13 JUN. 2019 · Creatività- Parte 2\Benedette scadenze
(Photo di Michele Guaschino, uscita 18 giugno)
Essere creativi non è qualcosa che ha a che fare con l’arte, i musicisti, gli attori, i fotografi. Essere creativi non è una condizione che qualcuno ha e qualcuno no, è piuttosto la dimensione della vita che si sviluppa e che diventa pienamente se stessa. Cosi un bambino è creativo non tanto perché inventa fiabe o dipinge il cielo di verde, anche, ma soprattutto perché trova un modo per stare in equilibrio sulla bicicletta senza ruote, mentre suona il campanello, sorride e canta. La prima volta probabilmente cadrà, ma poi… prova e riprova, alla fine trova un modo, il suo, e ci riesce.
La creatività è la capacità di trovare soluzioni che prima erano problemi. La creatività è preveggente, perché ti fa vedere cose che ancora non ci sono, la creatività è tonificante perché dà ritmo e senso alle nostre giornate, la creatività è divertente, emozionante, rivoluzionaria e benefica. Ecco perché è una dimensione che deve trovare spazio nel nostro quotidiano e se ci sembra che manchi, va coltivata, perché coltivare lei, fa fiorire la nostra vita.
Nella puntata precedente dicevo di cosa fare quando la creatività si blocca e di come tornare al punto di partenza, interrogandosi sul Perché, sulla motivazione profonda possa essere un modo per sbloccarla. Perché si scrive, perché si fa una torta? perché si coltiva un orto, perché si aggiusta il motore di un auto, si lava il cane, si riordinano le fatture. Perché? Questa sono tutte attività che possiamo fare in modo creativo o abitudinario, sta a noi. Sta a noi scegliere se possiamo farle per obbligo o per passione, seguendo una schema o inventando un nuovo percorso.
In ogni modo, tanto dà, tanto richiede. È energia che brucia, consuma e talvolta anche affatica. Per come sono fatta io, un piccolo fattore di costrizione, mi aiuta ad andare oltre me stessa. Oltre alle mie idee e ai miei talenti. Allora in questo senso, benedette scadenze. Senza scadenze i miei progetti creativi ristagnano su loro stessi, tra impulsi di ideazione appassionata, improvvise depressioni svalutative e pigri posticipi. Ecco, invece quando ho una scadenza, arrivo fino in fondo.
Guardate, è successo lo stesso con questo podcast che è andato in onda nella sua prima puntata per colpa di Ignazio. Ignazio è la mia benedetta scadenza, lui è il ragazzo che regista, mixa, taglia e incolla i miei file audio e il nostro appuntamento davanti al microfono è diventato lo stimolo per pubblicare questo podcast ogni giovedì. Il suo rigore e il suo incoraggiamento sono diventati la mia sfida. Senza di lui, a parte che i miei audio farebbero schifo, ma so per certo che sarei ancora lì ad ascoltare e riascoltare e a pensare se questo format fosse come no una buona idea. Smettere di pensare e fare e ciò che fa la differenza, che la creatività non è essere bravi a fare una cosa, ma farla ogni volta in modo nuovo.
Il ritratto di questa puntata è quello di un piemontese schivo e di poche parole, lui per me è un vero creativo, che fa per il gusto di fare, con maestria, talento e dedizione. (potrete andare a veder di chi parlo dal link che vi metto nelle info)
Lui si chiama Michele Guaschino ed è un infaticabile creatore di mostri, zombi e morti ammazzati.