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Un podcast sul lavoro, con Giuseppe Catanzaro e Grosso Bernardo.
11 NOV. 2024 · Tra le conseguenze della crisi del lavoro subordinato negli ultimi anni si è registrata l’espansione del lavoro autonomo. Nel 2023 i freelance in Italia erano più di 4 milioni. Le ragioni che hanno portato (e portano) molti lavoratori verso questa opzione sono intuibili: maggiore flessibilità, autorganizzazione, autogestione. Dall’altro lato però un percorso autonomo implica la paura di non lavorare con continuità, di non reperire committenti, di non riuscire ad essere autosufficienti.
Ma come si costruisce una carriera da freelance solida e durevole nel tempo? Ilaria fa la fotografa, ha iniziato da bambina facendo “foto sfocate ai gatti” e oggi immortala celebrità della musica, del cinema e della moda.
In mezzo c’è stato il lavoro. C’è stato il passaggio dall’analogico al digitale. C’è stato il terremoto del 2009 e una fotocamera che emerge, non proprio casualmente, tra le macerie. C’è stato il passaggio dalla provincia alla metropoli, l’università, le prime collaborazioni strutturali, il rapporto con la gerarchia, la formazione, lo spaesamento e il primo “lavoro grosso”, entrato esattamente il giorno prima che il mondo chiudesse per la pandemia. Poi da lì il salto in lungo verso una nuova fisionomia della professione: il tour con i Maneskin, collaborazioni prestigiose, incroci con star nazionali e internazionali.
Ilaria dice che spesso gli chiedono come si faccia ad arrivare a quel punto, lei non sa che rispondere, “io ho sempre lavorato”. Episodio 5 - “Tra la storia e le stories” è un viaggio nel mondo liquido della fotografia e delle immagini.
28 OCT. 2024 · In base all’ultimo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, il 93,7% dei lavoratori e delle lavoratrici occupati in Italia considera molto importante la felicità quotidiana.
Per molto tempo parlare di felicità all’interno dei contesti di lavoro è stata considerata una cosa da hippie. I recenti eventi storici hanno assegnato al benessere dei lavoratori un ruolo più centrale nel dibattito sul lavoro.
Tuttavia esiste ancora una certa resistenza nelle organizzazioni a valorizzare pienamente qualcosa di immateriale come la felicità, specie quando questa di scontra o mette a repentaglio l’efficenza.
Sebbene molti studi ne diano evidenza, non esiste ancora una prova scientifica che all’aumentare della felicità corrisponda un aumentare della produttività.
Alessio lo sostiene con convinzione “io quando sono felice lavoro meglio”.
E infatti ha creato attorno sé un contesto di lavoro in grado di assecondare la forma che per lui ha l’essere felice. Anche a scapito dei volumi, dei numeri e dei clienti, per i quali vige una rigida selezione naturale, perché se - mentre ti taglia i capelli - ai Rage Against The Machine preferisci ascoltare Renato Zero, allora è plausibile che non tornerai nel suo negozio. Ma non è solo una questione estetica: Alessio ha introdotto la settimana lavorativa corta prima che fosse cool.
Ma un‘attività votata alla felicità di chi lavora riesce anche ad essere efficiente? Alessio non nasconde che a volte dimentica di pagare le bollette e che è l’incubo dei suoi commercialisti, che lo cercano senza mai trovarlo. Ma d’altro canto, lui rivendica il suo essere artigiano e ne parla come qualcosa di antitetico rispetto al lato imprenditoriale di quello che fa.
Artigiano perché lavora con le mani, perché “lo si fa di famiglia”.
Il quarto episodio di La-vo-ro! si intitola “GLAM A ROMA!”, parla di mani, contatto, di musica e di come ci si può educare a lavorare senza dimenticarsi di sé stessi.
14 OCT. 2024 · Quanta vita ci separa dal lavoro che volevamo fare a vent’anni? Oggi, dall’alto delle nostre scrivanie, con il pallore della luce del pc che ci rimbalza in faccia, può venire malinconia a ripensare a quando abbiamo sognato, anche solo per un po’, di diventare qualcosa che appariva irraggiungibile e ci faceva tremare. Attori, attrici, sportivi di successo, stelle del pop, scrittrici, cineasti. Poi va da sé che la fiamma di quei desideri diventi sempre più fioca: il sogno del lavoro dei sogni finisce all’alba di quella che chiamano età adulta.
Per fortuna, però, non è sempre così.
Daniele, ad esempio, è uno di quelli che alla fine il lavoro dei sogni l’ha fatto per davvero. Eppure dice che se andando al bar dovesse chiedere a qualcuno che lavora fa e questi dovesse rispondergli “il comico”, lui penserebbe che è uno stronzo. Strano, perché è esattamente quello che risponde lui: “Sono un comico”.
La strada per il lavoro dei sogni è lastricata di pensieri brutali, spesso anche di ristrettezze. E infatti molti, prima o dopo, lasciano perdere. Prevale la concretezza, la sicurezza, un filo di disincanto. Daniele dice che se doveva essere precario facendo un lavoro che non desiderava, tanto valeva essere precario provando a fare il comico.
Non si sa bene come accada, ma a volte tutto si allinea e il tuo pubblico da qualche decina di amici passa a migliaia di persone, porti il tuo spettacolo in tour e pare proprio che quella cosa che credevi folle e sghemba diventi la tua professione.
Ma poi cosa succede? Daniele racconta che il lavoro dei sogni è pur sempre lavoro e che la retorica del “fai il lavoro che ami e non lavorerai un giorno della tua vita” è probabilmente un’illusione. Tra macchine organizzative, burnout, prìncipi nigeriani e chat GPT.
Episodio 3 - “A volte non ridono” parla di sogni, veglie, risvegli e qualche incubo, tipo un attacco di panico durante uno spettacolo.
30 SEP. 2024 · Da più di tre anni la crisi demografica rimbomba dentro i nostri televisori a volumi assordanti. Secondo le stime più ottimistiche il crollo delle nascite sarà - tra venti o trent’anni - una catastrofe immane: economia al collasso, forza lavoro assente, sistema pensionistico ridotto a brandelli. Quanto e in che modo hanno contribuito a questa crisi le nostre culture del lavoro?
Quando Grosso chiede a Marianna se si è sentita in colpa a diventare madre e lei dice “tantissimo”, la temperatura della sala di registrazione scende sotto lo zero. Ma in colpa verso cosa?
Marianna ci accompagna gentilmente in un viaggio lungo nove anni, fatto di ambizione e di aspettativa, di studi legali, udienze e aule di tribunale. Guidata dalla voglia di “arrivare in fondo”, in un mondo che le sembra volere il contrario.
Gli avvocati litigano tutto il tempo.
Dicono che se la carriera chiama, la vita risponde.
Come si gestisce la nascita di un figlio?
Da un punto di vista organizzativo “è una società basate sulle tate e le nonne” dice Marianna. Ma rispetto alle ambizioni professionali sono guai seri e se poi i figli diventano due è un pandemonio.
Per Marianna le persone non sono abituate a guardare le proprie emozioni dentro i contesti di lavoro.
Però è necessario, serve per capirsi, ci sono pensieri che vivono a molte centinaia di metri di profondità dentro di noi, non è semplice averci a che fare. A lei è servito per ricalibrare l’equilibrio tra il senso che dava al lavoro e la sua vita.
Episodio 2 - “Equilibrio Mamma/Lavoro” parla di genitorialità, libera professione, differenza di genere, carriera e psicoterapia.
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16 SEP. 2024 · Gaia parla una lingua diabolica che mescola inglese, corporate, italiano e slang capitolino. Dice che il lavoro ha cambiato il suo linguaggio. È una Senior Brand Manager, qualsiasi cosa significhi. Dopo dieci anni in Inghilterra è tornata a casa, il suo lavoro si è totalmente remotizzato, è rimasto uguale seppur a centinaia di chilometri di distanza.
Nel 2024 lo spazio e il tempo del lavoro sono concetti malleabili come pongo.
Nel giro di qualche anno ha iniziato a sgretolarsi un totem immutabile: l’ufficio.
Senza spazio e tempo si può lavorare da altre città, da altri Paesi, forse da altri pianeti. C’è più libertà, più possibilità di concepirsi altro, ma anche più solitudine e diffidenza. Ci sono video call che affannosamente si inseguono tutto il giorno e un modo di organizzare il lavoro che a volte degrada nell’iper controllo e nell’impossibilità di disconnettersi. Gaia dice che per lavorare da lontano è necessario fidarsi. Dice che non esistono manager buoni ma esistono brave persone. Racconta quanto sono buone le pizzette del suo Forno a Roma e quanto è tremendo comunicare il licenziamento a una persona. Torna a Londra una volta al mese, poi riparte per Roma. Quella di Gaia con il lavoro somiglia in qualche modo ad una relazione a distanza. E proprio come le relazioni a distanza, il lavoro senza luogo e tempo per funzionare impone un grande atto di fiducia.
“Ho una relazione a distanza con la mia azienda” è il primo episodio di La-vo-ro! – Un podcast sul lavoro.
Un podcast sul lavoro, con Giuseppe Catanzaro e Grosso Bernardo.
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