Il Comune di Sospirolo si allarga sui declivi che, in destra Piave, si allungano tra la piana di Meano e Paderno a occidente e il corso del torrente Cordevole. A nord i contrafforti del Gruppo del Pizzocco segnalano, tra l’altro, il Col del Dof e il Monte Sperone, con a essi retrostante la Val Falcina. Un’ampia spaccatura inferta sulla catena delle montagne lascia il varco alla Valle del Mis con l’omonimo torrente e l’omonimo lago artificiale. Dall’altra parte, a est, si ergono maestosi i bastioni e le cime del vasto Gruppo dei Monti del Sole che dividono verso settentrione il territorio sospirolese dall’Agordino. Il torrente Mis è tributario del Cordevole nel quale si getta poco a valle di Piz e di Gron. Oltre ad essere uno degli accessi principali al Parco delle Dolomiti Bellunesi, la Vella del Mis offre numerose escursioni per gli amanti della natura, tra le quali spicca l'itinerario che porta ai Cadini del Brenton: una meraviglia di quindici cavità scavate dal torrente affluente del Mis lungo il suo percorso pieno di cascate. Il Comune è articolato, sotto il profilo insediativo, in numerose frazioni e borgate che testimoniano una residenzialità diffusa, memore dell’impronta quasi esclusivamente agricola dell’economia del passato. La posizione aperta e soleggiata dei colli, che degradano verso la montagna nel territorio di Sospirolo, ha favorito indubbiamente la costruzione di alcune residenze signorili. Nella parte più occidentale del Comune si fa notare villa Sandi-Zasso a Moldoi, settecentesca, con grandi scalinate che salgono lateralmente a convergere sull’entrata al piano nobile. A Oregne vi è la villa Doriguzzi-Bacchetti, mentre a Susin vi è villa Agosti-Miari, attorniata da un bel parco. All’800 appartiene villa Zanchi a Maras. A Gron sorge villa Buzzatti-Ferrante. Poco distante insiste una villa del XVII secolo della famiglia Agosti, che fu ricostruita nell’ottocento. Sospirolo è noto per essere il paese natale di Girolamo Segato, famoso esploratore, scienziato e cartografo dei primi decenni del 1800 e per la Certosa di Vedana, dall’elevatissimo valore storico e monumentale. La Certosa sorge alle pendici del monte, sulla destra orografica del torrente Cordevole, dove la vallata inizia a restringersi verso quello che più a settentrione diventa il “canale” d’Agordo. Dalle origini antiche, il convento di Vedana divenne Certosa quando, a metà del secolo XV, il Capitolo dei Canonici di Belluno decise di elargire quell’ospizio ai frati certosini. Costituito da una serie di fabbricati che determinano una realtà edilizia molto articolata, è sostanzialmente diviso in due parti principali. Quella più riservata improntata sull’esistenza di varie celle assolutamente autonome, dotate di spazi per il lavoro, per la preghiera e per il riposo, destinata ai frati dotati di maggiori dote sotto il profilo economico. Altro settore di rilievo è invece rappresentato dalla parte più propriamente conventuale, che risponde a canoni più tradizionali nell’organizzazione della vita monastica.
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