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Dal lunedì' al venerdì, ogni mattina, la sveglia per il quotidiano La Notizia. E poi le letture. E tutto quello che ci viene in mente.
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5 NOV. 2024 · Fine della telenovela di Vincenzo De Luca all’assalto per la terza volta della presidenza della Regione Campania. Il Partito democratico non lo sosterrà. “Il Pd - ha detto la segretaria Elly Schlein ospite di Fabio Fazio - ha una posizione chiarissima: siamo contrari al terzo mandato. Per noi vale la legge nazionale che prevede il limite a due mandati. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma il Pd non sosterrà presidenti uscenti per un terzo mandato”.
Lui, De Luca, non ci sta. Del resto non starci è la caratteristica principale della sua carriera politica, apparire contro tutti - preferibilmente i “suoi” - è la cifra stilistica della sua durezza. Diciassette anni sindaco di Salerno, presidente della Regione dal 2015, deputato dal 2001 al 2008, sottosegretario ai Trasporti nel 2013: per De Luca la Campania è un feudo che non dovrebbe essere contendibile per nessuno del suo partito. Roba sua, insomma.
La segretaria Elly Schlein trattata con paternalismo è solo l’ultima vittima dell’egomania deluchiana. Il 13 maggio del 2010 durante un dibattito con un compagno di partito si disse pronto a far "vivere in maniera autonoma l'esperienza politica di Campania Libera" e a lasciare il Partito Democratico. Al tempo risero in molti per l’irruente simpatia di De Luca. Quattordici anni dopo il ritornello della Campania Libera da lasciare vivere “in maniera autonoma” è sempre in voga ma non fa più ridere nessuno.
“Il gruppo dirigente del partito è talmente logoro che, se anche dicesse qualcosa di chiaro, nessuno lo ascolterebbe”, disse del Pd De Luca 14 anni fa. Oggi la retorica è la stessa ma è stato svelato l’obiettivo: fingere di voler cambiare per poter restare.
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4 NOV. 2024 · La farsa del Piracy Shield è l'ennesima dimostrazione di come il matrimonio tra calcio e politica in Italia continui a generare mostri. Questa volta il parto ha prodotto una piattaforma che, con la scusa di combattere la pirateria, si arroga il diritto di oscurare siti web senza alcun vaglio giudiziario. Un piccolo dettaglio costituzionale che evidentemente è sfuggito ai nostri legislatori, troppo occupati a compiacere i desiderata della Serie A.
La genesi di questo pasticcio all'italiana ha del surreale: una piattaforma commissionata dalla Lega Calcio ancora prima che esistesse la legge per utilizzarla, sviluppata dallo studio legale dell'ex avvocato di Berlusconi, "regalata" all'AgCom che però deve pagarne la manutenzione con soldi pubblici. Il tutto benedetto in Parlamento da Claudio Lotito, contemporaneamente senatore di Forza Italia e patron della Lazio. Un capolavoro di conflitto d'interessi che neanche ai tempi d'oro di Berlusconi.
Il risultato? Google Drive bloccato mentre si giocava Juventus-Lazio, con buona pace di chi doveva accedere ai propri documenti. Ma tranquilli, il governo ha già trovato la soluzione: una nuova legge che allarga le maglie dei blocchi invece di restringerle. D'altronde, quando hai due senatori come Lotito e Galliani a fare da pontieri tra il pallone e Palazzo Chigi, tutto diventa possibile, persino calpestare i diritti digitali dei cittadini in nome della lotta al "pezzotto".
È la solita storia italiana: problemi complessi affrontati con soluzioni semplicistiche e dannose, partorite in stanze dove gli interessi privati si mescolano indisturbati con quelli pubblici.
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31 OCT. 2024 · Forte, John Elkann. Da generazioni, la sua famiglia si propone come esempio di capitani d'industria e simbolo dell'italianità esportata nel mondo. Qualche tempo fa, avevano persino pensato di mettere una bandierina italiana ben visibile sulla fiancata di una delle loro vetture. Peccato che di italiano non ci fosse niente, e sono stati costretti a rimuoverle una a una.
Forte, John Elkann. Ha ereditato il talento di famiglia: quando le cose vanno bene, è merito suo, colui che dà lustro all'Italia e ci onora con la sua italianità. Ma, di fronte ai risultati fallimentari, la colpa è dell'Italia brutta, dell'Italia sporca, della politica tutta cattiva.
Così, quando il Parlamento l’ha convocato nei giorni scorsi per un’audizione, lui, con la sua proverbiale eleganza, ha rifiutato con la stessa leggerezza con cui si potrebbe saltare un appuntamento per il tè delle cinque. In veste di presidente di Stellantis, ha comunicato al presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli, di non avere nient’altro da aggiungere rispetto a quanto già espresso dal suo amministratore delegato, Carlos Tavares.
Elkann ha comunque fatto sapere di essere disposto a continuare il dialogo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy “nell’ambito del tavolo di confronto istituito presso il dicastero, in attesa della convocazione ufficiale presso la Presidenza del Consiglio.” Evidentemente, lì il caffè deve essere molto migliore e le poltrone molto più comode.
Elkann passa con incredibile velocità dall’essere il testimonial italiano nel mondo a un cittadino qualunque senza nulla da dire. Gli va però riconosciuto un enorme merito: negli ultimi due anni, è stato l’unico a mettere d’accordo maggioranza, opposizione e il cosiddetto terzo polo per il suo comportamento inaccettabile.
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30 OCT. 2024 · Si chiama Tahla, ha 22 anni, e la sua colpa è stata quella di bussare alla porta di un sindacato. Nel 2024, nel cuore della Toscana felix, nell'Italia che si vanta di essere una Repubblica democratica fondata sul lavoro, un ragazzo viene pestato a bastonate per aver osato alzare la testa. Non fa rumore, non diventa una storia nazionale, non merita i titoloni dei giornali perché siamo assuefatti alla barbarie.
Quarrata, provincia di Prato. Turni di 12-14 ore, lavoro nero, caporalato: fotografia di una modernità che si misura in fatturato ma non in diritti. Tahla viene convocato dopo aver parlato con il sindacato Sudd Cobas: "Sappiamo che sei stato al sindacato", gli dicono. Poi partono i bastoni.
È la stessa zona dove appena due settimane fa altri quattro lavoratori sono stati vittime di una spedizione punitiva durante un picchetto. Non sono coincidenze: è un sistema che si nutre di paura e omertà, che prospera nell'indifferenza generale e nella retorica del "piccolo è bello" che spesso nasconde il marcio.
La prognosi dice sette giorni, ma la ferita è molto più profonda: è uno sfregio alla Costituzione, è il fallimento di uno Stato che non riesce a proteggere chi lavora, è la vergogna di un Paese che si scopre ancora medievale nei rapporti di lavoro mentre si vanta di correre verso il futuro.
Tahla è pakistano, e anche questo non è un dettaglio: lo sfruttamento sa bene dove colpire, sceglie le sue vittime tra chi ha meno voce, tra chi può essere più facilmente zittito. Noi intanto scivoliamo via, distratti, assuefatti, complici.
In un Paese normale questa storia sarebbe uno scandalo nazionale. In Italia è solo cronaca locale. E questo, forse, è il vero scandalo.
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29 OCT. 2024 · Ripercorrete per un istante le promesse ascoltate negli ultimi anni sull'abbattimento della CO2. È il nuovo comandamento laico, declamato in ogni campagna elettorale, ripetuto da ogni governo, a ogni tavolo internazionale. Ci hanno garantito che avrebbero ridotto la CO2 e, naturalmente, che lo avrebbero fatto in fretta. Tutti, persino coloro che negano il cambiamento climatico, sussurrano ora che, in fondo, un’aria più pulita non potrebbe far poi così male.
Ieri, però, l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite ha consegnato una realtà ben diversa: nel 2023 la concentrazione di CO2 ha raggiunto il record di 420 parti per milione, il 151% dei livelli pre-industriali. L'ultima volta che la Terra ha registrato simili concentrazioni, parliamo di 3-5 milioni di anni fa, la temperatura globale era di 2-3°C più alta e i mari si innalzavano di 10-20 metri.
Possiamo affermare con certezza che, mentre i governi insistono sul loro impegno a ridurre i gas serra - come la CO2, principale responsabile del riscaldamento globale - i fatti ci raccontano una direzione opposta. Non si tratta di qualche ritardo nei risultati o di una situazione peggiore del previsto: siamo sull’esatto percorso inverso rispetto alle promesse fatte.
Ora, impiegate questi ultimi secondi per valutare la credibilità di quelle promesse e, soprattutto, di chi continua a farle, senza mai cambiar strada.
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28 OCT. 2024 · Nel sistema Italia un finanziere, Pasquale Striano, è accusato di accessi “mirati” a esponenti politici e del mondo economico, dello sport e dello spettacolo con informazioni cedute ad alcuni giornalisti.
Un dipendente della filiale di Bisceglie della banca Intesa San Paolo ha curiosato per almeno due anni in 6.600 conti correnti di 3.500 clienti tra cui esponenti politici, del mondo economico, dello sport e dello spettacolo.
Negli ultimi giorni l’inchiesta sulla cosiddetta “banda di via Pattari“ ha fatto emergere gruppo di hacker e appartenenti (attuali o passati) alle forze dell’ordine che secondo l’accusa ha spiato centinaia di persone attraverso accessi illeciti alle banche dati dello Stato. Il magistrato sottolinea come l’organizzazione godesse “di appoggi di alto livello in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri”. Nonché di una rete criminale “assai vasta e strutturata a grappolo, nel senso che ogni componente del sodalizio e ogni collaboratore esterno dello stesso hanno a loro volta ulteriori contatti, nelle forze dell’ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni, attraverso cui reperire illecitamente dati e informazioni riservate e sensibili”.
Nel Paese delle mafie il sistema di controllo di dati sensibili sembra burro e la permeabilità della sicurezza informatica è allarmante. Diventa lecito chiedersi quindi se ad avere accesso a questi dati siano solo impiegati di piccolo calibro o più vaste organizzazioni criminali. Pensate cosa succederebbe se le mafie avessero a queste informazioni. Pensate cosa sta succedendo se già li hanno.
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25 OCT. 2024 · La crociata del governo Meloni contro la cannabis light si infrange ancora una volta contro il muro della realtà. Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del decreto del ministero della Salute che, con un colpo di mano a base di proibizionismo, aveva tentato di classificare il CBD come sostanza stupefacente. Una decisione che sa di schiaffo sonoro all'ennesimo tentativo ideologico di questo esecutivo di fare guerra alle windmill del nemico immaginario.
Ma si sa, quando l'ideologia prevale sulla scienza, quando la propaganda sovrasta il buonsenso, quando il pregiudizio offusca la ragione, il risultato è sempre lo stesso: una figuraccia. Perché il CBD non è una droga, non lo è mai stato, e questo lo sanno tutti. Lo sa l'Europa che ne permette la commercializzazione, lo sanno gli esperti che ne attestano l'assenza di effetti psicoattivi, lo sa persino il professor Ciallella, ex direttore dell'istituto di medicina legale della Sapienza, che lo ha messo nero su bianco.
Eppure il governo insiste, accanendosi contro un settore che dà lavoro a migliaia di persone, che rappresenta un'opportunità di sviluppo per le aree rurali, che potrebbe essere un volano per l'economia agricola italiana.
E mentre il Tar ricorda al governo che le leggi devono basarsi su evidenze scientifiche e non su pregiudizi ideologici, l'esecutivo prepara già la prossima offensiva con il Ddl Sicurezza, l'ennesimo tentativo di criminalizzare un settore legale e produttivo. Un accanimento terapeutico contro il buonsenso che sta diventando la cifra distintiva di questo governo.
Ma la realtà, ancora una volta, si prende la sua rivincita. E non c'è decreto o emendamento che tenga quando i fatti sono più testardi delle ideologie.
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24 OCT. 2024 · C'è qualcosa di poeticamente perfetto nel tempismo con cui il Tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di sorveglianza speciale per Giacomo Baggio di Ultima Generazione, proprio mentre il ministro Nordio tuonava contro la magistratura rea di "esondare". Viene da chiedersi chi stia davvero esondando in questo Paese dove i fiumi tracimano con regolarità tragica mentre il governo si affanna a criminalizzare chi protesta per il clima.
La sentenza del Tribunale è cristallina: le azioni di Baggio non sono espressione di pericolosità sociale ma di appartenenza a un movimento che persegue l'ideale di contrastare il disastro ambientale. Una lezione di diritto e di democrazia servita su un piatto d'argento a chi vorrebbe trasformare il dissenso in reato.
È la terza volta che i tribunali respingono tentativi di applicare la sorveglianza speciale agli attivisti climatici. Tre schiaffi al tentativo grottesco di equiparare la disobbedienza civile nonviolenta alla criminalità organizzata. Ma questo governo preferisce sprecare tempo e risorse per intimidire chi ha il coraggio di alzare la voce mentre il Paese affonda nel fango.
Il DDL sicurezza è l'ultimo atto di questa deriva autoritaria. Un provvedimento talmente "iniquo" e "illiberale" da spingere persino i penalisti allo sciopero. Ma mentre la politica si arrampica sugli specchi della repressione, la magistratura ci ricorda che in uno Stato di diritto la protesta pacifica non può essere silenziata.
La storia insegna che nessuna repressione ha mai fermato le idee giuste. E di giusto, in questa storia, c'è solo chi ha il coraggio di alzarsi in piedi per difendere il futuro di tutti.
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23 OCT. 2024 · La presidente del Consiglio Giorgia Meloni - che da due anni viene chiamata “il presidente” da giornalisti abbagliati dai vestiti nuovi dell’imperatore - festeggia il primo biennio del suo governo. Non c’è bisogno di riportare le iperboli del suo messaggio ufficiale. In un Paese normale la presidente del Consiglio si sarebbe presentata di fronte alla stampa, noi qui ci accontentiamo di un soliloquio sui social. Questo è uno dei risultati di governo: abolite le domande i giornalisti si riducono a megafoni del potere e chi non ci sta rientra nella schiera dei traditori della patria.
Nei due anni in cui l’Italia avrebbe dovuto recuperare credibilità internazionale la presidente Meloni è diventata la versione omeopatica dell’autoritarismo in salsa occidentale. Amica di Orbàn ha simulato europeismo in Europa, sovranismo in patria e ha sfoggiato atlantismo a braccetto di Salvini. Alla fine si è svelata messa all’angolo a Bruxelles.
In due anni di governo ha scritto leggi incagliatesi nei tribunali nazionali e internazionali di ogni ordine e grado. In due anni di Pnrr che fatica a rispettare ha esacerbato la povertà (lo dice l’Istat), s’è rimangiata gli obiettivi e ha un’infrastruttura nazionale che inceppa i treni e supplica Elon Musk per ottenere una connessione decente.
Dice Meloni che il programma elettorale è stato rispettato. Non mente. La vendetta è una portata quotidiana contro i suoi storici nemici immaginari: poveri, stranieri, gay, studenti, operai, sindacati, giornalisti, donne che non figliano, artisti che non propagandano, magistrati che rispettano le leggi più dei poteri. Ma non finirà bene, no.
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22 OCT. 2024 · Raffaele Fitto, prossimo commissario europeo fortemente voluto da Ursula von der Leyen fino a qualche giorno fa era ministro di un governo che negli ultimi giorni ha messo in fila azioni che vanno ripassate.
Fitto era ministro di un governo che ha riunito i suoi ministri per scontare una forzatura contro il diritto europeo (nonché contro i trattati internazionali) per rivendicare di essere al di sopra delle leggi.
Fitto era ministro di un governo che per bocca del suo ministro della Giustizia Carlo Nordio rivela di voler studiare un nuovo assetto costituzionale che assoggetti il potere giudiziario al potere politico alla stregua dei peggiori stati illiberali che mai verrebbero accettati nell’Unione europea.
Fitto era ministro in un governo con un vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che esulta per la morte di uno straniero ammazzato dalle forze dell’ordine e che animalizza i migranti per tornaconto elettorale (“cani e porci”, li chiama).
Fitto era ministro di una presidente del Consiglio che da quando è al governo ha attaccato ripetutamente magistrati, giornalisti, intellettuali, organizzazioni umanitarie e organi dello Stato.
La domanda a questo punto è semplice: come si può votare un commissario ex ministro di un governo così? Come possono il Pse e i Verdi - perfino il Ppe - ingoiare un boccone di questo tipo?
Ma soprattutto com’è possibile dare fiducia alla presidente della Commissione, von der Leyen, a braccetto con Giorgia Meloni nella malsana idea dei centri in Albania come modello di gestione dell’immigrazione nell’Unione europea?
Ci sarà un limite entro cui fermarsi? E se non è questo cos’altro manca all’abisso?
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Autor | Giulio Cavalli |
Organización | Giulio Cavalli |
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