Intervista a Adrian Schvarzstein

11 de jul. de 2024 · 17m 56s
Intervista a Adrian Schvarzstein
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Un Early Musical su e giù per le scale per tutte le stagioni   Che la Attems Saga presentata al festival Sryriarte di Graz sia qualcosa che non si era  mai...

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Un Early Musical su e giù per le scale per tutte le stagioni  

Che la Attems Saga presentata al festival Sryriarte di Graz sia qualcosa che non si era  mai vista prima, come annunciato nel suo testo di presentazione, è quasi certamente vero, nel senso che uno spettacolo che si è svolto in due giorni in tre luoghi diversi con un orchestra, tre cantanti, alcuni attori, un clown, un giocoliere e una danzatrice è qualcosa di piuttosto unico e raro e fa pensare ai divertimenti e agli intrattenimenti delle corti di un tempo, di cui il variegato allestimento si è preso ampiamente e amabilmente gioco.

Il suo ideatore Thomas Höft, con la complicità del regista Adrian Schvarzstein, ha preso spunto da un semplice fatto storico avvenuto nel 1750, quello di una visita annunciata dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria che alla fine fu solo di passaggio nella città della Styria, sul quale ha costruito un mirabolante avvicendarsi di personaggi in movimento tra i diversi piani di uno dei più importanti palazzi storici del centro di Graz, appartenuto alla famiglia Attems. Gli attori, in costumi e parrucche settecentesche, come tutti i protagonisti di questo viaggio nel tempo, hanno condotto il pubblico su e giù per le scale del palazzo per farlo assistere ai preparativi della attesa visita imperiale, che alla fine non avvenne.  

Nella prima giornata della Attems Saga, intitolata Treppauf, treppab, erano tutti impegnati nella preparazione del ricevimento, la servitù al piano terra e il conte e la contessa con i loro camerieri nel piano nobile, mentre nelle sale del palazzo risuonavano diverse musiche, da quelle popolari nelle cucine a quelle colte salendo ai piani superiori, in un continuo andirivieni fino al trasferimento in tempo reale in un altro luogo del centro della città, perché l’avventura è proseguita nella sala barocca della vecchia università di Graz. Qui il il pubblico ha potuto assistere alla messa in scena, anche in questo caso in costumi d’epoca, di una audizione organizzata perché il conte potesse scegliere i cantanti per eseguire un’opera per intrattenere Maria Teresa e il suo entourage, creando una promettente  aspettativa per quello che si sarebbe visto e ascoltato il giorno seguente nel vicino Teatro Nazionale di Graz.  

La definizione di “Early musical” coniata da Thomas Höft non potrebbe essere più adatta per descrivere il teatro nel teatro del pasticcio vivaldiano della seconda giornata, intitolata Die Jahreszeiten-Oper, costruito con arie tratte dalle sue opere e imperniato sui celebri quattro concerti per violino,  archi e continuo dedicati alle stagioni. È qui che si è dispiegata la fantasia dell’autore e del regista, che hanno interpretato rispettivamente il ruolo del poeta ubriacone e dell’impresario truffaldino entrambi al servizio del conte un po’ babbione, giocando  sulla caratterizzazione dei tre cantanti: un soprano primadonna italiana e un mezzosoprano viennese di umili origini, inevitabilmente rivali, e un tenore danese gradasso dal nome impronunciabile.  

La storia sarebbe troppo lunga da raccontare perché ogni dettaglio del pasticcio allestito immaginando di poter compiacere la sovrana, è stato curato fino al paradosso, così il direttore dell’orchestra in buca era vestito da clochard perché preso dalla strada dall’impresario arraffone, mentre l’esecuzione veniva frequentemente interrotta dal grido “L’imperatrice sta arrivando!”,  con tutti i protagonisti che di corsa si radunavano per intonare un inutile coro di benvenuto. Per non parlare delle gag degli attori che dietro ai cantanti mimavano il clima delle diverse stagioni e le coreografie di una straordinaria stralunata danzatrice, che figurava anche nella composta veste di lacchè.  

In questo podcast è possibile ascoltare qualche passaggio delle prove fatte nei giorni precedenti al debutto, insieme a due interviste nelle quali Adrian Schvarzstein e Thomas Höft illustrano alcuni aspetti di questo originale progetto che quasi certamente non si fermerà qui, perché la saga probabilmente continuerà con un nuovo episodio il prossimo anno.                                                                                  Paolo Scarnecchia  
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