Enrica Garzilli "Mussolini e Oriente"
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"Mussolini e Oriente"
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Nel 1924 Mussolini accettò la proposta del «camerata samurai» Harukichi Shimoi di fare da testimonial per una bevanda analcolica giapponese. Due anni dopo la fotografia del Duce planava dai cieli nipponici su una folla entusiasta, che riconosceva nel Fascismo gli stessi valori fondanti del Bushido: coraggio, lealtà, senso del dovere e dell’onore e la visione eroica dell’agire in nome di un ideale fino al sacrificio estremo.
Se il legame tra l’Italia e l’Impero di Hirohito dopo il 1936 è noto, poco si sa in merito ad altre potenze dell’Asia che nutrivano verso il Duce una fascinazione altrettanto forte come l’India di Gandhi che, sebbene non approvasse «il pugno di ferro» con cui Mussolini governava, ne elogiava l’impegno in campo sociale, specialmente quello a favore delle classi rurali e delle categorie deboli come orfani, vedove, ragazze madri, riconoscendogli servizio e amore verso il popolo. Mussolini – che segretamente definiva l’India «il forziere del mondo» e mirava a controllarla – rappresentava anche un importante alleato in funzione antibritannica. Ancora meno noto è il legame con l’Afghanistan, punto nevralgico dell’Asia centrale, scacchiere su cui si scontravano nel “Grande Gioco” le maggiori potenze del tempo, Gran Bretagna e Russia: nel 1921 l’Italia fu il primo Paese al mondo a riconoscerne l’indipendenza, stipulando accordi di collaborazione.
Le mire internazionali di Mussolini erano affiancate da una vivace propaganda culturale: fondamentale l’operato di personaggi come l’esploratore Giuseppe Tucci, portavoce del Fascismo in India e in Nepal, Gian Galeazzo Ciano, console d’Italia in Cina, Pietro Quaroni, ambasciatore a Kabul e abile tessitore di alleanze con i ribelli waziri.
Con alle spalle anni di ricerca, Enrica Garzilli ricostruisce un grande affresco sulle operazioni di Mussolini nelle terre di quell’Oriente «fratello non di sangue» consegnandoci un’opera del tutto nuova, che inquadra gli anni del Ventennio secondo parametri mai considerati prima. Una ricerca storiografica che si legge come un libro di avventura, in cui il ritmo avvincente della narrazione si combina con il rigore scientifico della ricostruzione basata su documenti originali come gli appunti inediti di Tagore, Mussolini e Andreotti.
Enrica Garzilli Harvard 96, specialista di indologia e studi asiatici, collaboratrice di ricerca e docente di sanscrito, buddhismo, induismo e diritto indiano all’Università di Delhi e a Harvard (1992-2016) e di Religioni e culture dell’Asia e Storia del Pakistan e dell’Afghanistan alle Università di Perugia e Torino. Ha fondato ed è stata direttore della Harvard Oriental Series – om. Collabora con numerose riviste e quotidiani nazionali e con la rai e la rsi in ambito politico, storico e geopolitico. Nel 1997 ha fondato l’Asiatica Association, un’organizzazione no profit che diffonde la conoscenza e lo studio delle culture asiatiche. Ha fondato e diretto le riviste accademiche online ijts (Tantrism) e jsaws (Gender Studies) (1995-2019). Il suo ultimo libro L’esploratore del Duce. Le avventure di Giuseppe Tucci e la politica italiana in Oriente da Mussolini a Andreotti (3a ed. 2016) ha ricevuto il Premio speciale Giuria dei lettori del Premio Acqui Storia 2016.
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