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Ciclo di conferenze sul Manifesto Politico del Movimeno Nazionale.
Per info e contatti:
https://www.movimentonazionale.net/
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24 MAR. 2023 · All’interno degli attuali processi di crescente concentrazione della forza economica nelle mani di pochi grandi gruppi, e di crescita esponenziale del potere contrattuale di pochi soggetti, auspichiamo una maggiore rappresentanza dei lavoratori nelle imprese come elemento di riequilibrio.
In particolare, nelle aziende di maggiori dimensioni – in cui spesso il ruolo dell’imprenditore, quale responsabile personale dei destini dell’impresa, è offuscato e si crea una separazione tra dirigenza e proprietà – è necessario ristabilire un sistema di tutele che rimetta al centro quell’equilibrio tra Capitale e Lavoro ormai totalmente perduto a vantaggio del primo.
In quest’ottica proponiamo:
• l’obbligatorietà del modello di gestione dualistico (modello tedesco) per le imprese quotate, con sdoppiamento del controllo dell’impresa tra un Consiglio di Gestione e un Consiglio di Sorveglianza con ampia rappresentanza dei lavoratori;
• la rottura dell’egemonia della Triplice (CGIL, CISL e UIL) nelle contrattazioni sindacali e la possibilità concreta di emersione di nuove organizzazioni sindacali che tutelino in maniera privilegiata i lavoratori autoctoni, minacciati dal dumping salariale degli immigrati.
Il superamento dei sindacati confederali dovrà esser accompagnato da una riforma del sistema di rappresentanza sindacale, volto a costituire sindacati settoriali, da integrarsi con le associazioni imprenditoriali e dei datori di lavoro dei medesimi settori produttivi.
L’integrazione delle associazioni di lavoratori e imprenditori, oltre a ridurre la conflittualità delle contrattazioni, dovrà trovare anche una propria rappresentanza stabile all’interno dell’ordinamento dello Stato.
In particolare, auspichiamo l’integrazione stabile di questi Corpi Sociali dei produttori all’interno del nuovo Senato.
Questi Corpi Sociali potranno svolgere un ruolo di armonizzazione, assistenza e collaborazione al loro interno tra tutti i loro componenti, per poi interpretarne gli interessi nello Stato.
Inoltre, in un’epoca di cambiamenti continui e frenetici, che hanno effetti spesso destabilizzanti sul mondo del lavoro, questi Corpi Sociali potranno creare al loro interno centri di ricerca specifici per studiare, prevedere e gestire al meglio i cambiamenti tecnologici moderni, nell’interesse delle stesse categorie e dell’intera comunità nazionale.
Tali centri di ricerca dei Corpi Sociali potranno mettere fine alla tragica “fuga di cervelli” dall’Italia, avvalendosi delle intelligenze, oggi trascurate e sottostimate, costrette a lavori inadeguati o all’emigrazione.
24 MAR. 2023 · Per la rinascita dopo il covid-19
Noi denunciamo fermamente ogni tentativo di spoliazione della sovranità fiscale degli Stati Membri della UE, anche quando questo si cela dietro gli “aiuti” europei.
Non fanno eccezione, a tale riguardo, i fondi previsti dal pacchetto Next Generation EU per fronteggiare la recessione post-Covid-19.
Questo pacchetto non solo include il più famoso Recovery Fund, ma, come espressamente dichiarato da Mario Draghi, potrebbe essere anche il germe della costituzione di un Ministero del Tesoro unico per tutta l’Unione Europea.Del pacchetto Next Generation EU noi rifiutiamo completamente la logica che ne sta a monte, per la quale gli Stati Membri della UE dovrebbero condizionare le proprie politiche di spesa secondo la volontà della Commissione Europea.
Rifiutiamo allo stesso modo i trasferimenti di risorse finanziarie tra Stati Membri per ovviare agli squilibri implicati dalla condivisione della moneta unica, siano essi prestiti o risorse a fondo perduto.
Dietro i presunti benefici di questi aiuti economici, per l’Italia si profila in realtà un destino di desertificazione industriale e di regione sussidiata dalle privilegiate economie del Nord Europa.
Tale processo di “meridionalizzazione” della nostra economia non può essere condiviso da parte nostra, così come non può essere condiviso l’intento di raggiungere una piena unione fiscale (e quindi politica) dell’Unione Europea, approfittando delle difficoltà dovute all’attuale stato di crisi.
Crediamo invece che l’Italia, svincolandosi dalle maglie di Bruxelles, possa avere tutti i mezzi per affrontare autonomamente la crisi provocata dal Covid-19. Inoltre, data la portata non solo europea ma mondiale dell’attuale crisi da Covid, chiediamo che l’Italia si faccia promotrice, a livello internazionale, di una Conferenza internazionale sugli accresciuti livelli di debito sovrano.
L’obiettivo della conferenza dovrà essere la definizione, a livello internazionale, di standard di trattamento del debito in eccesso accumulato a seguito della crisi, e in particolare la monetizzazione stabile di tali stock e un adeguato supporto monetario da parte della Banche Centrali.
Per un futuro di benessere nonostante l’automazione
Di fronte al crescente processo di automazione dei sistemi di produzione, crediamo che lo Stato non possa restare inattivo, dato il rischio concreto di una crescente disoccupazione tecnologica di massa.
L’accentuato ricorso al lavoro digitale e all’e-commerce registrato durante la crisi provocata dal Covid-19, verosimilmente non potrà che accentuare tali processi, aprendo le porte a foschi scenari costituiti da intere categorie di lavoratori (anche oltre i 50 anni di età) completamente sbattuti fuori dal mercato del lavoro e senza possibilità alcuna di rientrarvi.
Siamo d’altra parte consapevoli che la nostra stessa richiesta di sostenere fortemente gli investimenti, pubblici e privati, per aumentare la competitività del sistema economico italiano, potrebbe implicare un aumento dell’automazione di alcuni processi produttivi.
Riteniamo tuttavia che questa eventualità, se saggiamente governata, possa costituire un’opportunità anziché un pericolo.
Alcuni paesi del Nord Europa stanno incominciando a valutare misure quali la riduzione dell’orario di lavoro o dei giorni lavorativi per compensare la ridotta domanda che si registra nel mercato del lavoro, implicata dal crescente ricorso alla automazione.
In Italia, data la considerevole quota di lavoratori di età avanzata, più difficilmente riconvertibili rispetto ad una forza lavoro più giovane, riteniamo che la riduzione della domanda di lavoro possa essere compensata con una crescita del tasso di pensionamento, ovvero con il mantenimento di un’età pensionabile relativamente bassa.
Senza volontà di replicare le storture del metodo retributivo, data la crescita della produttività complessiva del sistema economico, immaginiamo la sostenibilità di un sistema pensionistico contributivo tarato su parametri coerenti con quelli della recente riforma di “Quota 100” e l’uscita dal mercato del lavoro ad un’età relativamente contenuta (attorno ai 62 anni).
Quanto, invece, a misure come il “Reddito di Cittadinanza”, rivolte a chi si trova disoccupato pur essendo in età lavorativa, riteniamo che la migliore soluzione a tale problema sia rappresentata da un rilancio globale del mercato del lavoro.
Tuttavia, anche considerando l’impatto relativamente modesto di tale misura sul complesso della spesa pubblica e le difficoltà della transizione economica attualmente in corso, non prevediamo una cancellazione di tale strumento che, però, non consideriamo ulteriormente estendibile, e nemmeno funzionale ad una crescita a lungo termine del nostro sistema economico.
Chiediamo, infine, l’introduzione di un’Imposta sui Servizi Digitali (ISD) pari almeno al 5% del fatturato dei grandi gruppi dell’economia digitale che operano in Italia (Apple, Google, Amazon, Microsoft).
Queste corporations si comportano sempre più di frequente come monopolisti di fatto, approfittando di pratiche fiscali ampiamente elusive.
Per questo la ISD su questi soggetti dovrà essere parametrata non sull’utile, ma direttamente sui fatturati di tali gruppi.
Auspichiamo anche che si possa studiare l’assoggettabilità di tali gruppi ad un regime di concessione pubblica per la prestazione di servizi digitali, volto a ricondurre all’ambito pubblico l’enorme influenza che tali aziende possono acquisire.
24 MAR. 2023 · Per un’economia sovrana e senza vincoli
Riteniamo che la più che ventennale adesione dell’Italia al sistema dei cambi fissi dell’Euro abbia provocato una perdurante stagnazione economica, che solo la pura cecità può continuare a negare.
Il sistema di cambi fissi ha danneggiato la nostra bilancia commerciale (fonte primaria di crescita per un paese votato all’export come l’Italia) e causato la perenne stagnazione dei salari e del mercato del lavoro.Noi riteniamo, dunque, fondamentale che l’Italia – in maniera concordata o se necessario, unilaterale – abbandoni l’Euro ed anche che la Banca d’Italia lasci l’Eurosistema della BCE per riacquisire una piena sovranità in ambito di politica monetaria.
Interpretiamo l’uscita come una scelta di libero mercato, poiché il valore della nuova Lira sarà lasciato alle libere quotazioni che la nostra valuta avrà sui mercati internazionali, pratica che porterà naturalmente a riassorbire gli immensi squilibri causati dall’adesione all’Euro.
Con l’uscita dall’Eurosistema, alla Banca d’Italia dovrà tornare anche la piena competenza sulla vigilanza e sulla regolamentazione bancaria, in quanto tutta la legislazione europea in materia bancaria non sarà più ritenuta vincolante.In particolare, andrà rivisto:
• il cosiddetto bail in e relativo pacchetto BRRD per la gestione di situazioni di crisi bancaria;
• il pacchetto Capital Requirements Regulation / Credit Requirements Directive, rimuovendo i requisiti eccessivamente punitivi in caso di gestione di crediti deteriorati.
Dal lato dei trattati europei, prendiamo atto che con la crisi del Covid la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita abbia definitivamente affossato tale irrazionale sistema di vincoli alle politiche di bilancio.
Anzi, con l’uscita dall’Euro tale sistema di trattati vincolanti delle politiche fiscali dei singoli Stati Membri perderebbe la propria ragione d’essere.
Data invece la naturale propensione dell’Italia all’export e ai mercati internazionali, riteniamo che possano essere preservati i trattati istitutivi del Mercato Unico nella forma di un nuovo Mercato Europeo Comune (MEC), che istituisca il principio della preferenza nell’acquisto di beni e servizi europei rispetto all’acquisto di beni e servizi extraeuropei.
Nella stessa ottica, andrà posto un correttivo per consentire agli Stati Membri di impedire il trasferimento di capitali in paradisi fiscali all’interno della stessa Unione Europea (Olanda, Lussemburgo, Irlanda, Malta, Cipro).
L’Italia dovrebbe farsi promotrice di una revisione complessiva di tali trattati.
Tuttavia, nel caso in cui ciò non fosse possibile, riteniamo che l’uscita unilaterale non possa essere esclusa. D’altra parte, l’esperienza dell’uscita dal Sistema Monetario Europeo del 1992 di Italia e Regno Unito, e l’attuale esperienza della Brexit, dimostrano come la rottura dei vincoli europei possa avvenire senza implicazioni particolarmente traumatiche per le economie nazionali.
Per un vero piano di rilancio dell’economia italiana
Una volta riacquisita la sovranità monetaria, riteniamo che vada cancellato il ‘divorzio’ di Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro – consumatosi nel 1981 – e venga così restituita ad essa la piena competenza di politica monetaria.A differenza della BCE, la nuova Banca d’Italia nazionalizzata dovrà avere nei propri statuti:
• una funzione obiettivo rivolta non solo alla stabilità dei prezzi ma anche alla crescita economica e alla piena occupazione;
• la rimozione del divieto di finanziamento diretto del Tesoro, con una linea di scoperto di conto corrente a favore del governo per il finanziamento diretto della spesa pubblica, senza l’emissione di titoli;
• il finanziamento diretto e volto alla monetizzazione stabile della spesa pubblica per investimenti, per definizione produttiva e che non porterà a un aumento dell’inflazione, ma a una maggiore crescita economica e sostenibilità del debito;
• La netta affermazione del principio che credito e risparmio costituiscono attività di pubblico interesse (oggi solo timidamente abbozzato nella carta costituzionale).
Sosteniamo inoltre l’estensione delle emissioni di BTP Italia rivolte al pubblico retail di cittadini italiani e residenti in Italia.Noi vogliamo, inoltre, che venga dichiarata incostituzionale l’emissione di titoli di debito espresso in valuta estera, o soggetta a legislazione estera.
Il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio andrà rivisto come segue:
• esclusione dal vincolo di tutta la spesa per investimenti, finanziata, come già indicato, da Banca d’Italia tramite finanziamento monetario;
• mantenimento del vincolo per la sola spesa corrente dello Stato, salvo scostamenti per fronteggiare i momenti di grave recessione per cause esogene (per esempio: Covid-19, mutui subprime).
Come si vede si tratta di una revisione del vincolo del pareggio di bilancio e non di una sua abolizione tout court.
La conservazione dello stesso per la spesa corrente dello Stato sarà volta al rafforzamento della credibilità della nuova politica monetaria, che non dovrà dar adito ad aspettative inflazionistiche, sanando l’attuale situazione di un vincolo che esiste in teoria, ma che viene costantemente disatteso per l’impossibilità di una gestione credibile del bilancio pubblico.
In tale prospettiva si aprirebbe lo spazio fiscale per una manovra espansiva e una simmetrica riduzione delle imposte. In particolare, prevediamo:
• l’abolizione dell’IRAP, vera e propria imposta-rapina che pesa direttamente sulla competitività e produttività delle imprese italiane. L’abolizione di questa imposta – introdotta dal Governo Prodi per permettere l’ingresso dell’Italia nell’Euro – sarà anche il segno della ripresa di libertà economica dell’Italia;
• la cancellazione delle accise su luce, gas e benzina, a favore delle fasce di reddito medio-basse. La cancellazione del regime di accise correggerà l’eccessivo costo per le forniture energetiche attualmente presente in Italia e stimolerà il mercato interno;
• una riformulazione complessiva dell’IRPEF, ormai perso in un livello di entropia e disordine privo di controllo.La selva dell’attuale sistema di detrazioni / deduzioni andrà rivista con una cancellazione integrale delle stesse a favore dell’introduzione di un efficace quoziente famigliare, in modo da fare dell’aliquota effettiva una variabile, in funzione – oltre che del reddito – del numero complessivo di figli a carico.
Siamo, inoltre, aperti a considerare l’elaborazione di un sistema per la concessione di ulteriori sgravi fiscali per coloro che dichiarino di voler entrare in un regime di ‘opting-out’, ovvero non pesare sulla fiscalità pubblica per servizi quali la previdenza, la sanità, l’istruzione.
Per le partite IVA chiediamo che sia abolito il sistema degli studi di settore e ogni metodologia di definizione del reddito di natura presuntiva.
Difendiamo, infine, il ruolo fondamentale che l’industria pubblica ha assunto in Italia per la crescita del nostro sistema economico.
Siamo perciò contrari alla privatizzazione delle grandi aziende a partecipazione pubblica, capaci di produrre utili.
Pretendiamo similmente che i monopoli naturali, come quello della nostra rete autostradale, vengano ricondotti ad un pieno controllo pubblico senza regali a chi negli anni si è arricchito grazie a concessioni scellerate.
24 MAR. 2023 · Per lo sviluppo di una diversa politica estera italiana ed europea, crediamo sia necessario che l’ordine internazionale percorra definitivamente la strada di un mondo multipolare, uscendo dall’unipolarismo USA contrapposto, di volta in volta, a un grande nemico (un tempo l’URSS, oggi la Cina), con l’Europa relegata a giocare il ruolo di mero soggetto gregario agli ordini del padrone americano.
In quest’ottica, crediamo che l’insieme delle nazioni europee possa giocare un grande ruolo, qualora riallineasse i propri interessi con quelli della Russia.
Evitare atteggiamenti ostili verso la Russia ed evitare di spingere la Russia verso la Cina dovrebbe essere interesse prioritario di qualunque diplomazia europea.
La creazione di un blocco geopolitico euro-russo rappresenterebbe la creazione di un terzo polo, alternativo tanto a quello atlantico anglo-americano e della cosiddetta ‘anglosfera’, quanto a quello cinese.
Per fare questo, è necessaria una progressiva e non conflittuale rottamazione della NATO, alleanza ormai vecchia e logora, rispetto a cui i presupposti di contenimento della minaccia dell’URSS sono completamente venuti meno, e sia riformulata un’alleanza continentale a livello europeo che includa la Russia.
Tale sistema di alleanze renderebbe superfluo il progetto di costituzione di un Esercito Comune Europeo, prospettiva dietro alla quale si nasconde solamente l’ulteriore tentativo di dissoluzione delle sovranità nazionali del vecchio continente.
Per favorire inoltre l’integrazione del blocco euro-russo, si dovrebbero avviare trattative per l’ingresso della Russia nel mercato unico europeo e procedere all’abolizione di tutte le sanzioni a cui essa è attualmente sottoposta.
L’integrazione delle vaste risorse naturali russe con le capacità industriali e tecnologiche europee sarebbero infatti il presupposto per la costituzione di un blocco geopolitico votato a giocare un ruolo mondiale di primo livello.
24 MAR. 2023 · Noi riteniamo che vada riformulato radicalmente l’attuale processo di integrazione europea, fondato sull’obiettivo ultimo di un’unione politica che comporterebbe la sostituzione delle sovranità degli Stati nazionali con la sovranità di un unico grande Superstato federale europeo.
Tuttavia, riconosciamo l’esistenza di una radice comune alla base delle identità fondanti delle nazioni che compongono l’Europa e comprendiamo la necessità di una cooperazione intraeuropea di stampo confederativo.
Per questo motivo, riteniamo che l’Italia debba liberarsi progressivamente dal giogo di tutte le istituzioni europee che implicitamente svolgono una funzione federale, prime tra tutti la Banca Centrale Europea (e il relativo Eurosistema), il Parlamento Europeo e la Commissione Europea.
Parallelamente, l’Italia dovrebbe farsi promotrice di un modello alternativo a quello federale, promuovendo la realizzazione di un sistema di integrazione confederale, che potrebbe in una certa misura salvaguardare il ruolo che attualmente ricopre il Consiglio Europeo.
Un modello in cui gli organismi comunitari possano dare istruzioni di indirizzo alle varie politiche nazionali, senza tuttavia rappresentare una legislazione vincolante (come ad esempio quella dei regolamenti europei), se non in casi limitati e per materie prestabilite.
Gli ambiti di interesse dell’Unione Europea dovrebbero essere:
• una cooperazione militare aperta alla Russia e concepita più come un sistema di alleanze tra diverse forze armate nazionali che come lo sviluppo di un’unica compagine militare europea;
• la promozione di un mercato unico di beni e servizi concepito come un sistema di libero scambio interno e di protezione tramite l’applicazione di dazi all’esterno;
• la promozione di progetti industriali comuni di interesse strategico, secondo la libera facoltà di adesione degli Stati Membri;
• la promozione di una politica agricola comune volta a tutelare gli alti standard qualitativi dell’agricoltura europea;
• la promozione, fatta salva la libertà di azione dei singoli Stati Membri, di progetti internazionali comuni, come il grande piano di investimenti necessario per la ricostruzione del continente africano.
24 MAR. 2023 · Nell’attuale contesto di spogliazione delle sovranità nazionali, è auspicabile una politica di deciso contrasto all’azione di quei potentati e di quelle lobby internazionali che esercitano un’influenza globale diretta a distruggere l’identità di tutte le nazioni.
La pessima gestione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità della crisi del Covid-19 ha reso a tutti evidente, al di là del suo status di organizzazione nominalmente neutrale, la sua subordinazione agli interessi congiunti della Cina e della Fondazione Gates.
L’OMS ha coperto per mesi le responsabilità della dittatura cinese nella diffusione del Covid-19 e tuttora mantiene un’opacità intollerabile sull’origine naturale o di laboratorio di questo virus, comparso improvvisamente dal nulla a sconvolgere la vita dei popoli.
L’OMS è solo uno dei tanti esempi di organizzazioni internazionali che minano le sovranità e le identità dei popoli e delle nazioni e che cercano di imporre il disegno globalista.
Il FMI in campo economico, il WTO in ambito commerciale, la FAO in ambito alimentare, così come le varie agenzie ONU,sono in tal senso convergenti verso l’instaurazione di una soft-dittatura mondiale volta a cancellare ogni confine naturale e culturale.Noi auspichiamo allora che:
• l’Italia riveda le sue modalità di partecipazione all’OMS e a tutti gli organi16 smi internazionali di carattere benefico, richiedendo nelle sedi opportune garanzie di trasparenza e imparzialità;
• sia costituita una Commissione parlamentare anti-lobbies volta a porre sotto osservazione quelle associazioni e organizzazioni, interne o internazionali strutturate come gruppi di pressione / lobbies – si pensi, a titolo d’esempio, alle periodiche riunioni del Bildeberg Group o della Trilateral Commission e alla partecipazione di personalità del mondo politico, imprenditoriale ed informativo italiano – al fine di verificarne intenti ed operato e i possibili contrasti con gli interessi nazionali;
• Sia ampliata e data concreta efficacia alla legge n.17 del 1982 sullo scioglimento delle società segrete o dalle finalità dissimulate e sulla repressione di attività, in quanto dirette ad interferire occultamente sulle decisioni di organi costituzionali e pubblici, di enti pubblici anche economici o di servizi d’interesse nazionale; nella stessa normativa dovranno essere previsti i casi d’incompatibilità con l’assunzione di cariche pubbliche anche elettive di coloro che siano ritenuti partecipi a tali organizzazioni, anche recependo gli accertamenti provenienti dalla Commissione;
• Sia varata una riforma, ispirata al principio della trasparenza dell’attività politica ed amministrativa, volta a introdurre l’obbligo a carico di qualsiasi eletto e/o dipendente, funzionario, consulente esterno, della pubblica amministrazione e degli organi politici, nazionali e territoriali, di indicare l’eventuale iscrizione a qualsiasi organizzazione, comitato, gruppo o associazione, aperta o segreta, italiana o straniera, che svolga attività di tipo economico, politico, culturale, sociale, o benefico nel territorio italiano e le cariche e le partecipazioni societarie e imprenditoriali di cui sia titolare il medesimo e i suoi parenti ed affini fino al sesto grado, con previsione di decadenza dalla carica e di sanzioni amministrative e penali a carico del trasgressore.
24 MAR. 2023 · Troppo spesso negli ultimi anni la sanità è stata terreno di caccia per la speculazione economica, imposta a spese della salute pubblica.
Le tante inchieste sulla sanità privata, in particolar modo condotte nel Nord Italia, hanno sempre riguardato i pesci piccoli e le irregolarità contraddistinte dal pagamento di tangenti di dimensioni risibili.
La vera questione, però, è un’altra, ossia il predominio oligarchico esercitato dalle grandi aziende private dell’industria farmaceutica – la cosiddetta Big Pharma – le quali, dopo aver tratto profitto dalla produzione e distribuzione di farmaci e vaccini, hanno infine lasciato la nostra società totalmente sguarnita e impreparata di fronte alla crisi della sanità pubblica, innescata dal Covid-19.
Le aziende private, in quanto tali, hanno pochissimo interesse a investire nella prevenzione e pochi incentivi a investire per prepararsi a far fronte a una crisi sanitaria pubblica.
D’altronde, la prevenzione non contribuisce a valorizzare il corso delle azioni, né alla distribuzione di dividendi agli azionisti; al contrario, quando si verifica una crisi sanitaria pubblica, più malati ci sono e maggiori saranno i loro profitti.
Per questo motivo, noi vogliamo che lo Stato metta in atto una efficace opera di contrasto all’eccessivo potere delle società farmaceutiche nell’ambito della produzione e della diffusione dei farmaci e, in particolar modo, di un bene sensibile come quello dei vaccini.Chiediamo che tutti i vaccini obbligatori siano di produzione pubblica, garantita e controllata dallo Stato, eventualmente con l’ausilio di esperti indipendenti dalle grandi lobby internazionali che, di fatto, controllano l’Organizzazione Mondiale della Sanità.In particolare, proponiamo di valutare l’opportunità di coinvolgere lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare per la produzione pubblica di vaccini e di altro materiale farmaceutico.
Chiediamo, inoltre, l’assoluta interdizione alla produzione – o all’importazione dall’estero – di qualunque vaccino o altro farmaco sviluppato tramite l’impiego e la distruzione di materiale fetale.
24 MAR. 2023 · Per la difesa della vita
Quasi 40 anni di applicazione delle pratiche abortive hanno contribuito a portare l’Italia a sprofondare in un vero e proprio inverno demografico.
Sei milioni di vite sono mancate al nostro Paese, che si trova così a dover fare i conti con uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, con conseguenti problemi di pressione sul sistema socio-economico e la richiesta compensativa di una crescente immigrazione, contribuendo così a dar luogo ad un vero e proprio meccanismo di sostituzione etnica della popolazione italiana.Nessuna società civile può dirsi tale se ammette la liceità dell’uccisione indiscriminata dell’essere umano innocente.
Consideriamo categorico che vada al più presto abrogata la Legge 194 che autorizza la pratica abortiva in Italia. Nessun “diritto all’autodeterminazione” può essere opposto contro la vita innocente e indifesa di un bambino, nessun errore, nessuna carenza morale o materiale può superare il diritto del concepito di venire alla luce.
Siamo peraltro coscienti che l’attuale grado di generale consapevolezza circa l’atrocità intrinseca di quella pratica e le sue conseguenze sul piano sociale e sulla salute della stessa donna sia notevolmente scarso, rendendo ancora più difficile, al momento attuale, una prospettiva concreta di ribaltamento della normativa in vigore.
A tal fine si renderà necessaria una controffensiva culturale, che parta fin dai 10 primi anni di scuola, con veri e propri corsi di educazione alla vita, così da far apprendere ai bambini le sue realtà più elementari e più vere.
Naturalmente, lo Stato deve fornire alle famiglie in difficoltà e, in particolare, alle donne sole la massima assistenza economica, sociale e sanitaria possibile per condurre a termine la gravidanza. Chiediamo il rafforzamento di tutti i servizi legati all’infanzia e una robusta revisione del sistema fiscale, con introduzione di un forte quoziente familiare.
Rivedere tutto il meccanismo di deduzioni-detrazioni in funzione solo e unicamente del numero di figli, in modo da ridurre il carico fiscale delle famiglie numerose, è una misura di evidente equità e utilità pubblica.
Per il rispetto della natura umana
Riteniamo profondamente disumanizzante l’attuale deriva per la quale si possa ridurre la persona umana a mero ‘materiale umano’, processo che parifica il concepimento della vita umana a quello di produzione di una qualunque merce di consumo e la fine della vita umana assimilabile al processo di smaltimento degli scarti della produzione stessa.
In Italia deve essere confermato e rafforzato il divieto di tutte le pratiche di fecondazione eterologa, e specificamente tutte le pratiche di fecondazione assistita che permettano di selezionare o addirittura manipolare i caratteri genetici del nascituro.
Deve essere inoltre rafforzata la proibizione di tutte le pratiche di sperimentazione su embrioni umani e qualunque tecnica di manipolazione genetica dell’embrione.
L’attuale propensione a considerare la vita umana come mero “prodotto” mette oggi in pericolo anche anziani e malati. L’attuale deriva materialistica della civiltà occidentale porta a considerare come “dignitosa” solamente la vita che può essere produttiva, mentre il resto è considerabile come scarto, un macchinario a cui “staccare la spina”.
È necessario che oggi in Italia sia ribadito il divieto di tutte le pratiche eutanasiche e di suicidio assistito. Per evitare la confusione tra eutanasia e accanimento terapeutico va specificato che:
• l’interruzione della mera alimentazione, idratazione, respirazione non è considerabile come interruzione di una terapia, quanto come interruzione diretta delle funzioni vitali fondamentali e perciò pratica assimilabile all’eutanasia; • che la somministrazione diretta di qualunque sostanza letale è sempre considerabile come pratica eutanasica;
• che l’interruzione dell’alimentazione, idratazione, respirazione non deve mai potersi applicare contro la volontà del paziente o, nel caso in cui il paziente sia minorenne o incosciente, contro la volontà di chi ne è il tutore legale.
24 MAR. 2023 · La nostra società si fonda sulla cellula fondamentale e primaria del vivere in comunità, ossia la Famiglia: istituzione di ordine naturale fondata sull’unione stabile di un uomo e di una donna, volta alla generazione ed alla cura dei figli.
Dover ribadire in un manifesto politico questa ovvia verità è già di per sé un fatto grottesco, ma è tuttavia necessario, visti i numerosi attacchi alla famiglia e la continua proposizione di modelli di convivenza “alternativi”.
Noi vogliamo mettere in atto una forte azione civile per restituire alla Famiglia il proprio ruolo unico e fondamentale di cardine del vivere sociale.
D’altra parte, solo nel contesto famigliare – conforme alla natura delle cose – possono essere concepiti ed allevati in maniera adeguata i nostri figli, oggi ridotti a beni di consumo grazie a pratiche degradanti come l’utero in affitto; pratiche che aprono le porte ad un mondo in cui i bambini sono commissionati e compravenduti, divenendo persino oggetto delle attenzioni di una pedofilia che alcuni – sulla scia dell’onda filo-omosessualista e filo-genderista – vorrebbero sdoganare presentandola come un normale orientamento delle preferenze sessuali.
È per noi principio irrinunciabile che il dettato costituzionale garantisca il riconoscimento dell’istituto familiare quale nucleo composto da un uomo e una donna, a cui sia riservato il diritto di adozione, con una riforma che acceleri i tempi necessari per l’affidamento del bambino ai genitori richiedenti.Riteniamo inoltre del tutto privo di senso e di ragione giuridica l’aver previsto, come nella vigente c.d. Legge Cirinnà, una normativa speciale per le coppie omosessuali, laddove ogni tipo di convivenza, qualunque sia il motivo che la determini, deve essere paritariamente sottoposta agli ordinari principi dell’autonomia contrattuale, non essendo la motivazione del legame omosessuale più meritevole di tutela giuridica di qualsiasi altra ragione di coabitazione.
È necessario inoltre imporre il divieto di qualunque diffusione delle teorie gender o di propaganda omosessualista nelle scuole pubbliche e private, e che sia mantenuta l’attuale normativa che vieta ogni forma di maternità surrogata e di traffico di gameti ed embrioni, disponendo gli opportuni controlli affinché il principio non sia eluso approfittando della legalità della pratica vigente in altri Paesi.
È il momento, infine, che sia iscritta nel dettato Costituzionale anche la tutela dell’infanzia, per impedire il diffondersi – cosa che già sta avvenendo in altri paesi occidentali – della propaganda volta a promuovere forme sempre più avanzate e subdole di accettazione della pedofilia.
24 MAR. 2023 · II – Per il diritto di amare e proteggere se stessi
Di fronte alla guerra che l’ideologia globalista, attraverso le armi del pensiero unico, del politicamente corretto e del laicismo aggressivo e totalizzante ha dichiarato contro la nostra identità nazionale, noi rivendichiamo il diritto a difenderla, non soltanto in virtù del principio costituzionale della libertà d’espressione.
Difendiamo e promuoviamo infatti il diritto-dovere di rivendicare la nostra appartenenza ad una tradizione italiana ed europea cristiana e sociale, e alla difesa di un ordine morale fondato sul concetto perenne di Legge Naturale.
Ribadiamo perciò i nostri No a tutte le leggi di stampo orwelliano volte a uniformare le coscienze, prime fra tutte la Legge Scelba e il decreto Mancino, e alle loro interpretazioni in chiave repressiva, degne di uno stato di polizia e dirette a colpire chiunque osi dichiarare con le parole e mostrare coi fatti il proprio amore per la nostra terra o affermi la propria preoccupazione e la propria opposizione, entrambe pienamente legittime, nei riguardi dei processi, oggi in corso, di graduale sostituzione etnica e islamizzazione della nostra società.
È necessario opporsi a ogni tentativo di introdurre una legge contro la c.d. “omofobia”, che finirebbe per vietare di affermare l’ovvio, ossia che la famiglia è unasola, quella composta da un uomo e da una donna o anche solo di criticare comportamenti che si reputano in contrasto coi propri principi, morali o religiosi.
Data l’innegabile identità cristiana della tradizione culturale italiana, riteniamo egualmente pericolosi per l’identità nazionale tanto il laicismo aggressivo delle forze progressiste quanto la diffusione dell’Islam che va radicandosi in Italia ed in Europa grazie alle scellerate politiche immigrazioniste.
È dovere di tutti i cittadini italiani opporsi allo stucchevole ritornello, autodistruttivo e masochistico, recitato dalla propaganda progressista ai movimenti Black Lives Matter e Antifa con cui si accusa la cultura occidentale, europea e cristiana di essere sostanzialmente ingiusta e, dunque, storicamente responsabile delle peggiori oppressioni ai danni dei popoli.
Questa martellante narrazione non fa che minare un sano sentimento di amor proprio – che qualunque società dovrebbe coltivare – e provocare conflittualità tra etnie, andando a fomentare una lotta anti-razzista che nella nostra Italia non ha alcuna ragion d’essere.
Allo stesso modo, è necessario porre vigorosamente sotto controllo il fenomeno del radicalismo islamico e arginarne la penetrazione nella nostra società.
È indispensabile introdurre un sistema di stretta vigilanza sui flussi di finanziamento alle comunità islamiche attualmente presenti in Italia e la proibizione di qualsiasi finanziamento proveniente dai paesi del Golfo (Arabia Saudita, EAU, Qatar e Bahrein), e in generale da tutti i paesi islamici che non riconoscono,in base al principio della reciprocità, una tolleranza religiosa per i cristiani alle stesse condizioni riconosciute ai musulmani in Italia.
In questa medesima prospettiva, chiediamo una moratoria sulla costruzione di nuove moschee sul nostro territorio.Pretendiamo che nella scuola si dia un insegnamento che valorizzi gli aspetti sani e formativi della nostra tradizione culturale.
Per rafforzare il sentimento di coesione nazionale chiediamo inoltre che vengano reintrodotti come giorni festivi il 4 Novembre, giorno della vittoria nel primo conflitto mondiale, e il 21 Aprile, giorno della fondazione di Roma e della civiltà occidentale.
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