14 ABR. 2023 · S.Teresa: l'infanzia e l'adolescenzaAnno del Signore 1531. Carlo V, imperatore di Spagna, entra in Avila per continuare i festeggiamenti della sua incoronazione avvenuta l'anno precedente, esattamente il 24 Febbraio 1530 in San Petronio a Bologna seconda città dello Stato Pontificio, da parte del Papa Clemente VII.Teresa di Gesù al secolo, Teresa Sanchez de Sepeda e Ahumada aveva allora solo 16 anni e certamente è stata fra le 300 fanciulle che danzarono all'ingresso festoso e pomposo dell'imperatore e dell'imperatrice Isabella la quale spesso trascorreva volentieri ad Avila i mesi estivi con il figlio primogenito Filippo. Siamo agli inizi del XVI secolo in Castiglia, cuore pulsante della Spagna, crocevia della vita, della politica, e anche della moda. In quegli anni la monarchia spagnola raggiunse il suo massimo potere economico, militare, politico e religioso. È il cosiddetto «secolo d’oro» spagnolo, nel quale le università di Salamanca e Alcalá furono riferimenti culturali a livello europeo; le Belle Arti conobbero uno sviluppo e una creatività senza precedenti nei paesi e nelle città, che si riempirono di templi, palazzi, ospedali, edifici pubblici e fontane.In questo contesto storico sociale di benessere economico e culturale nasce Teresa. Un po' come nascere oggi in un ricco contesto americano o europeo, in famiglie che godono di agiatezza sociale e culturale. Per l'esattezza Teresa nasce il 28 Marzo 1515. Dentro un secolo che è crocevie di epoche, nasce quest' anima che farà sobbalzare l'allora sopita spiritualità cristiana. Fin da piccola Teresa è la donna esplosiva che sarà. Da sempre dilaniata tra il sentirsi amata e perduta, un po' principessa e un po' brutto anatroccolo vivrà poi anche il contrasto obbligato tra l'infanzia e l'adolescenza, tra la bambina curiosa e desiderosa di Dio e la ragazza dalle belle forme accecata dalle suggestioni del mondo. Che dire? un déjavu già visto. "Eravamo tre sorelle e nove fratelli. Tutti, grazie a Dio, somigliavano in virtù ai genitori, tranne me, sebbene fossi la più amata da mio padre; e, prima ch’io cominciassi a offendere Dio, forse tale preferenza non era senza motivo; per questo provo una grande pena quando ricordo le buone inclinazioni che il Signore mi aveva donato, e quanto male seppi trarre profitto da esse". A 6 anni Teresa già sapeva leggere e scrivere ed era innamorata dei libri dei santi. I Santi, i grandi teologi, i missionari e i religiosi di vita austera esercitavano un’attrattiva per la gente del XVI secolo non meno di quella che oggi esercitano su di noi le stelle del cinema, gli sportivi, gli influencer. E teresa sente fin da questa tenera età una forza straordinaria di emulazione scaturire dal suo cuore. "I miei fratelli, dunque, non mi intralciavano in nulla per distogliermi dal servire Dio. Ne avevo uno quasi della mia età, con il quale mi mettevo spesso a leggere le vite dei santi; era quello che più amavo, sebbene provassi grande amore per tutti, come tutti lo provavano per me. Nel vedere i martìri che le sante avevano sofferto per Dio, mi sembrava che comprassero molto a buon mercato la grazia di andare a godere di lui, e desideravo ardentemente morire anch’io come loro, non già per l’amore che mi sembrava di portargli, ma per godere presto dei grandi beni che leggevo esservi in cielo. E stando insieme con questo mio fratello, entrambi cercavamo di scoprire che mezzo potesse esserci a tal fine. Progettavamo, così, di andarcene nella terra dei mori, a mendicare per amore di Dio, nella speranza che là ci decapitassero. Credo che il Signore ci avrebbe dato il coraggio, in così tenera età, di attuare il nostro desiderio, se ne avessimo avuto i mezzi, senonché l’aver genitori ci sembrava il più grande ostacolo. Ci impressionava molto nelle nostre letture l’affermazione che pena e gloria sarebbero durate per sempre. Ci accadeva, pertanto, di passare molto tempo a parlare di quest’argomento e godevamo di ripetere molte volte: sempre, sempre, sempre! Nel pron...