Sabato Santo 8 aprile 2023 «… e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23, 54)

8 de abr. de 2023 · 3m 17s
Sabato Santo 8 aprile 2023 «… e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23, 54)
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«… e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23, 54). Oggi facciamo memoria del giorno seguente la morte di Gesù. È sabato. La croce è vuota; lo sarà anche...

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«… e già splendevano le luci del sabato» (Lc 23, 54).

Oggi facciamo memoria del giorno seguente la morte di Gesù.
È sabato. La croce è vuota; lo sarà anche il sepolcro di Gesù.
Il silenzio avvolge il Golgota, non si ode più il lamento delle donne.
Quanti luoghi del mondo rimangono avvolti nelle tenebre di morte, senza che nessuno si procuri di illuminare il dolore con la speranza della vita eterna, della vita oltre la morte.
In questo sabato, in cui tutto sembra essere finito per quanti avevano sperato in Gesù come il liberatore d’Israele, Gesù scende negli inferi e diventa il vero, il solo liberatore della morte, di tutti coloro che sono morti riponendo la loro speranza nel Signore.
Gesù scende negli inferi per portare l’annuncio di salvezza, compimento del Vangelo della salvezza, là dove nessun altro uomo avrebbe potuto, come nessun altro uomo avrebbe potuto.
Scrive a tal proposito san Pietro: «La buona novella è stata annunciata anche ai morti» (1 Pt 4, 6), commentando così le parole pronunciate da Gesù stesso: «In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno» (Gv 5, 25).
Le luci del sabato, del giorno seguente la morte di Gesù, prima che sulla città di Gerusalemme si accesero proprio negli inferi dove Gesù, morto tra i morti, risorge, per essere fonte di risurrezione per ogni uomo, per i morti e per i vivi, per tutti noi che un giorno moriremo.
Gesù è la luce del sabato delle nostre città ammorbate dallo spirito di morte, da una cultura della morte che affascina e asserve le nuove generazioni.
Gesù è la luce di tutti i sabati della storia che attendono la giustizia divina della risurrezione.
Quante tombe ospitano morti anonimi senza destino!
Quanti cimiteri a cielo aperto, come il Mar Mediterraneo o come i teatri di guerra d’Ucraina, dello Yemen o del Myanmar, dell’Etiopia o della Siria o dell’Afghanistan sembrano inferi senza speranza!
Nel silenzio del Sabato Santo si oda la nostra preghiera.
Come afferma san Paolo:

«si compirà la parola della Scrittura: “La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?”. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!» (1 Cor 12, 54- 55.57).
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Autor Salvatore Martinez
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