Sedico

23 de may. de 2024 · 5m 30s
Sedico
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Sedico dispone di un vasto territorio che si adagia sulla destra orografica del Piave, che ne limita il confine meridionale. L’altro corso d’acqua importante, il Cordevole, segna invece una porzione...

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Sedico dispone di un vasto territorio che si adagia sulla destra orografica del Piave, che ne limita il confine meridionale. L’altro corso d’acqua importante, il Cordevole, segna invece una porzione del confine verso occidente, dove si affacciano i comuni di Santa Giustina e di Sospirolo. Il territorio di Sedico si spinge a nord tanto da comprendere gran parte della valle che si addentra verso l’Agordino e porzioni indicative dei monti appartenenti all’ambito del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e diverse valli minori quali la Val di Piero, la Val Vescovà, la Val Chiusa, la Val Fogare, la Val del Mus, la Val Pegolera. La conformazione del territorio è in prevalenza collinosa per la presenza di numerosi declivi che interessano quasi tutti i distretti, tanto a monte quanto a valle. In corrispondenza dei centri abitati maggiori, lungo la S.S. 50 e lungo la statale Agordina si aprono, tuttavia, vaste pianure che hanno consentito la realizzazione di un cospicuo sistema insediativo, mentre altre zone di pianura, non ancora toccate dall’espansione edilizia, si prestano alla tenuta di colture agricole. Particolarmente ameni sono i colli nella zona di Landrìs, quella a ridosso del Piave nella zona di Villiago, Triva, Pasa e soprattutto quelli posti a nord negli ambiti frazionali di Libano, Bolago e Barp. Che Sedico possa contare su una storia lontana è fuori di discussione. Almeno a giudicare dai rinvenimenti effettuati nella zona di Noal che tenderebbero a dimostrare l’esistenza d’insediamenti risalenti all’incirca a tremila anni fa. In epoca romana, il territorio di Sedico, oltre ad essere sicuramente abitato in alcune sue parti, era certamente attraversato da significative vie di comunicazione come la strada Feltre-Belluno passante sull’asse Bribano-Triva-S. Fermo. Il periodo medioevale vide Sedico o meglio, i suoi castelli, al centro di contese specialmente con i Trevigiani. Le cronache del tempo dicono che, nell’aprile del 1196, i Feltrini e i Bellunesi, guidati dal loro vescovo, si portarono al castello di Mirabello e dopo averlo occupato, presero di mira quello di Landredo, dove uccisero molti soldati trevigiani e altri quaranta ne fecero prigionieri. La dominazione della Serenissima animò ben quattro secoli di storia fino alla caduta della Repubblica di Venezia del 1797. Scrigni di piccoli tesori sono le chiese presenti sul territorio. La nuova chiesa arcipretale di Sedico, costruita dal 1930 al 1938 e consacrata nel 1939, conserva tra le altre opere d’arte una Madonna con il Bambino di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano e un dipinto recante S. Giovanni Battista, S. Rocco e S. Caterina attribuito incertamente a Pietro Marescalchi. Nell’abside, un grande crocifisso ligneo sovrasta l’organo e l’altare maggiore. La chiesa di Sedico è già citata nella bolla pontificia di Papa Lucio III del 1185: Plebem de Sedico cum capellis suis ed è intestata a S. Maria Annunziata. Nel capoluogo sorge anche la chiesetta di S. Pietro. Altre cappelle dell’ambito parrocchiale sono quelle dei SS. Gervasio e Protasio a Villa, S. Maria Maddalena a Landrìs, S. Antonio Abate a Villiago, S. Lorenzo a Pasa. E ancora la cappella in stile montano-moderno della Madonna della Salute al Boscon e quella di S. Rocco a Prapavei. A Sedico è possibile coniugare escursioni e cultura grazie anche alla presenza di percorsi che portano a scoprire le numerose frazioni e le piccole ricchezze del territorio come le ville: Villa Manzoni a Patt, Villa Rudio, Villa Miari, Villa Bentivoglio e Villa Giacomini - Miari, Villa Crotta e Villa Zuppani; la bella chiesa di S. Nicolò a Bribano del 1502 o la chiesetta di S. Giorgio sul monte omonimo, da cui godere di una bella panoramica sulla vallata bellunese; la Pala Alta e i selvaggi Monti del Sole. Meritano sicuramente una visita il sito panoramico del Castelliere di Noal, una zona archeologica, i cui ritrovamenti testimoniano la presenza di un villaggio paleoveneto (o castelliere) nell'età del bronzo e del ferro; l'antico ospizio di Candaten, posizionato all'interno dell'itinerario tematico "La Via degli Ospizi", con area attrezzata per pic nic e il Museo del 7 Reggimento Alpini situato a Villa De Manzoni.
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