9 MAY. 2020 · Per aiutare un bambino,
dobbiamo fornirgli un ambiente
che gli consenta di svilupparsi liberamente.
(Maria Montessori)
Un pomeriggio, d'inizio primavera, ho accompagnato i miei due figli a un concerto d'archi di due amichette. Mio figlio, che ancora non aveva compiuto quattro anni, dopo l'esibizione delle amiche, che per sua fortuna erano fra le prime a suonare, fa capire che si sta annoiando. Allora esco con lui. Come detto era sbocciata da poco la primavera e lì fuori c'era un piccolo prato con tanti fiori: margherite, tarassaco (che dalle mie parti chiamiamo "piscialletto" per le note proprietà diuretiche) e non-ti-scordar-di-me. Gli ho detto: "Edoardo, perché non raccogliamo qualche fiore, così facciamo un mazzolino e lo regaliamo alla mamma?". Lui era d'accordo e quindi cominciamo a raccogliere i fiori. Gli ho spiegato che doveva spezzare il gambo poco sopra la base. Lui si è messo giù in una zona del prato con decine di fiori; ha raccolto qualche margherita, qualche tarassaco e poi si è alzato, come se li avesse raccolti tutti, ed è passato a un'altra zona, poi a un'altra e così via. Alla fine aveva fatto un bel mazzolino. Però mi sono chiesto: "Perché Edoardo su circa cento fiori ne ha raccolti solamente una quindicina? E perché cambiava zona dopo, massimo, quattro o cinque fiori, con la faccia di chi li aveva già raccolti tutti?". Ho pensato che, forse, un bambino così piccolo non era ancora capace di assimilare tutti gli stimoli che in quel momento la natura gli stava offrendo. Un po' come noi adulti quando, in campagna o in montagna o al mare, ci sforziamo di ascoltare tutti, ma proprio tutti, i suoni e i rumori della natura che ci circonda. Non riusciamo a captare tutto senza la massima concentrazione e senza sforzarci. Nello stesso modo mio figlio, in quell'occasione, non riusciva a "vedere" tutte quelle macchiette gialle e bianche nel prato.
I bambini, oggi, fin da piccoli, sono bombardati con stimoli, continuamente: gli schermi retroilluminati (televisione, tablet, cellulare, computer...), i giocattoli, i libri, i rumori della città (automobili, camion, treni, moto, autobus, clacson, grida)... Anche la natura, con la sua calma, è piena di stimoli.
Forse, mi sono detto, stiamo esagerando. Passo metà del mio tempo libero a creare e a cercare nuovi stimoli per i miei figli, quando loro, probabilmente, non hanno bisogno di più stimoli, ma di stimoli più ordinati. Mi ritornano in mente le parole di un amico sacerdote: diceva che non dovevamo fare delle nostre case dei musei. Invece tendiamo ad accumulare cose su cose, spesso del tutto inutili. Abbiamo riempito le nostre case e le camerette dei nostri figli di tantissimi oggetti. Del resto anche la stessa Maria Montessori invitava a creare spazi ordinati. Mobilia ad altezza di bambino, pochi libri ben catalogati e pochi giochi/attività a portata di mano. Questo serve da una parte a mettere a fuoco più facilmente gli stimoli che hanno attorno e dall'altra a comprendere meglio il senso dell'ordine. Tutto questo aiuta il bambino a sviluppare le proprie passioni e a scalare ogni piccola/grande montagna della sua tenera vita salendo con il proprio passo.
Tentare di rimanere coerente a questa scelta di vita, però, almeno per me, non è facile e spesso non mi riesce, ma è un dovere che sento di aver "ricevuto" il giorno in cui ho avuto la grazia di diventare padre. Un dovere verso la mia famiglia, verso i miei figli, verso anche questa società portata alla deriva da un virulento consumismo.
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