Giovanni Tesio "Nell'abisso del lager"

26 de ene. de 2019 · 17m 27s
Giovanni Tesio "Nell'abisso del lager"
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Giovanni Tesio "Nell'abisso del lager" Voci poetiche sulla Shoah Interlinea Edizioni www.interlinea.com «Dopo Auschwitz scrivere ancora poesie è barbaro» è la frase del filosofo Adorno che ha suscitato tante polemiche...

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Giovanni Tesio
"Nell'abisso del lager"
Voci poetiche sulla Shoah
Interlinea Edizioni
www.interlinea.com


«Dopo Auschwitz scrivere ancora poesie è barbaro» è la frase del filosofo Adorno che ha suscitato tante polemiche ma anche stimolato a riscoprire le voci poetiche più intense della Shoah, per la prima volta qui riunite in un’antologia internazionale. Emerge soprattutto il loro valore di testimonianza, di presa diretta e di riflessione, che non attenua l’importanza anche estetica dei testi di Paul Celan o Nelly Sachs, di Dietrich Bonhoeffer o Mario Luzi, fino ad Antonella Anedda ed Erri de Luca. Un libro che scuote le coscienze con la forza della poesia: per non dimenticare che, come ha scritto Primo Levi nella Tregua, «guerra è sempre».


noi che suonammo senza uno spartito / fummo chiusi / dietro le righe a pentagramma del filo spinato



Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (l’ultimo, La poesia ai margini, per Interlinea, nel 2014), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); più recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), e un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2017). È stato per trentacinque anni collaboratore della “Stampa”, al cui inserto, “Torinosette”, collabora tuttora. Di quest’anno, uscito presso Lindau, il suo primo libro narrativo, Gli zoccoli nell’erba pesante. È tra i fondatori e direttori della collana di poesia “Lyra”.



Scritto a matita in un vagone piombato: Dan Pagis

«Qui in questo convoglio
Io sono Eva
Con Abele mio figlio
Se vedete il mio figlio maggiore
Caino figlio d’Adamo
Ditegli che io».







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