Laura Pigozzi "A nuda voce"

22 de abr. de 2017 · 24m 41s
Laura Pigozzi "A nuda voce"
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Laura Pigozzi "A voce nuda" Poiesis Edizioni Laura Pigozzi ci propone in questo saggio una "psicoanalisi della voce". Il volume - che offre spunti di grande suggestione anche per i...

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Laura Pigozzi
"A voce nuda"
Poiesis Edizioni


Laura Pigozzi ci propone in questo saggio una "psicoanalisi della voce". Il volume - che offre spunti di grande suggestione anche per i frequenti richiami alla letteratura e alla poesia - rivisita in chiave psicoanalitica temi ben noti a chi si occupa professionalmente della voce: l'ascolto, il timbro e il ritmo, l'intonazione, l'improvvisazione jazzistica. Inoltre, la sorprendente somiglianza morfologica tra le corde vocali (maschili e femminili), quali risultano alla telelaringoscopia, e le "labbra" del sesso femminile rende più seducente la tesi sostenuta dall'autrice che ci parla di una stretta parentela tra l'estasi del godimento femminile e una sorta di onda sonora interna prodotta dalla voce attraverso il corpo di chi canta. Sul piano della clinica, il volume discute l'inflessione della voce, gli inciampi, i lapsus, le balbuzie, il silenzio dei soggetti autistici, la voce che all'improvviso cambia in un momento cruciale della seduta psicoanalitica.


A nuda voce
dall'introduzione:
La voce da sempre affascina. Perché? Essa è un segno dell’umano, un marcatore di differenza dal mondo animale. Ma non può essere solo per questo che ci cattura; la voce appassiona l’uomo almeno fin dal tempo delle Sirene, che erano per metà dee e per l’altra animali.
Il mistero della voce è che essa ci distingue uno dall’altro: è unica, individuale e profondamente soggettiva. È il nostro marchio. È come un’impronta digitale, e forse anche di più: raffinati sistemi di sicurezza sono basati, infatti, sul riconoscimento vocale. Benché esistano aberrazioni come il lifting vocale, peraltro di dubbia efficacia, fortunatamente il timbro individuale non è modificabile, come accade invece nella chirurgia plastica del polpastrello che può cambiarne l’impronta.
Anche l’amore si riconosce dalla voce: nella famosa scena shakespeariana del balcone, che si svolge al buio, Giulietta riconosce Romeo esclusivamente dalla voce.
Ma perché le voci sono tutte diverse? Certamente non solo per motivi anatomici. Il fatto è che la voce è anche e soprattutto memoria: la sua musica conserva le tracce della nostra storia che, a partire dal soffio iniziale, ne ha formato la trama, il timbro, il colore, la pasta. La voce è fondamento della soggettività.
Parlare della voce è sempre difficoltoso, e questo a qualunque livello: lo sanno gli insegnanti quando cercano di far distinguere agli allievi i vari suoni che possono produrre o quando vogliono insegnar loro a crearne di nuovi; e lo sanno i cantanti quando sono in difficoltà a descrivere il rapporto con la propria voce, soprattutto nei momenti in cui tale relazione entra in crisi. Per poterne dire, infatti, si usano metafore spesso prese da altri campi: dal registro del visivo, quando si parla del colore di una voce, della sua brillantezza o opacità, o persino dal repertorio del gusto, quando diciamo di un suono rotondo o pieno, aspro o dolce, quasi si trattasse di un buon vino. La metafora è, quindi, la forma di discorso più adatta per cogliere qualcosa della complessità della voce, della quale bisogna imparare ad accettare il difetto – che è pure la qualità che la rende interessante – di sfuggire sempre un po’, quasi fosse un amato o un’amata che mai si possiede fino in fondo.



Laura Pigozzi è impegnata a leggere le questioni che riguardano le famiglie, il femminile e la voce alla luce della pratica e della teoria analitica. È autrice dei libri: A Nuda Voce (2008), Chi è la piú cattiva del reame? (2012, tradotto in Francia da Albin Michel nel 2016), Voci smarrite (2013). È membro associato di ALIPSI (Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi) e membro della Fondation Européenne pour la Psychanalyse. Cura il blog Rapsodia in cui pubblica articoli di psicanalisti e di artisti (www.rapsodia-net.info) e ha fondato il Non Coro, laboratorio stabile di sperimentazione e creatività vocale. Lavora a Milano e in provincia di Verona.
www.pigozzi.info


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