Totò Riina - Episodio 15 La Cattura La Fine della Fuga Benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast dedicato alla vita di Totò Riina. Oggi parleremo di uno dei momenti più significativi nella storia della lotta alla mafia: la cattura di Totò Riina, avvenuta il 15 gennaio 1993. Questo evento segnò la fine di oltre vent’anni di latitanza e rappresentò un momento di svolta nella lunga battaglia dello Stato contro Cosa Nostra. Totò Riina era stato latitante dal 1969, un periodo in cui riuscì a eludere le forze dell’ordine grazie a una rete di protezione composta da fedeli collaboratori, complici politici e un ferreo controllo del territorio. Durante questi anni, Riina guidò Cosa Nostra dalla clandestinità, ordinando stragi, omicidi e gestendo i traffici illeciti che finanziavano l’organizzazione. La sua capacità di rimanere invisibile e sfuggente, nonostante l’intensa caccia all’uomo condotta dalle forze dell’ordine, contribuì a creare intorno a lui un’aura di invincibilità. La cattura di Riina fu il risultato di un lungo e complesso lavoro di indagine da parte dei carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale), guidati dal colonnello Mario Mori e dal capitano Ultimo (nome di battaglia di Sergio De Caprio). Le indagini si concentrarono sulle persone più vicine a Riina, in particolare su coloro che gestivano le sue comunicazioni e i suoi spostamenti. Un punto di svolta fu l’individuazione del luogo in cui Riina si nascondeva, grazie all'osservazione dei suoi principali fiancheggiatori. Il 15 gennaio 1993, alle 8:55 del mattino, Totò Riina fu finalmente arrestato a Palermo, in via Bernini, mentre si trovava a bordo di una Fiat Croma insieme a uno dei suoi più fidati uomini, Salvatore Biondino. L'arresto avvenne senza alcuna resistenza. Riina fu prelevato dai carabinieri e portato via immediatamente. La notizia della sua cattura si diffuse rapidamente in tutta Italia, suscitando un misto di sollievo e incredulità: l'uomo più ricercato d’Italia, considerato intoccabile, era finalmente stato messo dietro le sbarre. La cattura di Riina fu un colpo durissimo per Cosa Nostra. Senza il suo capo carismatico, l'organizzazione iniziò a mostrare segni di disgregazione interna. Molti altri boss, fino a quel momento rimasti nell'ombra, cercarono di prendere il suo posto, ma la pressione costante delle forze dell'ordine rese sempre più difficile la gestione unitaria dell'organizzazione. Uno degli aspetti più controversi della cattura di Riina riguarda il cosiddetto "papello", un elenco di richieste che Riina avrebbe fatto allo Stato italiano per porre fine alla stagione delle stragi. Si ipotizza che ci siano stati dei contatti tra rappresentanti dello Stato e Cosa Nostra, nel tentativo di fermare la violenza in cambio di concessioni. Tuttavia, queste trattative, ancora oggi oggetto di inchieste e dibattiti, non portarono al risultato sperato da Riina, che fu arrestato prima che potesse concludere qualsiasi accordo. Dopo la cattura, Riina fu trasferito in un carcere di massima sicurezza, dove fu sottoposto al regime del 41-bis, il carcere duro riservato ai mafiosi. Nonostante l’arresto, continuò a esercitare una certa influenza all’interno di Cosa Nostra, grazie ai messaggi che riusciva a far filtrare all’esterno. Tuttavia, il suo arresto segnò l’inizio della fine per l’era dei Corleonesi al vertice di Cosa Nostra. L’arresto di Totò Riina fu accolto come una grande vittoria da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, ma anche come una conferma del fatto che la lotta contro la mafia richiedeva uno sforzo continuo e determinato. La cattura del "Capo dei Capi" dimostrò che nessuno, per quanto potente, era al di sopra della legge. Conclusione: In questo episodio abbiamo ripercorso i momenti cruciali della cattura di Totò Riina e la fine della sua lunga latitanza. Nel prossimo episodio, esploreremo la vita di Riina in carcere e il regime del 41-bis, che segnò il definitivo isolamento del boss mafioso. Grazie per averci ascoltato e continuate a seguirci per scoprire di più sulla vita di Totò Riina.
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