Piemontese (allora i Piemontesi erano alleati all'Austria, mentre Genova era alleata con Francesi e Spagnoli) dando inizio alla rivolta che portò alla cacciata dell'esercito austriaco, uno dei più potenti in Europa in quel momento.
Questo per ricordarci che un popolo unito, fiero e indipendente è capace di qualsiasi cosa.
Bertacchi, ispirato dal monumento dedicato al ragazzo, nel 1906 scrisse dunque la poesia per il monello “divino” capace di un'improvvisa ira guerriera.
Con braccio fermato in quella posizione statuaria, dice, si innalza per sempre. Quello che poteva essere un semplice gioco, un sasso, nelle mani esili di quel ragazzo si trasforma in un gesto coraggioso; il giovane, ignaro di ciò che avrebbe scatenato, si è trasformato in un araldo capace di ispirare i suoi concittadini.
Balilla, continua il poeta, io sono uno che passa e che vede grazie alla statua quella che era solo immaginazione. Riesce a visualizzare l'eccitazione, e l'aumentata fiducia del popolo grazie all'azione dell'orgoglioso e intrepido giovane concittadino. Addirittura il poeta prova invidia per il sasso lanciato dal “maschio monello”!
In tutta l'Italia, Balilla, tu parli ai tuoi coetanei di arditezza non domata.
C’è un inno in Italia, il Canto degli Italiani, che elenca il tuo nome tra altri di guerra. Sai che lo cantano i cori dei bambini nelle alte vallate, guardando i nevai, e camminando in pianura fra il grano ed il fieno?
Ora, impresso nel bronzo, rivive l’atto che irruppe e che permise la vittoria dei Genovesi.
Il motto che allora gridasti, «Che l’inse?», qui, grazie alla statua, parla per sempre.
Quel gesto fu rapido, ma quel sasso lanciato da un piccolo scalzo si tramutò subito in gloria dando la carica per la ribellione, e passò così nella storia.
Chi sa se un nuovo Balilla sta ascoltando in questo momento il suo futuro.
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Autor | Mamù - Mattia Murgia |
Organización | Mamù - Mattia Murgia |
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