Sempre meno cristiani resistono in Terra Santa

31 de ene. de 2023 · 6m 15s
Sempre meno cristiani resistono in Terra Santa
Descripción

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7306 SEMPRE MENO CRISTIANI RESISTONO IN TERRA SANTA di Giulia Tanel La situazione in Terra Santa, per i fedeli cristiani, è sempre più complicata. Tanto che i...

mostra más
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7306

SEMPRE MENO CRISTIANI RESISTONO IN TERRA SANTA di Giulia Tanel
La situazione in Terra Santa, per i fedeli cristiani, è sempre più complicata. Tanto che i rappresentanti in loco delle varie confessioni - nelle figure del patriarca greco-ortodosso Teofilo III, del Custode di Terra Santa, Francesco Patton, dell'ex vescovo luterano di Gerusalemme, Munib Younan e del Patriarca latino, cardinale Pierbattista Pizzaballa - hanno voluto accendere sulla questione i riflettori del mondo mediatico, nella speranza che la diffusa conoscenza della situazione possa avere ricadute concrete nella quotidianità di tante persone.
Nell'affrontare l'argomento è necessario innanzitutto partire da un dato numerico, che nella sua precisione è assai utile per inquadrare la questione: qualche decennio fa i cristiani di Gerusalemme rappresentavano circa l'11% della popolazione; oggi, invece, a portare avanti il vessillo della Fede in Gesù Cristo in quella che è la città santa per ben tre confessioni - cristianesimo, ebraismo e islam - è rimasto uno sparuto gruppo di appena 10.000 persone, ossia meno del 2% del totale della popolazione, delle quali - riporta Infocatolica - «la stragrande maggioranza sono arabi palestinesi, sebbene vi sia anche una piccola e consistente comunità armena». E, se è pur vero che la storia ci insegna che sono bastati i Dodici per diffondere il cristianesimo nel mondo, il dato è significativo nella sua drammaticità.
UNA QUOTIDIANITÀ MOLTO DIFFICILE
Ad ogni modo, il nodo dolente non è solamente questo: vi è anche il fatto, di certo in parte conseguente, per via del loro "scarso peso", che i fedeli che ancora resistono a Gerusalemme vivono una quotidianità molto difficile, sotto diversi aspetti. Scrive Melanie McDonagh del Catholic Herald, che si è recata di persona in Terra Santa e ha potuto ascoltare le parole dei leader delle diverse confessioni, che le chiese di Gerusalemme «affrontano particolari difficoltà a causa delle attività di un certo numero di gruppi di coloni ebrei radicali (spesso finanziati dagli Stati Uniti) i cui obiettivi sono in contrasto con la cultura tripartita di ebrei, musulmani e cristiani che ha dato a Gerusalemme un aspetto unico carattere di città santa per tre confessioni».
In particolare, registra la giornalista irlandese ma operante principalmente in Inghilterra, un problema importante è l'abuso, sia verbale sia fisico, nei confronti dei rappresentanti del clero, che alimentano un clima di ostilità.
Accanto a questo, vi è il problema inerente «la proposta di istituire un'estensione del Parco Nazionale attorno al Monte degli Ulivi, un'area strettamente legata alla vita di Cristo: sarebbero interessati 20 siti cristiani».
La questione, a prima vista, potrebbe non sembrare così preoccupante, tuttavia nella sua realizzazione pratica comporterebbe che l'area diventerebbe pericolosa per i palestinesi, in quanto «il parco rientrerebbe sotto l'autorità della Israel Nature and Parks Authority e non delle autorità municipali» e, conseguentemente, «le chiese e i residenti palestinesi perderebbero il controllo delle loro proprietà». Il già citato Francesco Patton, in merito alla questione, ha scritto quanto segue alle autorità governative, richiamando l'attenzione sul nocciolo della questione: «Questi luoghi sono sacri. [...] E per questo, per noi, è importante che i luoghi santi possano essere e continuare ad essere luoghi di preghiera, luoghi di culto, e non semplicemente luoghi aperti al pubblico».
I CRISTIANI SONO SCHIACCIATI TRA EBREI E ISLAMICI
Un altro punto di difficoltà per i cristiani a Gerusalemme è quindi quello che «anche le autorità municipali di Gerusalemme ignorano la sensibilità delle chiese»: permettono l'organizzazione di feste in aree appartenenti alle chiese, transennano intere parti della Città Vecchia, danno luogo a iniziative culturali senza confrontarsi con le autorità religiose sul posto... il tutto creando diversi disagi per quanti vivono, o vorrebbero vivere, la città precipuamente nella dimensione di fede.
Un'altra questione spinosa, e non del tutto trasparente, è poi quella dell'acquisto di immobili strategici nella Città Vecchia da parte dei militanti di Ateret Cohanim: un disegno che va avanti da anni, che vede anche un ruolo da parte degli Stati Uniti, e che secondo Daniel Seidemann, avvocato israeliano specializzato in questioni geopolitiche, «si inserisce nella trama di una politica generale, che è quella di circondare e penetrare la Città Vecchia con insediamenti e attività legate ai coloni. E questa non è solo una minaccia per gli hotel, ma una minaccia per il carattere di Gerusalemme e, più specificamente, una minaccia per la vitalità della presenza cristiana a Gerusalemme, ed è così che le Chiese la percepiscono».
Ad ogni modo, pur dentro questo quadro complicato e del quale è bene parlare, e pur nella consapevolezza che - come nota il cardinale Pizzaballa - «purtroppo a Gerusalemme tutto è politico», la chiosa dei leader religiosi è di speranza, nelle parole di Teofilo III: «Siamo qui da quasi 2000 anni. Le cose sacre e profane sono andate e venute, e la Chiesa è ancora qui. Questo, almeno, è qualcosa a cui aggrapparsi».
mostra menos
Información
Autor BastaBugie
Organización BastaBugie
Página web -
Etiquetas

Parece que no tienes ningún episodio activo

Echa un ojo al catálogo de Spreaker para descubrir nuevos contenidos.

Actual

Portada del podcast

Parece que no tienes ningún episodio en cola

Echa un ojo al catálogo de Spreaker para descubrir nuevos contenidos.

Siguiente

Portada del episodio Portada del episodio

Cuánto silencio hay aquí...

¡Es hora de descubrir nuevos episodios!

Descubre
Tu librería
Busca