Giovanni Barberi Squarotti "Opere di Mario Lattes"

12 de may. de 2021 · 19m 37s
Giovanni Barberi Squarotti "Opere di Mario Lattes"
Descripción

Giovanni Barberi Squarotti "Opere di Mario Lattes" Olschki Editore Scritti editi e inediti, per la prima volta insieme, a 20 anni dalla morte Tre volumi diretti da Giovanni Barberi Squarotti...

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Giovanni Barberi Squarotti
"Opere di Mario Lattes"
Olschki Editore
Scritti editi e inediti, per la prima volta insieme, a 20 anni dalla morte
Tre volumi diretti da Giovanni Barberi Squarotti e Mariarosa Masoero
raccolgono romanzi, racconti, poesie, opere teatrali, articoli e la tesi di laurea
https://fondazionebottarilattes.it/opere-di-mario-lattes-olschki/


Tre volumi in cofanetto, per far conoscere il complesso degli scritti, editi e inediti di Mario Lattes (1923-2001), a vent’anni dalla morte, e considerare per la prima volta nella sua effettiva estensione e nel suo rilievo la presenza di Lattes nella scena letteraria del secondo Novecento. È l’insieme di Opere di Mario Lattes, pubblicato da Leo S. Olschki Editore, in libreria dal 3 maggio 2021, fortemente voluto da Caterina Bottari Lattes, che nel 2009 ha creato la Fondazione Bottari Lattes per portare avanti iniziative ispirate al lascito culturale dell’autore e promuovere presso il grande pubblico l’ampio patrimonio delle sue opere. Editore, pittore, incisore, scrittore, collezionista e animatore culturale, Lattes fu un intellettuale dai molteplici interessi e dalla personalità eclettica, testimone lucido e anticonformista del suo tempo, capace di misurarsi con l'arte, la letteratura, l'editoria e la promozione culturale.

https://fondazionebottarilattes.it/opere-di-mario-lattes-olschki/

Opere di Mario Lattes, la cui edizione è diretta da Giovanni Barberi Squarotti e da Mariarosa Masoero, a vent’anni dalla morte dell’autore, raccoglie numerosi testi di Lattes che erano andati dispersi nel corso degli anni e un corpus importante di materiale inedito, riuniti grazie a un’attenta revisione portata avanti secondo criteri filologici, anche sulla base delle carte autografe conservate negli archivi personali (recentemente riordinati e tutelati dalla Soprintendenza), conservati presso la casa editrice Lattes e la Fondazione Bottari Lattes.

I tre volumi comprendono: 6 romanzi (La stanza dei giochi del 1959, l’inedito L’esaurimento nervoso scritto tra il 1964 e il 1965, Il borghese di ventura del 1975, L’incendio del Regio del 1976 candidato al Premio Strega 1977, L’amore è niente del 1982, Il Castello d’Acqua uscito postumo nel 2004 e ora pubblicato nell'ultima redazione messa a punto dall'autore), più di 60 racconti (tra cui la raccolta Le notti nere), le poesie, 2 opere teatrali, la tesi di laurea Il Ghetto di Varsavia e i tanti articoli, saggi e recensioni scritti da Lattes per diverse testate italiane, fra le quali La Gazzetta del Popolo e la rivista da lui fondata, Questioni. Una produzione letteraria che spazia tra diversi generi letterari e si fonda su un autobiografismo sui generis, nel quale il grigiore e l’apatia della quotidianità si mescolano alle distorsioni del sogno, della memoria e del ricordo. A una minuziosa e accurata descrizione della realtà esteriore fanno da contraltare sogni e ricordi che proiettano la narrazione in un orizzonte simbolico e universale.

Ogni volume è accompagnato da immagini di riproduzioni di appunti, manoscritti, dattiloscritti e lettere di Mario Lattes, in cui schizzi di disegni arricchiscono il contenuto, oltre che di opere pittoriche selezionate tra quelle che più hanno attinenza con i temi dei testi affrontati negli scritti.
Il progetto editoriale che ha portato alla realizzazione dei tre volumi è il frutto del lavoro di squadra di docenti e studiosi membri del Comitato scientifico per l’Edizione delle Opere di Mario Lattes: Mariarosa Masoero, che, oltre alla direzione editoriale, ha curato la sezione Poesie; Giovanni Barberi Squarotti, che, oltre alla direzione editoriale, ha curato la sezione Racconti; Loris Maria Marchetti, che ha curato l’introduzione e il commento al romanzo Il Castello d’Acqua; Gioele Cristofari, che ha curato il testo del romanzo Il Castello d’Acqua; Alessandro Botta, che ha curato la sezione Scritti giornalistici, saggi e contributi critici; Simona Dinapoli, che ha curato la biografia e la bibliografia di Mario Lattes; Luca Federico, che ha curato l’introduzione, il testo e le note del romanzo La stanza dei giochi; Giacomo Jori, che ha curato la pubblicazione della tesi Il ghetto di Varsavia; Damiano Moscatelli, che ha curato l’introduzione, il testo e le note del romanzo L’amore è niente; Stefano Penna, che ha curato l’introduzione, il testo e le note del romanzo Il borghese di ventura; Fulvio Pevere, che ha curato l’introduzione, il testo e le note al romanzo L’esaurimento nervoso; Moreno Savoretti, che ha curato la sezione Opere teatrali e introduzione, testo e note del romanzo L’incendio del Regio.
Opere di Mario Lattes si inserisce tra le iniziative e i progetti che celebreranno nel 2023 i 100 anni dalla nascita di Lattes, la cui vita e la cui opera rappresentano un unicum nel panorama culturale del secondo Novecento non solo piemontese, e i 130 anni dalla nascita della casa editrice Lattes, fondata nel 1893 a Torino dal nonno di Mario Lattes. Come avvicinamento alle celebrazioni del centenario, la Fondazione Bottari Lattes ha intanto inaugurato un viaggio tra le opere pittoriche di Mario Lattes con la mostra “I mondi di Mario Lattes #1” allestita nella sede di Monforte d’Alba, esponendo per la prima volta alcuni dipinti recentemente acquisiti da collezionisti privati.
Dall’introduzione a Opere di Mario Lattes di Giovanni Barberi Squarotti:

«Se dovessimo indicare un fenomeno che contraddistingue i processi compositivi di Lattes e che ricorre con frequenza statisticamente rilevante nelle sue opere, questo è la riscrittura di sé, la riassimilazione del già detto, il travaso da un testo all’altro o da un genere all’altro (specialmente dal racconto al romanzo e viceversa). L’impressione è che alla base ci sia un profondo sedimento di temi archetipici con una forte valenza simbolica e che su questa base la scrittura proceda nel suo percorso di ricerca anche come riformulazione e progressivo avvicinamento.»



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