Explícito

S2.E2. Le uova di Soresi. La relazione cura.

9 de nov. de 2018 · 5m 52s
S2.E2. Le uova di Soresi. La relazione cura.
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L'ispirazione di questo spazio di cura è che capire insieme cosa cura al di là dei farmaci e quello che c'è oggi è un medico speciale che lo dice con...

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L'ispirazione di questo spazio di cura è che capire insieme cosa cura al di là dei farmaci e quello che c'è oggi è un medico speciale che lo dice con me: "Anche una carezza è un atto terapeutico. La relazione è premessa al risultato".

Parola di Enzo Soresi, pneumologo, oncologo, epatologo, primario emerito dell’Ospedale Niguarda di Milano e autorevole rappresentante della Medicina Integrata, nonché autore del bestseller 'Il cervello anarchico', che ha superato l'undicesima ristampa.

"Se la medicina si approccia in maniera più ampia non fa altro che migliorare il vissuto di tutti, questa è la bellezza della nuova medicina e della vecchia medicina, che stiamo recuperando: la medicina della relazione. La prevenzione della medicina è l'emozione. Il mito del farmaco va sfatato, prima viene la biologia e dopo la compressa".

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Il testo integrale della puntata:

Uno dei presupposti, l'ispirazione, di quésto spazio di cura è che capire insième còsa cura al di là dei farmaci e quéllo che c'è oggi è un mèdico speciale che lo dice con me:

“…anche una carezza è un atto terapeutico/ la relazione è premessa al risultato”.
Sì, avete capito bene.
“…anche una carezza è un atto terapeutico/ la relazione è premessa al risultato”.

A Storie che curano, Enzo Soresi, primario emèrito all’Ospedale Niguarda di Milano.
Qui Valentina Guzzardo, autrice in cerca di cura. Grazie per cercarla, e darcela, insieme. Bentornati.

Mèdico pneumologo, oncologo, epatologo, dopo trentacinque anni in ospedale, Enzo Soresi torna a sé e da libero studioso di Neurobiologia per passione diventa autorevole esponènte della medicina integrata. Ora fa, come dice, ‘il mèdico che vorrei’, quello che riscatta l'alleanza terapèutica – alla base di ogni cura - rimettendo al centro umiltà, relazione, natura.

Così capita di ricevere in dono delle uova come ringraziamento per il ritorno alle radici della cura:

“Quel giorno in studio entrò una coppia. Portavano una vecchia signora piegata in due per i dolori d’artrite. Feci una visita accurata, la indirizzai a un centro di specialità. Nel frattempo chiesi come passava la giornata. E loro disperati dissero: da quando non può più coltivare l’orto sta riandando in depressione. Allora ebbi un’intuizione interessante e dissi a lui perché non gli fate un orto sopraelevato con un bel terrapieno così lei può girare e fare tutte le sue coltivazioni. S’illuminarono entrambi di grande felicità e la cosa finì lì, fino a quando tornarono potandomi delle uova, accoppiate a due a due al nome della gallina che le aveva prodotte (da allora la mia preferita è la Gallina Giovanna!). Loro erano entusiasti perché con questo bel suggerimento la mamma aveva ripreso vita, nel frattempo erano andati al centro di specialità, avevano cominciato ad assumere farmaci…in sostanza la storia si conclude molto bene con l’osservazione che in fondo un intervento solo di attenzione alla relazione mi ha dato un grande rientro di serenità ed entusiasmo”.

Serenità ed entusiasmo: emozioni…

“E questa è la bella prevenzione della medicina, le emozioni. Infatti in Canada ci sono ambulatori polispecialistici dove ognuno ha conoscenza della lettura delle emozioni. Se sono al pronto soccorso, la prima cosa da fare è la lettura delle emozioni. Se ho un paziente con la fibrillazione atriale e non faccio l’anamnesi delle emozioni io agisco in maniera organica sul fatto che quello è in fibrillazione, gli do un anticoagulante e non so nulla del suo mondo emotivo? Ma che peccato, che brutta medicina!”

Ecco, solitamente Storie che curano finisce qui. Tre minuti di cura in voce a settimana. Ma dato che la relazione è il tema portante e la base dell’efficacia di Storie che curano, per oggi mi dilungo un po’ di più. D’altra parte, ho un ospite d’eccezione. Dicevamo…

“Ma che peccato, che brutta medicina! Se la medicina si approccia in maniera più ampia non fa altro che migliorare il vissuto di tutti, questa è la bellezza della nuova medicina e della vecchia medicina, che stiamo recuperando: la medicina della relazione. E adesso in più abbiamo tutta la farmacologia, tuttala fitoterapia, più un sacco di integrazioni nuove e quindi giochiamocele bene”.

La relazione è un placebo e il placèbo non è un bluff ma una realtà che potènzia le risposte biològiche:

“Divulgare cultura vuol dire potenziare l’effetto placebo, questo è il senso generale della mia azione nella relazione medico-paziente…quando a un paziente do un farmaco se io spiego al paziente il senso di questo farmaco, funziona molto di più…Quindi la grande novità è che l’effetto placebo segue delle vie biologiche che sono precostituite, impostate nei primi anni di vita. In quel mondo infantile si costruisce tutto questo mondo biologico che è fatto di comunicazioni cellulari e a seconda di come funziona la comunicazione quando io assumo un farmaco la comunicazione è maggiore o minore. Per cui ultimamente si è visto che anche gli antidepressivi funzionano se il placebo è in condizione di farli funzionare. Quindi anche questo mito del farmaco va sfatato, perché il farmaco va visto all’interno di un percorso biologico: prima viene la biologia e poi il farmaco”.

Sì, avete capito bene: prima viene la biologia e dopo viene il farmaco.

La biologia è comunicazione tra le cèllule (se armonica è salute!). La comunicazione è medicina perché sènza relazione è impossibile la sopravvivenza. Nessuna cèllula sopravvive da sola: siamo sistèmi. Siamo un còrpo. Siamo una réte. Esistiamo insième. Confrontandoci.

Dunque, ogni volta che comunichiamo, ogni volta che ci parliamo al posto che mettere in mezzo un silenzio tra noi, ogni volta che ci prendiamo cura della nostra relazione, stiamo e ci stiamo curando.

Prendersi cura è curare. Grazie a Enzo Soresi, e alla Scienza, per ricordarlo.

Appuntamento alla prossima settimana con la pagina di diario di una mamma.
Grazie per essere in ascolto. Abbiate cura di voi e condividete (cura)!

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La biologia è comunicazione (tra le cellule) - se armonica è salute! - La comunicazione è medicina perché sènza relazione è impossibile la sopravvivenza.

Dunque, ogni volta che comunichiamo al posto che mettere un silenzio tra noi, ogni volta che ci prendiamo cura della nostra relazione, stiamo e ci stiamo curando.

Buon ascolto e condividete (cura)!
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Autor Valentina Guzzardo
Organización Valentina Guzzardo
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