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Dal lunedì' al venerdì, ogni mattina, la sveglia per il quotidiano La Notizia. E poi le letture. E tutto quello che ci viene in mente.
La Sveglia di Giulio Cavalli
La Sveglia di Giulio Cavalli
17 SEP. 2024 · Il deserto come discarica umana. Questo il piano del presidente tunisino Kaïs Saïed, l'"alleato affidabile" di Giorgia Meloni nella gestione dei flussi migratori. Ma affidabile per cosa? Per abbandonare esseri umani nel deserto senza acqua né cibo?
I fatti parlano chiaro: 29 migranti della Sierra Leone, parte di un gruppo di 42, risultano dispersi dopo essere stati abbandonati dalle autorità tunisine al confine con l'Algeria. Tra loro, bambini e donne incinte. Anderson, 24 anni, racconta di 12 giorni nel deserto prima del salvataggio. Il suo crimine? Viaggiare da Sfax a Tunisi per rinnovare lo status di richiedente asilo.
Questa non è un'eccezione, ma una pratica sistematica. Human Rights Watch denuncia: da un anno i migranti vengono spinti verso i confini desertici, violando palesemente il diritto internazionale. L'OIM stima 15.000 migranti solo nel campo di Sfax, molti dei quali rischiano lo stesso destino.
Intanto, sei corpi di migranti, incluso un bambino, sono stati recuperati al largo di Monastir. Numeri che si aggiungono a una tragedia in corso, mentre l'Italia stringe accordi con Saïed.
Intanto il presidente tunisinoi prepara a elezioni farsa, negando l'accreditamento agli osservatori internazionali. Un'ulteriore prova della deriva autoritaria che l'Italia e l'Europa fingono di non vedere.
La Tunisia è diventata una trappola mortale per i migranti. Gruppi come Rifugiati in Libia lanciano l'allarme: "La situazione sta andando di male in peggio". Le morti aumentano, i diritti vengono calpestati, e il clima repressivo rende persino illegale aiutare i richiedenti asilo.
Eppure il governo italiano continua a stringere la mano a Saïed, chiudendo entrambi gli occhi. In nome di cosa? Di una "stabilità" che sa di sabbia e sangue.
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16 SEP. 2024 · C’è una domanda semplice per smontare il ministro Matteo Salvini a proposito del suo imbarazzante video su sfondo nero in cui dichiara di essere colpevole di “avere difeso l’Italia: da chi?
Da chi ha difeso l’Italia Matteo Salvini tenendo una banda di disperati su una nave. Ci ha difeso da donne e bambini? Da chi ci ha difeso Matteo Salvini colpevole di omissione di soccorso poiché con la nave bloccata al porto l’operazione Sar - di ricerca e soccorso - era ancora attiva? Ci ha difeso dagli scafisti che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva promesso di scovare in tutto l’orbe terraqueo prima di stringere le mani dei governi che sugli scafisti reggono il proprio potere ricattatorio?
Salvini non è “colpevole di avere difeso l’Italia”. Salvini è politicamente colpevole di essere forte con i deboli e debole con i forti. Salvini è politicamente colpevole di essere parte di un governo che vede lui sotto processo, Delmastro che sarà a processo, Santanchè che sarà a processo, Pozzolo che sarà a processo, Montaruli già condannata, Sangiuliano probabilmente indagato, Toti ai servizi sociali.
Salvini è politicamente colpevole di alimentare il giogo che ha trasformato Rainews in un triste megafono di governo. Salvini è politicamente colpevole di avere inventato la concimazione dei bassi istinti come metodo elettorale. Salvini è politicamente colpevole di avere trascinato l’Italia in un grottesco processo in cui rivendica di essere al di sopra del diritto internazionale.
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13 SEP. 2024 · Una delle più prestigiose squadre del Portogallo e del calcio europeo ha deciso di intraprendere una strada destabilizzante per tutti gli altri: mettere online tutti i suoi dati economici a partire dai compensi dei suoi dirigenti, le commissioni agli agenti dei calciatori, i dettagli dell’accordo che il club ha preso con i gruppi ultras e le transazioni di ogni singolo pagamento.
È il culto della trasparenza - diventato un feticcio in politica e nell’imprenditoria - che viene praticato senza remore in una società calcistica che sull’opacità finanziaria aveva costruito per anni il suo successo. Autore della rivoluzione è il nuovo presidente André Villas Boas, ex allenatore vincente della squadra. Il suo predecessore Jorge Nuno Lima Pinto Da Costa è stato uno dei presidenti più vincenti nella storia del calcio ed è stato un antesignano della finanziarizzazione delle società calcistiche legandosi a discutibili fondi d’investimento e ad aziende che pur non avendo nulla a che vedere con il calcio hanno acquisito in tutto o in parte i diritti economici di sportivi professionisti al fine di ricavare profitto da eventuali trasferimenti futuri.
Con la promessa della trasparenza Villas Boas ha vinto le elezioni presidenziali del club con l’80% dei voti, seppellendo il suo predecessore che si era presentato alla sfida.
Immaginate cosa potrebbe accadere se il buon esempio dei portoghesi arrivasse qui in Italia dove il calcio è diventato uno dei simboli del degrado economico e etico del Paese. Immaginate cosa accadrebbe se alle società calcistiche, di rilevante peso nella discussione pubblica, venisse chiesto di sottomettersi alla verifica come accade in altri campi. Sarebbe uno splendido autogol.
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12 SEP. 2024 · Matteo Renzi, 25 maggio 2022: “Orgoglioso di sostenere Marco Bucci che è un ottimo Sindaco di Genova e che continuerà ad esserlo anche con il sostegno di Italia Viva. Grazie a Lella Paita per il suo lavoro”. Quello stesso giorno, intervistato da il Secolo XIX, su Bucci dice Renzi: “Ci ha convinti lui, la sua serietà, il suo stile di governo. È un sindaco civico formidabile soprattutto nella sua credibilità sulle infrastrutture come abbiamo visto per il Ponte Morandi”.
Mercoledì 25 maggio 2022: “Bucci si è rimboccato le maniche, - prosegue Renzi - ha rimesso a posto la speranza di una città, ha delle idee che noi apprezziamo, rispetto allo sguardo cinico del M5s, preferiamo quello civico di Marco Bucci”. Poi, il 26 novembre 2022: “Bucci? E’ bravo, non vogliamo minimamente farlo cadere. W Bucci, che possa governare bene”.
Il giornalista Mario Lavia (sempre oltremodo amichevole con Renzi) su Linkiesta (sempre oltremodo amichevole con Renzi) il 21 aprile del 2022 scriveva un sentitissimo articolo per spiegarci che l’appoggio del leader di Italia Viva a Bucci “è uno strappo politico e simbolico, ma viene consumato in nome della coerenza (prima i programmi, poi le bandiere) e del fatto che, in realtà, il sindaco non ha niente a che vedere con le istanze di Lega e Fratelli d’Italia”. “È da chiedersi infatti - scriveva Lavia - cosa c’entri un amministratore serio come Marco Bucci con i sovranisti che si sono sempre mostrati più che inadeguati a governare le città, o anche solo a candidarsi per diventare sindaci”.
Ora Marco Bucci è il candidato del centrodestra per le regionali in cui Renzi vorrebbe invece abbracciare il Pd e il M5S. Non è tutto bellissimo?
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11 SEP. 2024 · La giornata inizia con un'anticipazione de La Stampa: Giorgia Meloni avrebbe ordinato la rimozione degli agenti di polizia dal piano del suo ufficio a Palazzo Chigi. Un fatto senza precedenti nella storia della Repubblica.
Secondo le fonti del quotidiano, la premier avrebbe comunicato la decisione al cerimoniale e all'ispettorato, senza fornire spiegazioni ufficiali. La richiesta includerebbe anche un maggiore filtro sui commessi più vicini al suo ufficio.
Le motivazioni sarebbero molteplici: un clima intossicato da scandali, ombre e sospetti; la preoccupazione personale della premier, già espressa in passato; il caso del ministro della Cultura Sangiuliano.
La Stampa riporta che Meloni si fiderebbe ormai solo della propria scorta, guidata da Giuseppe Napoli, marito della sua segretaria storica Patrizia Scurti. Del resto i nemici immaginari e le "opache manovre" sono una costante nella narrazione meloniana.
La notizia fa il giro dei media, suscitando reazioni e commenti. Poi, il colpo di scena: Palazzo Chigi emette un comunicato che smentisce categoricamente l'articolo: "È priva di fondamento la notizia secondo la quale sono state date nuove disposizioni alle forze di polizia presenti a Palazzo Chigi nei confronti delle quali il presidente del Consiglio da sempre ripone piena e totale fiducia".
La vicenda sembra chiudersi qui ma c'è un ulteriore sviluppo: viene diffusa una nuova nota che smentisce la precedente smentita, riportando lo stesso testo del primo comunicato. I poliziotti smentiscono Palazzo Chigi. La presidente regina della retorica sulle forze dell’ordine non si fida. Resta da vedere come potrebbero fidarsi di lei i cittadini.
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10 SEP. 2024 · Luigi Marattin ha finalmente deciso di abbandonare il Titanic di Italia Viva, portando con sé un centinaio di dirigenti territoriali. Una vera e propria Waterloo per il partito personale di Matteo Renzi, che si vede abbandonato persino da chi, fino a ieri, ne cantava le lodi.
Il motivo? Una svolta a sinistra troppo repentina, imposta dal capitano senza consultare l'equipaggio. "Non condividiamo la decisione di entrare nel campo largo", tuona Marattin, come se fino a ieri non avesse notato la rotta zigzagante del suo ex leader. E aggiunge, con una punta di amarezza: "Una scelta del genere avrebbe dovuto essere presa in un Congresso". Ah, la democrazia interna, concetto sempre alieno in casa Renzi, dove la base e i dirigenti servono solo per amplificare gli applausi.
Ma il bello viene dopo. Marattin annuncia la nascita di "Orizzonti liberali", l'ennesima associazione-non-partito-ma-forse-sì che dovrebbe salvare l'Italia. Perché si sa, nel circo della politica italiana, non c'è nulla di più liberale che cambiare casacca ogni due per tre.
E Renzi? L'eterno Houdini della politica italiana si ritrova ancora una volta a fare i conti con la sua più grande illusione: la lealtà dei suoi seguaci. Mentre gli altri abbandonano la nave lui si affanna a raccattare briciole di consenso alla festa dell'Unità - passando in tre mesi dal "il PD è finito" al "non massacrate Schlein" con la disinvoltura di un contorsionista.
Eppure, nonostante tutto, il nostro eroe non si arrende. Come un giocoliere che ha perso tutte le palline continua imperterrito il suo show, convinto che prima o poi qualcuno tornerà ad applaudire. Ma la verità, caro Matteo, è che il pubblico se n'è andato da un pezzo. Manca solo il sipario.
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9 SEP. 2024 · Per sostituire il neo ministro alla Cultura Alessandro Giuli che ha sostituito il dimissionario ex ministro Gennaro Sangiuliano al Maxxi di Roma, una della massimi istituzioni culturali della Capitale, è automaticamente scattata la consigliera più anziana. Solo che Raffaella Docimo, 65 anni, dal 2023 membro del Consiglio di amministrazione su indicazione proprio di Sangiuliano è professoressa ordinaria di Odontoiatria pediatrica a Tor Vergata che scrive nel suo curriculum di essere specializzata in “igiene dentale, prevenzione odontoiatrica sul territorio, problematiche odontoiatriche clinico-terapeutiche in età evolutiva” mentre l’istituzione che presiede si occupa di architettura, il design e fotografia.
Raffaella Docimo tra le altre cose è molto amica di Sangiuliano (sarebbe stata lei a presentare il ministro a Maria Rosa Boccia), si dice sia amica della sorella d’Italia Arianna Meloni ed era candidata per Fratelli d’Italia alle scorse elezioni europee. Così a Palazzo Chigi hanno pensato che in effetti è troppo perfino per il governo più familistico d’Italia e così a breve verrà rimpiazzata dalla giornalista Emanuela Bruni.
Tutto a posto, sembrerebbe, se non fosse per un paio di considerazioni inevitabili. L’odontoiatra stona comunque anche nel consiglio di amministrazione, a pensarci bene. In più appare evidente che la classe dirigente che secondo Meloni dovrebbe imporre una nuova egemonia culturale ha un serio problema nelle prime linee ma ancor di più nelle seconde.
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6 SEP. 2024 · Mentre i telegiornali e i giornali nazionali hanno aperto con la notizia della scappatella di un ministro che aveva promesso un incarico di prestigio per fare il provolone con una donna al largo di Lampedusa - mica in Libia - ventuno persone sono morte su una barca capovolta. Sette si sono salvati rimanendo per tre giorni aggrappati alla zattera, in mezzo a un pezzo di mare lasciato sguarnito. Quando li hanno recuperati i sopravvissuti avevano negli occhi l’orrore di chi non aveva più speranza. Colpa loro, dei morti e degli scampati, che non hanno ancora capito che prima di naufragare bisogna diventare milionari per ottenere soccorsi.
Mentre ci si occupa dei calori estivi di un ministro il cambiamento climatico sta sfondando le strade delle città, preannunciando un autunno che smutanderà i negazionisti di casa nostra, quelli che misurano la crisi annusando la temperatura sul loro balconcino che si affaccia sulla piazza.
Mentre ci si occupa di un ministro che frigna i balneari hanno ottenuto l’ennesimo rinvio che costerà nuove multe al nostro Paese, quindi a noi. Nel frattempo a suon di spari abbiamo saputo che un rampollo di ‘Ndrangheta al nord (dove la mafia non esiste) puntava agli affari della curva della squadra di calcio campione d’Italia.
Nel frattempo i benzinai dicono che il governo ha licenziato la peggiore riforma sulla distribuzione di carburanti. Un regalo ai petrolieri, dicono. Accade anche che le disuguaglianze geografiche nella scuola pubblica siano già gravi prima dell’autonomia differenziata, mentre gli affitti per studenti schizzano alle stelle.
La distrazione è riuscita. Bravi tutti.
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5 SEP. 2024 · Dicono che non bisogna porre veti, che bisogna sconfiggere la destra e soprattutto che ciò che conta sono i numeri e non le antipatie. I numeri, appunto. Un sondaggio commissionato dal Fatto a Cluster17, quotata società francese di rilevazioni, dice che il 59% dell’elettorato complessivo si dice “contrario” al fatto che Avs, Pd e M5S “concludano un’alleanza elettorale con Matteo Renzi e il suo partito Italia Viva”.
La percentuale sale al 65% tra l’elettorato del centrosinistra all’interno del quale è suddivisa tra il 78% dei 5 Stelle, il 65% di Avs e il 53% del Pd dove il 43% si dice invece favorevole. L’unico partito che si esprime maggioritariamente a favore dell’alleanza è Azione di Carlo Calenda con il 56% di sì. Nessuno, tranne stavolta gli elettori di Stati Uniti d’Europa, crede che l’ingresso di Renzi “potrebbe rafforzare le probabilità di vittoria del centrosinistra”. Non lo credono quelli del M5S, 85% di No, quelli di Avs, 71%, del Pd, 61% e nemmeno gli elettori ed elettrici di Azione, 60% di No.
Quelli potrebbero dire: contano i voti, non le avversione. I voti, appunto. Non sarebbero disposti a votare una coalizione con Renzi l’82% dell’elettorato 5 Stelle, il 63% di Avs, il 42% di Stati Uniti d’Europa e il 37% del Pd. Il 50% degli elettori della coalizione di centrosinistra sono convinti che Renzi una volta eletto tradirà. Sono il 57% nel Pd e 56% in Avs, 68% nel M5S e 44% perfino tra i “suoi” di Stati Uniti d’Europa. Secondo il sondaggio il Partito democratico perderebbe un elettore su quattro.
Non è questione di veti o di antipatie: Renzi porta in dote una contrarietà molto più pesante del suo risicato nugolo di voti. Lo dicono i numeri.
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4 SEP. 2024 · Qualche giorno fa l’avvocato Luigi Li Gotti in un’intervista a Antimafiaduemila ha raccontato che l’Agenzia delle Entrate confisca ai collaboratori di giustizia - volgarmente detti pentiti - i soldi che dovrebbero servire a ricostruirsi una vita attraverso l’acquisto di una casa o l’inizio di un nuovo lavoro. Li Gotti ha difeso collaboratori di primo piano (Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo) che sono stati fondamentali nella lotta alla mafia, così com’era stata pensata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Diventa difficile immaginare che un mafioso possa quindi accettare un percorso di collaborazione con la magistratura sapendo che alla fine si ritroverebbe isolato non solo socialmente ma anche economicamente. "Questo sistema che si è messo in moto - dice Li Gotti - è un freno totale a nuove collaborazioni. Chi dovesse decidere di collaborare, pensando a quello che succede dopo che la sua collaborazione non serve più, e che viene messo in mezzo ad una strada, ci pensa mille volte prima di collaborare. Quindi da una parte si incide sulla possibilità di raccogliere e sollecitare le collaborazioni con la giustizia e dall'altra parte i collaboratori vengono esposti al rischio di ritorsioni”.
Giovanni Falcone diceva che i “pentiti” ci sono solamente quando lo Stato dimostra di volere fare sul serio nella lotta contro la mafia. Al linciaggio dei pentiti ci siamo abituati in questi anni, da parte di partiti e testate più o meno interessate e coinvolte in amicizie particolarmente pericolose. Mettere le mani in tasca ai pentiti invece dei mafiosi invece è una novità che fa spavento.
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Autor | Giulio Cavalli |
Organización | Giulio Cavalli |
Categorías | Noticias |
Página web | www.giuliocavalli.net |
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