L’illusione del bollino: un menu di batterie e semafori

3 de jul. de 2021 · 3m
L’illusione del bollino: un menu di batterie e semafori
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Alfredo Somoza si cimenta con l'adozione di bollini nutrizionali molto burocatizzati dall'UE, che vedono due concetti di cultura dell'alimentazione retti su filiere di affari antagoniste, ma entrambe figlie della guerra...

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Alfredo Somoza si cimenta con l'adozione di bollini nutrizionali molto burocatizzati dall'UE, che vedono due concetti di cultura dell'alimentazione retti su filiere di affari antagoniste, ma entrambe figlie della guerra al cibo sano.
Nutri-score, ideato in Francia, è un semaforo che indica con 5 sfumature tra il rosso e il verde la ricaduta sulla salute di ogni singolo alimento: il colore viene elaborato da un algoritmo che prende in esame parametri quali l’apporto calorico e il contenuto di grassi saturi, zuccheri e sale. Oltre ai francesi sostengono Nutri-score anche belgi e tedeschi. Diversi paesi dell’Est e del Sud del continente, Italia e Grecia in primis, invece lo criticano perché penalizzerebbe i prodotti ultraprocessati e diversi alimenti tipici della tradizione mediterranea e rilanciano proponendo Nutrinform Battery. Si tratta di un bollino a forma di batteria che indica non se il cibo sia da considerarsi buono o cattivo in sé, bensì quanto pesa percentualmente una singola porzione di quell’alimento sulla quantità totale di calorie, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale che è consigliabile assumere in un giorno. Un meccanismo di difficile lettura, meno immediato del semaforo del concorrente. La tesi di Nutrinform Battery è che nessun alimento in commercio è dannoso, tutto dipende dalle quantità assunte. Per Nutri-score, invece, esistono cibi dannosi che restano tali a prescindere dal contesto.
Diverse aziende multinazionali hanno già preventivamente annunciato che si adegueranno: ci si accorge che la logica del bollino non spaventa nessuno. sarà l’ennesima informazione che andrà ad aggiungersi a etichette già cariche di parole e numeri, magari in più lingue, ma anche di simboli, bolli di certificazione e codici a barre, il tutto in caratteri sempre più piccoli e illeggibili. L’eccesso di informazioni, alla fine, sta producendo l’effetto contrario rispetto a quello auspicato: il mondo del consumo è ormai diviso nettamente in due, una minoranza informata che spende tempo per studiare l’etichetta e una maggioranza che la ignora, anche per mancanza di tempo.
È in questa seconda, grande categoria che si collocano i consumatori di trash food: non compiono una scelta ponderata ma acquistano ciò che costa poco e disconoscono o ignorano le controindicazioni. Il problema non è solo economico ma anche culturale. La dieta basata su cibi processati e da consumare rapidamente, come i wurstel o le patatine fritte, ma anche su specialità – per guardare all’Italia – come i salumi e i formaggi. E il cortocircuito si verifica qui: i produttori di alimenti tradizionali ricchi di grassi e sale, come gli insaccati, si rivolgono a un cliente che potrebbe rivelarsi sensibile al richiamo salutista, mentre i produttori di trash food non se ne preoccupano affatto, perché i loro consumatori ignorano i bollini; il cibo è cultura e disponibilità economica. La questione vera sta a monte, ed è che anche nell’Europa mediterranea, dove ieri i poveri vivevano mangiando soprattutto pesce, olio d’oliva, pane, verdura e frutta, oggi hamburger, merendine e patatine fritte possono farsi beffe di qualsiasi bollino.

Raccogliamo le analisi sulla globalizzazione di @alfredosomoza per farne dei tasselli di un discorso di "attivismo geopolitico" che illustra processi, prassi, strategie e ideologie che hanno trasformato i rapporti di forza tra oligarchie e multinazionali da un lato contro comunità e lavoratori dall'altro.
https://www.produzionidalbasso.com/project/siamo-gia-oltre-partecipa-al-progetto-di-attivismo-geopolitico/
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Autor OGzero - Orizzonti geopolitici
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