"... va detto brevemente che il fine di tutta quanta l’opera
e di questa parte [il Paradiso] è quello di allontanare
coloro che vivono in questa vita dallo stato di miseria
e di condurli allo stato di felicità."
Epistola a Cangrande della Scala, a cui è dedicato il Paradiso

Nello stralcio dell’Epistola a Cangrande della Scala, a cui è dedicato il Paradiso, e che pongo ad epigrafe di questa presentazione, è lo stesso Dante a indicare la finalità etica, pratica, operativa della Divina Commedia e a giustificarne la scrittura in funzione di un obbiettivo ambizioso, il conseguimento della ‘felicità’: ovvero della autentica realizzazione di ciascuno di noi come essere umano; è Dante stesso ad autorizzare una lettura in chiave ‘terapeutica’, dal momento che tale realizzazione non si dà a priori, ma è il
risultato di un percorso faticoso, non scevro da rischi, e possibile solo a quei pochi (nel pensiero di Dante) che hanno l’audacia di scommettere sull’esistenza di un senso e sulla unicità e identità spirituale dell’individuo.

Ne parleremo con Maria Teresa Martuscelli, attrice e ricercatrice, studiosa della Divina Commedia, attraverso un viaggio-intervista sciamanik-radiofonico.
Colonna sonora rigorosamente dantesca a cura del Lupo e Contadino.

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diretta radio dalla Libreria Esoterica Ibis, a Bologna in via Castiglione 11/b