Decima puntata per “Le voci dello sport”. Dato il valore simbolico del numero dieci, era giusto invitare ai microfoni di Radio Abm una figura di rilievo. E chi meglio di una leggenda della pallacanestro come Dino Meneghin? “SuperDino” – così era soprannominato quando dominava i parquet dei palazzetti di tutta Europa – nasce proprio in provincia di Belluno, più precisamente ad Alano di Piave, 74 anni fa, da una famiglia originaria di Domegge. Nel Bellunese trascorre i primi otto anni della sua vita, dei quali – seppur lontani – ricorda con piacere molte cose. Su tutte, la libertà e la spensieratezza che accompagnavano i bambini a quei tempi, con le prime capanne costruite in riva al Piave, gli infiniti pomeriggi in cui una semplice bottiglietta bastava per divertirsi, il profumo del pane appena sfornato sotto casa… Tutte sensazioni che non hanno mai abbandonato Meneghin nell’arco della sua vita e della sua carriera. Carriera iniziata a Varese nel 1963, quando, per puro caso, gioca un torneo studentesco e impressiona l’allenatore delle giovanili della Ignis Varese, il quale lo convince, senza troppa fatica, ad abbracciare la palla a spicchi. Il resto? Be’, il resto è storia. Dodici scudetti, sette Coppe dei Campioni, tre Coppe Intercontinentali, sei Coppe Italia, due Coppe delle Coppe e una Coppa Korac con i club. Un argento olimpico, un oro e due bronzi continentali con la Nazionale. Un palmares da fare invidia a chiunque. Diversi i temi che affronteremo nell’intervista: dalla carriera ricca di successi al confronto con il basket attuale, passando per gli episodi che hanno contribuito a rendere il nostro ospite un’icona della pallacanestro mondiale, come il famoso Draft NBA del 1970 e la sfida familiare con il figlio Andrea.
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