Oggi vi racconto il libro di Marino Niola ed Elisabetta Moro Il presepe. Una storia sorprendente, pubblicato da Il Mulino. Ma vi parlo anche della lettera apostolica Admirabile signum che papa Francesco ha scritto nel 2019 per spiegare il senso e il significato assunti oggi dal presepe. Dobbiamo al biografo di san Francesco d’Assisi, Tommaso da Celano, la descrizione del primo presepe della storia, allestito nella notte di Natale del 1223: ottocento anni fa. Il santo dei poveri, di ritorno da Roma dove il 29 novembre di quello stesso anno aveva ricevuto dal Papa Onorio III la conferma della Regola dei frati minori, si fermò a Greccio, nella Valle Reatina. Dopo il viaggio in Terra Santa, le grotte di Greccio ricordarono a san Francesco, in modo particolare, il paesaggio di Betlemme. «Ed è possibile che il Poverello fosse rimasto colpito, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, anche dai mosaici con la rappresentazione della nascita di Gesù, proprio accanto al luogo in cui si conservavano, secondo un’antica tradizione, le tavole della mangiatoia».Le fonti francescane del XIII secolo raccontano nei particolari che cosa avvenne a Greccio. Quindici giorni prima di Natale, Francesco chiamò un uomo del posto, di nome Giovanni, e lo pregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio: «Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».Appena l’ebbe ascoltato, l’uomo iniziò subito ad approntare sul luogo designato tutto il necessario, secondo il desiderio del santo. Il 25 dicembre giunsero a Greccio molti frati da varie parti e anche uomini e donne dai casolari della zona, portando fiori e fiaccole per illuminare la scena. Arrivato, Francesco trovò la greppia con il fieno, il bue e l’asinello. E nella mangiatoia, che in latino si dice praesepium, davanti alla gente accorsa a osservare da vicino questa insolita sacra rappresentazione, fu celebrata una messa.In quella notte, a Greccio, non c’erano statuine: il primo presepe fu realizzato e vissuto dai presenti. «San Francesco - ha scritto il papa 4 anni fa nell’esortazione apostolica Admirabile signum dedicata proprio al presepe - iniziò con la semplicità quel segno che permane fino ai nostri giorni come una genuina forma della bellezza della fede. […] Stupore e meraviglia sono i due sentimenti che emozionano tutti, piccoli e grandi, davanti al presepe, che è come un Vangelo vivo che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta è che esso parli alla vita».Ha ragione, Bergoglio. Con il presepe, il mistero dell’incarnazione diventa familiare, alla portata di tutti. È come avere davanti agli occhi «Un vangelo domestico». E in fondo «è stata questa doppia natura, alta e popolare, straordinaria e ordinaria, spirituale e materiale, a fare la fortuna secolare del presepe». Al presepe, alla sua storia e ai suoi molti significati hanno dedicato un bel libro, pubblicato lo scorso anno da Il Mulino, gli antropologi napoletani Marino Niola ed Elisabetta Moro. Buon ascolto!
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