Oggi vi racconto il libro di Alberto Grandi e Daniele Soffiati La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici, pubblicato da Mondadori. «La “nostra” cucina», la cucina italiana, «non esiste. La cucina è una sola: quella buona. Certo, in Italia abbiamo grandissimi prodotti, i migliori, e ogni campanile ha la sua ricetta. Ma la cucina ha sapori e contaminazioni da tutto il mondo. Ogni tanto leggo di gente che insorge perché si cambia un ingrediente in un piatto tipico, e a me allora viene voglia di farlo, per provocazione: non stiamo salvando vite umane, la cucina è piacere, bisogna farla come più ci ingolosisce». Antonino Cannavacciulo non ha bisogno di molte presentazioni. Da una decina d’anni occupa ogni possibile luogo televisivo in cui si dà fuoco ai fornelli e può fregiarsi, da qualche tempo, anche delle tre stelle Michelin, riconoscimento che la rivista francese ha assegnato alla cucina di Villa Crespi, il ristorante gestito dallo chef di Vico Equense sul Lago d’Orta, in Piemonte. Se Cannavacciuolo, in un’intervista al Corriere della Sera, dice che la cucina italiana non esiste, in pochi si scandalizzano. Se lo scrive, invece, argomentandolo in modo difficilmente contestabile, uno storico, allora apriti cielo. E in effetti, le polemiche e le discussioni innescate dal libro di Alberto Grandi e Daniele Soffiati hanno riempito ogni genere di spazio mediatico, finendo per diventare anche oggetto di scontro politico-culturale.
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