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La Sveglia di Giulio Cavalli

  • Bardella si è dimenticato il nonno algerino

    28 JUN. 2024 · Il giovane astro nascente dell’ultra-nazionalismo francese, Jordan Bardella, sarà il vincitore delle prossime elezioni in Francia, come indicano tutti i sondaggi. Il giovane leader ha raccontato di essere cresciuto in una casa monoparentale a Drancy, una zona periferica a nord di Parigi. È figlio unico, nato in una modesta famiglia di origine italiana. Le sue origini piemontesi sono usate nella narrazione del delfino politico di Marine Le Pen come esempio di buona e sana integrazione, ovviamente dalla pelle bianca, da contrapporre ovviamente agli stranieri pericolosi. “I francesi di origine straniera o di nazionalità straniera che lavorano, pagano le tasse, rispettano la legge e amano il nostro Paese non hanno niente da temere”, ha detto Bardella lo scorso 14 giugno durante un intervento televisivo. Una sorta di doppio binario per francesi francesi e francesi un po’ meno francesi che fa il paio con l’idea del Rassemblement national di vietare ai francesi con doppia nazionalità di poter accedere a posti statali. C’è un piccolo problema. Bardella avrebbe un bisnonno algerino di cui curiosamente non parla mai. Secondo il quotidiano “Jeune Afrique”, per sfamare la famiglia ha dovuto prendere una barca per la Francia. Nel 1930, Mohand Séghir Mada e suo fratello maggiore Bachir lasciarono il loro villaggio verso Marsiglia per trasferirsi poi a Lione, che a quel tempo contava già diverse migliaia di immigrati algerini, che lavoravano soprattutto nelle fabbriche tessili. “I miei genitori italiani provengono da una generazione che si è integrata, ha assimilato, ha lavorato duro, ha amato la Francia”, ripete spesso Bardella. A quanto pare pure il bisnonno algerino. Ma di quello non parla. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 58s
  • Dopo Mussolini anche Berlusconi dà lezione di diritti al governo

    27 JUN. 2024 · Dopo Alessandra Mussolini il governo Meloni prende un metaforico schiaffo anche da Marina Berlusconi. “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà”, dice l’imprenditrice figlia dell’ex presidente del Consiglio in un’intervista al Corriere della Sera. A dire il vero nella stessa intervista Marina Berlusconi esprime un concetto politicamente ancora più sostanzioso: “Dobbiamo fare i conti anche con un nemico interno, non meno insidioso”, spiega, “il successo alle Europee di movimenti con idee antidemocratiche non può non allarmare. Le preoccupazioni sulle conseguenze del prossimo voto negli Stati Uniti aumentano”. E ancora: “La risposta però non può certo essere quella di rinchiudersi nei propri confini”. Non bisogna essere analisti politici per comprendere che l’editrice si riferisca all’avanzare dei gruppi in Europa dei Conservatori e riformisti europei di cui fa parte Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e il gruppo Identità e democrazia capeggiato dalla Lega di Matteo Salvini. Insomma, la figlia del leader storico del centrodestra Silvio Berlusconi ritiene pericoloso l’arretrare sulle libertà civili e preoccupante l’avanzare in Europa dei movimenti di riferimento della presidente del Consiglio e del suo vice. Questo a proposito del mantra “il popolo è con noi” ripetuto ossessivamente da Meloni e dai suoi seguaci. Dopo Mussolini e Berlusconi che impartiscono lezioni di diritti a questo governo chi sarà il prossimo? #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 51s
  • Incendiare, dividere e vittimismo: Giorgia Meloni

    26 JUN. 2024 · Il vittimismo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non è una novità. Opporsi all’opposizione è stata la tecnica comunicativa usata fin dal suo insediamento. Del resto sull’opporsi Meloni e Fratelli d’Italia hanno costruito l’enorme aumento del consenso. Opporsi all’Unione europea, opporsi al gender, opporsi alla sinistra, opporsi a taluni giornalisti, opporsi alle femministe, opporsi ai magistrati, opporsi a certi scrittori: opporsi come mantra per fare fiutare ai propri elettori il profumo della battaglia. Arrivata al governo Meloni però non ha smesso di opporsi e ha accelerato sul vittimismo. Così ieri l’abbiamo ascoltata mentre ha parlato di “toni irresponsabili da guerra civile”. Di chi? Dell’opposizione, ovviamente. Secondo Meloni i suoi avversari politici “non hanno argomenti nel merito”. Forse le sfugge che il ruolo dell’opposizione sia proprio questo, incalzarla. L’abbiamo addirittura ascoltata mentre parla di “sinistra” che “manda in giro liste di proscrizione dei parlamentari del sud”. La parola proscrizione in bocca ad un governo che esclude gli scrittori dissidenti alla Fiera di Francoforte, che chiama pluralismo l’occupazione della Rai e che desta allarme a Bruxelles per gli interventi sulla libertà di stampa è un capolavoro. Di chi ha parlato quindi la presidente del Consiglio? Dell’opposizione. Chi è in difficoltà governare ha sempre bisogno di nemici da offrire in pasto ai suoi sostenitori. Così alla bisogna torna utile incendiare e dividere. Anche le sconfitte alle amministrative sono colpa della legge elettorale. E da lontano s’ode il rumore della terra che inizia a franare sotto i piedi. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 45s
  • A proposito dell’egemonia culturale di destra

    25 JUN. 2024 · Immaginate una parte politica ossessionata dalla cultura degli altri. Immaginate una parte politica ossessionata dal sapere degli altri tanto da bollarli come “professoroni” per un’evidente senso di inferiorità. Immaginatela per anni relegata all’opposizione mentre promette ai suoi elettori che “esiste un’altra cultura”, come se la cultura fosse il vezzo di riscrivere la storia (una delle loro priorità) o di piegare la realtà alle proprie opinioni. Immaginateli dopo una vita passata così mentre riescono a raggiungere il potere, straripanti di voglia di imporre la propria “egemonia culturale”. Per prima cosa silenziano gli altri, scambiando la capacità di costruire una cultura prevalente con il silenziamento delle voci avverse. Arrivano in Rai, storica costruttrice di cultura popolare, e dopo avere fatto piazza pulita dei presunti nemici si accorgono di avere come intellettuali una banda di squinternati che affondano gli ascolti. Nel progetto un ruolo fondamentale ovviamente lo copre il ministro della Cultura, agitatore di riferimento. Al ministero arriva Gennaro Sangiuliano che il 6 luglio del 2023 da giurato del Premio Strega ammette di avere votato libri che forse leggerà. Poi si corregge. “Sì, li ho letti perché ho votato però voglio, come dire, approfondire questi volumi”, dice. Lo scorso 4 aprile il ministro ha spostato Times Square a Londra. A gennaio dell’anno scorso ci ha spiegato che “il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri” e ora ci spiega che “Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei“. Immaginate il naturale nervosismo di quella parte politica a fatica arrivata fin lì. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 59s
  • La parola impronunciabile: capitalismo

    24 JUN. 2024 · Il Tg La7 ha pubblicato in esclusiva un documento della Procura in cui si legge che Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato, il 37enne che ha abbandonato sotto casa il bracciante indiano Satnam Singh dopo che quest’ultimo aveva perso il braccio destro in un incidente sul lavoro nella sua azienda agricola, è indagato da cinque anni per reati di caporalato in un altro procedimento. Spiace quindi per il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida che si è lanciato subito in difesa degli agricoltori, come se il caporalato fosse un fortuito caso alimentato dagli schiavi e non dagli schiavisti. Nel frattempo scopriamo che Prakhash e Kamal Hinduja, origini indiane e passaporto britannico, membri della famiglia più ricca del Regno Unito, spendevano più per il mangime del loro cane che per lo stipendio di uno dei loro domestici, nella loro villa di Ginevra. Un giudice svizzero ha condannato gli Hinduja, il figlio Ajay e la moglie di lui Amrata a pene da quattro a quattro anni e mezzo di carcere per sfruttamento della manodopera e lavoro illegale, mentre è caduta l'accusa più grave mossa nei loro confronti, traffico di esseri umani. Il clan Hinduja è a capo di una multinazionale indiana che possiede solo in Regno Unito beni per 50 miliardi di euro, e ben di più nel resto del mondo: loro è per esempio la catena internazionale di alberghi Raffles. Eppure l'accusa è di avere ridotto i domestici letteralmente in schiavitù. Il retrogusto di fondo alle due vicende ha un nome impronunciabile che pochi si concedono il lusso di scrivere: il capitalismo. Forse sarebbe il caso di parlarne. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 57s
  • Non se ne parla e non se ne deve parlare

    21 JUN. 2024 · Nei giorni scorsi la testata giornalistica Fanpage ha pubblicato un’inchiesta che evidenzia come Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia - il partito guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni - abbia al suo interno qualche problema di nostalgie fasciste. Sulle evidenze di quell’inchiesta hanno espresso preoccupazione i partiti di opposizione, diversi osservatori politici e addirittura la Commissione europea. Poco o niente si è sentito invece dalla maggioranza, al di là dell’improbabile difesa del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri secondo cui “quelli che urlano Duce potrebbero essere tifosi della Casertana” (si sono incazzati anche i tifosi della Casertana) e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha risposto a un’interrogazione del Pd. Secondo il condirettore di Fanpage Adriano Biondi le risposte date dal ministro ricalcherebbero “un grande classico della narrativa vittimista della destra italiana: non rispondere nel merito della questione, ma provare a delegittimare l’interlocutore”. Per Biondi il ministro con la sua risposta “si assume la gravissima responsabilità non solo di giustificare, ma anche di legittimare le pratiche e i comportamenti che emergono dal nostro lavoro d’inchiesta”. Fanpage scrive anche che Meloni avrebbe dato “la consegna del silenzio” a tutti gli altri. A Firenze l’assessore dem uscente all’Ambiente di Palazzo Vecchio, Andrea Giorgio, è stato querelato dal candidato del centrodestra Eike Schmidt per avere sottolineato come questa destra abbia pesanti infiltrazioni di estrema destra. Quindi siamo messi così: non solo la destra non ne parla, ma pretende pure che non ne parlino gli altri. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 51s
  • Quando muoiono “quegli altri”

    20 JUN. 2024 · Se un trentunenne di Milano, magari del centro, o del quartiere Monti a Roma fosse stato scaricato dal suo datore di lavoro davanti a casa con un braccio tranciato riposto in una cassetta e la moglie al suo fianco avremmo un quintale di trasmissioni in prima serata pronte a tuffarsi nella pornografia della violenza. Avremmo avuto, sicuro, qualche decina di approfondimenti sui sogni del ragazzo violentato dal suo capo che l’ha reso mutilato oltre che schiavo, avremmo interviste lacrimevole ai parenti, agli amici. Qualche presunto giornalista d’inchiesta sarebbe da giorni al citofono del titolare della sua azienda per strappare una parola dal giro dei carnefici. Satnam Singh invece ha un cognome cacofonico, si trascinava per qualche spiccio nelle meno interessanti campagne di Latina, nido di braccianti trattati con la disgustata indifferenza che si riserva ai materiali di risulta ai bordi di un cantiere, prima che vengano buttati via. Satnam ha la sventura di abitare il mondo di quegli altri, fuori da noi. Qualsiasi cosa gli sia successa non tocca l’etica della Patria. La morale nazionale non viene intaccata da ciò che gli italiani fanno agli stranieri. Fosse accaduto il contrario perfino i fascisti sarebbero in piazza. Ieri Satnam è morto, due giorni dopo il suo braccio. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha assicurato ancora più incisività al “contrasto al sommerso nella promozione di una cultura del lavoro” mentre il presidente della commissione Lavoro della Regione Lazio, Angelo Tripodi di Forza Italia dice che il caporalato è “una piaga che dobbiamo combattere tutti insieme, senza distinzioni politiche e ideologiche”. Niente speciali in prima serata, però. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 2m
  • Senza inchieste, alla luce del sole

    19 JUN. 2024 · Giuseppe Marasco era presente a un incontro in una sede di comitato elettorale di Fratelli d’Italia di Manfredonia dove ha corso alle ultime Comunali per il sindaco Ugo Galli raccogliendo il record di 208 preferenze tanto da poter aspirare, probabilmente, anche ad un assessorato dopo il ballottaggio. Quando un suo collega si è scusato per essersi tolto la giacca per il troppo caldo Marasco ha detto: “Noi siamo abituati ai forni crematori”. E tutti giù a ridere. Il pugile Frank Mascia, uno con molti follower su Tik Tok, candidato non eletto con la Lega alle ultime elezioni amministrative a Settimo Torinese, si è mostrato in video mentre fa il saluto romano e sbeffeggia il reato di apologia di fascismo: “Della legge Scelba ce ne freghiamo”, dice. E propone un “raduno dei camerati” per settembre nella cittadina dell’hinterland torinese. A Riano, vicino a Roma, là dove due mesi dopo il rapimento e l’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti vennero ritrovati i suoi resti, il monumento commemorativo è stato vandalizzato con la scritta “W il Fascio”, di fianco al mazzo di fiori del Presidente della Repubblica posato per i 100 anni dall’assassinio. Qualche giorno fa a Roma i condomini del palazzo dove visse Matteotti aveva cancellato dalla targa in suo ricordo la dicitura “ucciso per mano fascista”. Per timore dei vandali, dicono. Senza bisogno di infiltrarsi sotto mentite spoglie nella compagine giovanile di Fratelli d’Italia (come nell’importante inchiesta di Fanpage), il ritorno di una certa nostalgia per il Ventennio si nota. Basta leggere le cronache locali, giorno dopo giorno. Un’incedere continuo che alza la temperatura dell’acqua mentre le rane inconsapevoli bollono. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 2m
  • Lezione di diritti alle destre da Mussolini

    18 JUN. 2024 · Mussolini smentisce la presidente del Consiglio sui diritti. L'ex europarlamentare di FI Alessandra Mussolini ha stroncato le politiche del governo. "Meloni rivendica che, sui diritti, il governo non ha fatto alcun passo indietro? Ma nemmeno in avanti”, dice Mussolini in un’intervista a La stampa. “L'anno scorso l'Italia - spiga Mussolini - ha posto il veto in Consiglio europeo sul regolamento che uniforma le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli Stati dell'Unione, di modo che i bambini nati in famiglie omogenitoriali vengano automaticamente riconosciuti come figli di entrambi i genitori, cosa che avviene in tutta Europa ma non da noi. Da noi, il genitore non biologico deve adottare il bambino” "È assurdo almeno quanto il fatto che i single non possano adottare - aggiunge -. Gli italiani non godono di diritti che altrove sono consolidati". "In campagna elettorale, più che sentire parlare di questo, ho sentito cose invereconde sull'aborto - prosegue -. L'importanza di indurre il ripensamento nelle donne che decidono di abortire”. Per Mussolini le azioni urgenti sarebbero il “riconoscimento dei minori a prescindere da dove e come siano nati” (ovvero il cosiddetto Ius soli”), “pagare le donne più degli uomini” per contrastare il gap salariale e per rendere le donne “indipendenti” e in grado di “denunciare le violenze e quindi arginarle”. La nipote di Mussolini che dà lezioni di progressismo al governo di Giorgia Meloni è la fotografia dell’arretratezza di una propaganda di governo completamente sconnessa dalla realtà. Alla fine, come è sempre accaduto nella storia, i diritti irrompono, con buona pace dei reazionari di turno. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 57s
  • I migliori amici dei fascisti

    17 JUN. 2024 · In tutto sono otto milioni di euro ma è solo l’inizio. Il disegno di legge prevede la creazione di un “comitato nazionale presieduto dal presidente del Consiglio” con la presenza del ministro alla Cultura, il ministro al Turismo, il ministro all’Istruzione e il ministro all’Università oltre alla presidente del Consiglio e il presidente della Regione Lazio nonché il sindaco. Cosa c’è di così importante da smuovere i soldi e le personalità? Sono i 100 anni della fondazione della città di Latina. Per cogliere il senso dell’iniziativa bastano le parole di Cesare Bruni, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale cittadino: “Oggi è una giornata storica per la città di Latina” che fu “inaugurata con il nome di Littoria”. Come racconta Marco Pasciuti sul Fatto quotidiano Bruni è l’organizzatore del “Mercatino della memoria” che ogni prima domenica del mese riempie piazza del Popolo dove i cimeli storici esposti passano dai busti di Benito Mussolini a reliquie di stampo fascista. Per non farsi mancare niente nel 2015 pubblicò un libro dal titolo “Littoria, la prediletta del Duce”. Diamo per scontati i commentatori che ci diranno che no, non si può non festeggiare i 100 anni di Latina. Sono gli stessi che vigliaccamente fingono di non vedere e poi fingono di stupirsi. Sono gli stessi che in questi giorni ci spiegano che il fascismo non torna perché il fascismo non c’è più. Sono i migliori amici dei fascisti. #LaSveglia per La Notizia
    Escuchado 1m 40s

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